L’accostamento può sembrare improprio e incomprensibile ma trovo che vi sia un nesso eziologico tra il tema dell’elisir di lunga vita e l’esistenza quasi secolare di Andreotti e, soprattutto, tra il titolo del film e il suo rovescio rappresentato dalle reazioni dell’opinione pubblica e della gente comune poco dopo la notizia della sua scomparsa.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è limitato ad un commento laconico affidando alla Storia il compito di elaborare un giudizio equo ed obiettivo sull'operato di Andreotti e su quanto lo stesso abbia rappresentato per la prima, seconda (e terza) repubblica. Una citazione implicita dei versi dell’ode manzonianaIl 5 maggio: “Ai posteri l’ardua sentenza”.
Ma ciò che forse ha destato più clamore è stata la reazione popolare sintetizzata dai fischi che si sono uditi in tutti gli stadi calcistici in occasione del minuto di raccoglimento per commemorare la morte di questo controverso e discusso personaggio. E’senza dubbio un comportamento atipico, nella circostanza sicuramente inopportuno e irriverente, ma che sembra già segnare un primo sommario (e implacabile) giudizio.
Forse della sua lunga esperienza politica non si perdonano alcuni eventi che suonano come macchie indelebili del suo corposo e articolato curriculum, come l’omicidio del giornalista Pecorelli per il quale Andreotti venne accusato di essere stato il mandante. L’ex senatore a vita, secondo l’impianto accusatorio, avrebbe agito per impedire il diffondersi di informazioni alquanto compromettenti, -come quelle legate al sequestro di Aldo Moro-, che avrebbero potuto stroncargli la carriera politica.
Ma fu soprattutto l’esito dei processi antimafia (vedi il famoso bacio di Riina) a determinare forti critiche nell'opinione pubblica nonostante le sentenze di proscioglimento che non esclusero la colpevolezza di Andreotti “per i fatti fino alla primavera del 1980”. Come dire che il reato, anche se prescritto, era stato comunque commesso.
Personalmente ritengo che la morte sia un evento che appartenga alla nostra sfera più intima e che qualsiasi giudizio sull'operato di chi ha lasciato il mondo terreno rientri nell'alveo della propria coscienza individuale. La remissione del peccato, per chi è credente, è operazione che trascende qualsiasi esame critico da consegnare alla Storia a mo’ di insegnamento. Come tale rifugge e si distingue da reazioni scomposte o inopportune trovando la sua più elevata autenticità nelle eterne atmosfere del silenzio.http://feeds.feedburner.com/VittorianoBorrelliLeParoleDelMioTempo