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La morte di Giovanni Lo Porto/La cultura della pace stravolta dalla logica insensata della guerra

Creato il 24 aprile 2015 da Marianna06

 

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Dopo avere atteso tre anni, la notizia della morte di Giovanni Lo Porto, il cooperante palermitano, impegnato in Pakistan con una Ong tedesca,  per la realizzazione  in loco di un impianto d'acqua potabile utile alla popolazione civile, è giunta improvvisa in queste ore alla famiglia e a tutti noi con le condoglianze costernate del presidente Usa ,Obama, e delle nostre autorità istituzionali.

L'accaduto lo hanno spiegato bene e anche ampiamente i "media".

Errore involontario del comando dei militari Usa a Islamabad per stanare i ribelli.

Ma il mondo dei volontari, che s'impegna giorno dopo giorno, con gratuità, per costruire per gradi quella che si chiama cultura di pace, non può comunque che essere sdegnato dinanzi all'insensatezza di certe logiche di guerra che, di contro, si avvalgono  della sofisticata tecnologia delle cosiddette armi intelligenti, che puntualmente finiscono col fare cilecca e uccidere poi chi non dovrebbero.

E dire che queste stesse armi l'Europa, Italia compresa, sta pensando di utilizzarle negli sbarchi contro gli scafisti, traghettatori dei migranti.

Possiamo, senza difficoltà, immaginare eventuali e possibili esiti.

Della persona di Giovanni Lo Porto ,Gianfranco Cattai, presidente della Focsiv, federazione che comprende 71 organizzazioni cristiane di volontariato, che operano in 80 Paesi, ha detto :<< Lo Porto è senza dubbio un martire che credeva nella costruzione di relazioni di pace per mettere in atto situazioni di giustizia e di sviluppo lì dove fossero necessarie. E per questo ha messo in gioco la propria vita e l'ha persa.>>

E ,con Cattai, altri esponenti del mondo del volontariato e della cooperazione internazionale hanno tutti riconosciuto il grande sacrificio di Giovanni, sottolineando anche la pericolosità oggi di spendersi per aiutare chi si trova in situazioni di estrema difficoltà, specie in Paesi dove c'è stata o c'è la guerra o la guerriglia.

E questo perché- si precisa da più parti - sono saltate le regole e le fazioni in lotta non rispettano più nemmeno i simboli  e le  insegne dei soccorritori.

E qualcun altro ha  aggiunto ancora che le guerre e le armi occidentali (il riferimento è agli Usa per l'Iraq del dopo Saddam ma anche a quello che sta accadendo nella Libia del  dopo Gheddafi) aumentano i problemi  in certe realtà complesse , che si conoscono poco o affatto, senza che si realizzi  di rimando alcuna prospettiva di pace.

Per il giorno dei funerali di Lo Porto,  il sindaco Leoluca Orlando ha proclamato, a Palermo, il lutto cittadino.

 

                 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 


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