Visto in Dvx.
Un uomo, cristologicamente perfetto, vaga per una città centroamericana ricca di vizi e sofferenze; viene fatto entrare nell'antro di un alchimista che gli mostra il segreto per ottenere l'oro, poi gli propone l'immortalità. Per ottenerla però deve unirsi ad alcuni uomini (e donne) di potere, affrontare diverse prove, per poi raggiungere una montagna sacra dove dei saggi stanno meditando da millenni, affrontandoli otterranno il loro segreto dell'immortalità.
Film meno lineare del precedente "El topo", ma decisamente sulla scia; si scioglie in duemila rivoli fatti di idee originali e d'impatto lavorando di metaforoni enormi, spesso evidenti, e stavolta molto più pervasivi del solito; pure troppo (il finale, eccessivo, demagogico, facile, piuttosto basso rispetto alle vette pretese all'inizio del film è l'idea più debole e sfacciata del film).
Quello che però perde in fascino della trama lo guadagna in idee visive; è evidente l'iniezione di denaro che Jodorowsky deve avere ricevuto e la investe pienamente per costruire immagini. Perchè poi la forza di Jodorowsky è proprio questa, lui crea situazioni cult basate tutte sui colori, i corpi, i vestiti, gli ambienti ed i decori che meritano ognuna di essere incorniciata e messa in un museo. Qui le immagini cult sono numerosissime, decisamente migliori quelli della prima parte e raggiungono il picco nell'antro psichedelico dell'alchimista.
Effettivamente è un film che va visto, non conta seguirne la storia, ma bisogna vederlo.