La morte ha sorriso al suo assassino

Da Paultemplar

Una donna, Greta von Holstein, mentre è su una carrozza, ha un incidente; la ragazza, sbalzata dall’interno, picchia il capo e subisce un trauma con relativa perdita di memoria.
Greta assomiglia in maniera incredibile ad una donna, sua omonima, che si è vista per un attimo ad inizio film; il suo volto appare su una lapide, davanti alla quale c’è un uomo che piange.
Soccorsa dai padroni di una villa, i coniugi Walter  ed Eva  von Ravensbrück,la ragazza viene ospitata nella villa, dove risiede il dottor Sturges, che la cura e ne resta turbato; l’uomo, che conduce misteriosi esperimenti sulla resurrezione, resta particolarmente colpito da un medaglione-amuleto che Greta porta al collo.

Greta si risveglia dopo l’incidente

Eva Aulin è Greta

Nel frattempo la venuta di Greta sembra alterare in qualche modo gli equilibri della casa e delle vite dei suoi abitanti; parallelamente iniziano ad accadere strane cose.
Una cameriera della villa decide di licenziarsi, e si allontana in fretta dalla stessa, ma viene raggiunta e barbaramente trucidata con una fucilata in pieno volto.
Tra i coniugi von Ravensbrück iniziano i primi problemi; sia Walter,sia Eva, si invaghiscono della bellissima e impenetrabile Greta.Il rapporto a tre prosegue per qualche tempo, fino a quando Eva, accortasi della relazione di Greta con Walter, spinta dalla gelosia, con un tranello porta la ragazza nei sotterranei della villa, dove la mura viva.
La scomparsa della ragazza allarma Walter, che tuttavia deve prendere atto della situazione, e nonostante l’arrivo della polizia, ben presto il tutto arriva ad una fase di stallo.

Gli esperimenti del dottor Sturges

Ma le sorprese stanno per iniziare:una sera nella villa Walter e Eva organizzano un ballo in maschera, durante il quale ecco apparire una donna che ha le stesse fattezze di Greta.
La quale insegue Eva e le mostra il suo volto che all’improvviso si trasforma in un orribile teschio; sconvolta, Eva si getta dal terrazzo della villa.
La morte arriva a colpire Walter, che viene ucciso e appeso come un animale squartato ai ganci della stalla, mentre il padre di Walter, che in realtà è il marito di Greta, viene lasciato morire rinchiuso in una tomba.

Morte della cameriera…..

… e dell’assistente di Sturges

Muore anche un servitore della villa, ucciso a coltellate; il commissario che intanto indaga sulle misteriose sparizioni e sulle morti, rinviene l’amuleto e decide di farlo esaminare da uno studioso.
Quest’ultimo rivela che l’antico amuleto serviva agli inca come parte di un rituale atto a far resuscitare i morti.
Il commissario decide di far visita al fratello di greta, che si stava occupando del caso; ma lo rinviene morto.L’uomo infatti è stato ucciso proprio da Greta che gli ha lanciato contro il volto un gatto.
La soluzione del rebus è singolare; Greta era morta di parto anni prima, ma suo fratello la aveva richiamata in vita proprio grazie all’amuleto; ma quando il commissario si reca a trovare Greta nella sua tomba, scopre che è vuota………..

La misteriosa Greta

…mette in atto le sue arti di seduzione nei confronti di Eva

La morte ha sorriso all’assassino, girato da Aristide Massaccesi con il suo vero nome, è un horror/thriller girato nel 1972; pasticciato, a tratti quasi indecifrabile, mostra cose egregie (la solita mano di Massaccesi, abile e scaltra) a soluzioni tirate per i capelli, quasi un espediente per allungare il brodo e renderlo digeribile.
Il che accade solo a tratti; se la trama horror ha una sua logica, la ha meno la sceneggiatura, spesso lacunosa e incomprensibile; tuttavia il regista, abilmente, ci mette il suo mestiere riuscendo a tirar fuori un prodotto finito se non degno di rilevanza quanto meno non infame.
Il cast raggiunge a mala pena la sufficienza, essendo male assortito; a disagio Luciano Rossi, Klaus Kinskj appare come un corpo estraneo. Un tantino meglio Eva Aulin, che sopperisce con la sua bellezza, strappando però a mala pena la sufficienza.

Eva Aulin

Un film decisamente in tono minore, arruffato, con pochi momenti brillanti, legati alle improvvise trasformazioni di Greta; il tutto condito da qualche blanda scena erotica con protagoniste la bella Aulin, che interpreta Greta e Angela Bo, che interpreta Eva.

Walter e Eva nell’intimità

La morte ha sorriso all’assassino,un film di Aristide Massaccesi. Con Klaus Kinski, Ewa Aulin, Giacomo Rossi Stuart, Attilio Dottesio,Marco Mariani, Fernando Cerulli, Giorgio Dolfin, Carla Mancini, Angela Bo, Luciano Rossi
Drammatico, durata 91 min. – Italia 1973.

L’orrenda trasformazione di Greta

Il suicidio di Eva

Nel sepolcro

La terrificante trasformazione di Greta, da mostro…

… a splendida e enigmatica ragazza

Morte del fratello di Greta

L’orrenda morte di Walter

L’ultima vittima, il fratello di Greta


Ewa Aulin: Greta von Holstein
Klaus Kinski: dottor Sturges
Angela Bo: Eva von Ravensbrück
Sergio Doria: Walter von Ravensbrück
Attilio Dottesio: ispettore Dannick
Marco Mariani: Simeon
Luciano Rossi: Franz
Giacomo Rossi Stuart: dottor von Ravensbrück
Fernando Cerulli: professor Kempte
Pietro Torrisi: assistente muto del Dr. Sturges


D’Amato cava sangue dalle rape, ma sempre rape rimangono. Lento, per arrivare a metraggio decente, impreziosito da fotografia splendida (molte le inquadrature dal basso) e da carezzevoli musiche di Berto Pisano (forse si sente pure il flicorno). Molta eco da Poe. Un po’ buffa l’ambientazione teutonica in un’orgia di… pini marittimi. I migliori sono Kinski e Dottesio (doppiato da Cigoli). La Aulin è, come spesso avviene, talmente candida da sfociare nel perverso

Esordio (ufficiale) in regia per Massaccesi, dopo una lunghissima gavetta come tuttofare nell’ambiente del cinema, ed unico film siglato con il suo vero nome (a fronte di un incalcolabile numero di pseudonimi). Si tratta di un horror gotico, con momenti di violenza grafica molto forti per l’epoca, come un volto sfigurato da un coltello, un cadavere sbudellato e una fucilata in faccia. La trama piuttosto contorta e confusa non preclude al regista la possibilità di portare sullo schermo buone sequenze di tensione e di erotismo.

Mentre tecnicamente qua e là qualcosina funziona (ma giusto qualcosa), dal punto di vista narrativo le cose non funzionano assolutamente: la storia, infatti, è confusionaria e farraginosa ma soprattutto sconta un ritmo molto lento che nemmeno un finale a sorpresa, anche se non troppo, riesce a risollevare. Solo per i fan del regista e, forse, nemmeno loro apprezzeranno.

Interessante gotico pieno di enormi pregi, ma con qualche difetto non indifferente. Tra i pregi ricordiamo l’ottima regia, la bellissima fotografia, la notevolissima colonna sonora e il buon cast. Tra i difetti invece abbiamo una storia lenta e sconclusionata, che fatica moltissimo ad ingranare e che non riesce assolutamente ad appassionare. Non mancano le scene splatter, a tratti fin troppo esagerate. Il finale verrà ripreso da un horror americano di poco successivo.

Storia horroromantica, dove la bellissima Ewa Aulin seduce tutti, spettatore compreso, con la sua dolcezza carica di sensualità all’inverosimile. Atmosfera morbida e torbida allo stesso tempo, condita da uno splendido tema musicale, perfetto per questo prodotto. Certo, la sceneggiatura alcune volte barcolla, ma l’insieme gustoso degli splendidi costumi e della suggestiva ambientazione, compensa adeguatamente le mancanze. Lo ricordo davvero volentieri questo film, bella creatura dell’indimenticabile Aristide Massaccesi.