La monotonia dei post

Da Mark @OfficinaDiMark

Parto dalle origini. Agli inizi della carrieralavorativa mentre ricoprivo, nell’arco di un ampio periodo temporale, i vari lavori dibarista, cameriere, aiuto meccanico (sarà questo l’arcano dell’Officina?), gelataio, geometra-studente universitario, e altre cosette qui e là, non mi rendevo conto di cosa fosse lavorare se non in termini economici.  Il tempo ha fatto il suo corso e molte cose soncambiate, ed è inutile star qui a sproloquiare del soprascritto, però,  e i però sono il pane quotidiano, mitrovo con queste devastanti notizie sulle nuove abitudini a cui andranno/andremoincontro noi italiani. I giovani devono abituarsi alla mobilità, al precariato,al sapersi adattare, il che non sarebbe un male se vi fosse equilibrio, scelta ed equa distribuzione. Ma diciamolo francamente e senza giri di parole, sono delle palesi minchiate, non posso credere che questi personaggi erano i rettori di università prestigiose, che dirigevano il traffico mentale di menti eccelse, non voglio neanche immaginare le direzioni intraprese. Forse il sortilegio che ci affligge e ben più vasto, gli astri hanno deciso, di cosa stiamo discutendo. Sapete ora mi sento svuotato, non riesco ad immagazzinare rabbia per reagire, come per la solita solfa sulle avverse condizioni meteo che flagellano il paese, dalla neve, al caldo, passando per la pioggia e i terremoti, siamo sempre impreparati, ci sono sempre imponderabili eventi. Forse ci siamo sempre sentiti più cazzuti degli altri, ci crediamo i migliori del mondo, per poi sputarci a vicenda da Nord a Sud, si è vero abbiamo una tavolozza piena di colori, grandi superfici da dipingere....ma la Gioconda se la son fregata lo stesso.
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