E’ un’altra notte di fuoco a Damasco in Siria. Il quartiere di Jaramana è stato più volte colpito dall’artiglieria e a seguito dei bombardamenti ha trovato la morte Samir Qantar, un membro delle milizie sciite di Hezbollah. Sulla morte di Qantar non si hanno notizie particolari. Il fratello ha scritto della sua morte su Facebook, senza aggiungere dettagli all’accaduto. Intanto da Beirut – in Libano – il quartier generale delle milizie sciite di Hezbollah ha confermato la morte di Samir Qantar.
Le accuse stanno ad oggi rimbalzando all’impazzata. Gli organi di informazione siriani parlano di gruppi terroristici, senza tuttavia specificarne il nome. Stando del resto alla retorica del regime siriano di Assad, quest’ultimo ha spesso adoperato l’espressione “gruppi terroristici” o “gruppi del terrore” per indicare indistintamente tutti coloro che si erano dimostrati all’opposizione rispetto al suo governo. Alcuni gruppi siriani, tuttavia, sembrano non avere dubbi e accusano gli israeliani del raid aereo che ha portato alla morte Qantar. La ragione della sua morte covava da parecchio tempo sotto la cenere: nel 1979 aveva ucciso – a soli 16 anni – quattro israeliani.
Nel 2008 Samir Qantar ritrovò la libertà in occasione di un scambio di prigionieri fra Israele e lo Hezbollah libanese. Ma la sua libertà sarebbe durata pochi anni. Nell’ultimo raid aereo israeliano ha infatti perso la vita. Torna dunque ad essere teatro di guerra e sangue la città di Damasco. Nel 2008 il comandante sciita Samir Qantar fu accolto con onore nella capitale siriana, e per celebrarne il ritorno Bashar al-Assad gli aveva dato il comando delle truppe stanziate sulle Alture del Golan. Con la carica di leader Qantar organizzò a portò a segno numerosi attentati contro l’esercito israeliano.
Ma chi era Samir Qantar? La carriera di Qantar nel mondo del terrore inizia il 31 gennaio 1978, quando tentò insieme ad altri di dirottare un autobus che percorreva la linea tra Beit She’an e Tiberiade. La ragione del dirottamento fu ricercata nella richiesta di liberazione di alcuni militanti arrestati dall’esercito israeliano. A seguito del dirottamento Qantar e gli altri uomini furono costretti a scappare. Qantar venne catturato e tenuto prigioniero 11 mesi in Giordania.
Sarà poi la volta del raid dell’aprile 1979, quando Samir Qantar guidò l’ingresso in Israele di un gruppo di militanti del PLF (Fronte di Liberazione della Palestina) con a capo Abu Abbas. La barca utilizzata per il raid salpò da una spiaggia del Libano meridionale. L’obiettivo del raid – chiamato poi “Operazione Nasser” – era quello di colpire Nahariya, situata a 10 chilometri dal confine libanese.
La vita di Samir Qantar fu per buona parte interessata dagli atti di terrore: un conflitto fra Israele da una parte e le milizie sciite di Hezbollah dall’altra. E il raid dell’ultima notte nel quartiere di Jaramana a Damasca non è altro che l’ultimo capitolo di una vita vissuta fra gragnole di bombe e proiettili.
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