La morte del giovane scooterista a Piazza Istria? L'avevamo atrocementeprevista cinque giorni prima

Creato il 13 aprile 2015 da Romafaschifo
"La gente parcheggia sui lati della rotatoria (protetti da ringhiera) invadendo una corsia intera e trasformando la praticità della stessa in un caos di precedenze e incidenti sfiorati dovuti al restringimento della carreggiata. La cosa è assolutamente agghiacciante, oltre al fatto che i proprietari delle attività commerciali parcheggiano tutto il giorno nel perimetro della rotatoria: chi dovrebbe controllare e multare i trasgressori non fa nulla".
Questo scrivevamo, grazie alla collaborazione di un nostro lettore, lo scorso 5 aprile in questo post. E lo scrivevamo pubblicando immagini della piazza dove il giovane Luca Liberti ha perso la vita venerdì sera, neppure una settimana dopo il nostro articolo. 
Su questo incidente, benché non sia ufficiale la dinamica e chissà se lo sarà mai, noi abbiamo una opinione (chiamatelo pregiudizio) ben preciso: la piazza è sempre piena di sosta selvaggia, il bus ha dovuto schivare le auto posteggiate in maniera criminale, così facendo ha invaso la corsia interna dove stava passando il motociclista che è scivolato frenando ed è finito sotto le ruote gemellari posteriori del mezzo Atac perdendo la vita all'istante.
Stanno cercando in tutti i modi di scrivere una storia diversa. Perché a Roma i danni (centinaia di morti e migliaia di feriti all'anno, con costi sociali grazie ai quali si potrebbe costruire ogni anno una nuova metropolitana) della sosta selvaggia sono da insabbiare peggio dei più terrificanti segreti di stato. Manco Ustica o la strage della Stazione di Bologna subiscono peggiori tentativi di depistaggio. Qui a Piazza Istria hanno cercato subito di dare la colpa al povero autista Atac facendogli le analisi per droga e alcol. Per loro sfortuna era ed è una persona specchiata. Poi stanno cercando di dare la colpa alla rotatoria. Non ci crederete ma è così: i cittadini si sono scagliati contro il fatto che il Comune ha fatto una rotatoria per una volta ben realizzata e a norma. "E' molto bella, ma non è pratica" hanno cominciato a ripetere i residenti ai cronisti, che hanno riportato queste enormità senza commentarle. Perché a Roma una rotatoria come si fa in tutta Europa (e come l'Unione Europea comanda) diventa una cosa strana, una cosa "bella", una concessione al lusso dell'estetica. Perché ovviamente se una cosa è fatta a norma va in crisi quando le norme vengono violate e dunque, giustamente, la rotatoria funziona male se al suo interno banditi e criminali posteggiano auto in sosta abusiva. Secondo molti residenti della zona l'aiuola centrale è "troppo grande". Sostanzialmente se uno fa una strada a norma (e bella) fa male perché non tiene conto della sosta abusiva che la può restringere eccessivamente. Le strade, secondo una percentuale schiacciante dei cittadini di questa città, vanno progettate tenendo conto degli spazi destinati a chi si comporta in maniera illegale. Lo dimostrano le dimensioni di tutte le sezioni stradali delle carreggiate a Roma. Lo dimostra l'eliminazione dei cordoli a protezione delle preferenziali, utili a far viaggiare non in maniera promiscua, appunto, mezzi pesanti e scooter. I cordoli si devono togliere perché poi le moto non possono più superare i limiti di velocità o fare pericolosi slalom in libertà, si devono togliere perché poi diventa troppo difficile utilizzare la preferenziale come un enorme spazio per il carico e scarico merci a beneficio abusivo di auto e furgoni.
Infine proveranno a dare la colpa al povero ragazzo morto: era una persona per bene, prudente e tranquilla. Ma qualcuno proverà a dire che si è suicidato lui piuttosto che ammettere le colpe della sosta selvaggia.
Il presidente del Secondo Municipio dice "la rotatoria l'abbiamo fatta per la sicurezza, ma qualcosa non ha funzionato". Anche lui non nomina l'innominabile sosta selvaggia. Omertà totale. Tutti sanno che le auto posteggiate fuori posto uccidono, ma nessuno osa dirlo.
Sanno perfettamente, i politici, come (non) ragionano i loro elettori. Puoi stuprargli la figlia, puoi violentargli la moglie, ma se la prenderanno sempre un po' di meno se toglierai loro la possibilità di fermare l'auto dove diavolo gli pare. In spregio al pericolo di chi sopraggiunge, in spregio ai diritti dei disabili, in spregio alla sicurezza dei pedoni. E si continua a morire a Roma dieci volte di più di quanto si muore a Parigi. E il motivo di tale differenza è SOLO quello: arredo urbano da quarto mondo e sosta criminale dei veicoli nelle carreggiate.
Poco importa se a Piazza Istria sia andata come siamo convinti noi o in maniera diversa (Roma è l'unica città occidentale dove il traffico non è osservato da telecamere a circuito chiuso, per cui probabilmente non sapremo mai la verità sulla dinamica dell'incidente: amici e parenti di Luca stanno cercando testimonianze in un passa parola straziante in queste ore: della serie "chi ha visto parli", come si faceva trent'anni fa). Importa iniziare a capire quale impatto ha sulla nostra città la sosta abusiva delle auto posizionate in mezzo alla carreggiata in un modo che spesso dovrebbe chiamare in causa il Codice Penale e che invece non interessano neppure la Polizia Municipale. La cattiveria e l'egoismo dei romani e il loro rapporto profondamente malato con l'auto presuppongono che sia diventato normale morire ammazzati per strada e che sia impensabile dare la colpa alle loro infrazioni: quelle sono lo standard, sono istituzionali, sono irrinunciabili. La città deve girare attorno alla loro prepotenza, quando ce la fa. Quando non ce la fa qualcuno ci rimette le penne e poi giù a depistare perché non emerga di chi è la colpa per davvero. Non sia mai che cambi, un giorno, la mentalità bacata di chi considera assolutamente normale ammazzare una persona per parcheggiare di fronte al locale dove bersi una birra.

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