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“La Mossa dell’alfiere” di Diane A. S. Stuckart: la prima indagine di Leonardo da Vinci

Creato il 15 agosto 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
“La Mossa dell’alfiere” di Diane A. S. Stuckart: la prima indagine di Leonardo da VinciAutore: Diane A. S. Stuckart Titolo: La mossa dell'alfiere Titolo Originale: The Queen’s Gambit Traduzione di Roberta Zuppet 
Pag. 358
Prezzo: 9,00 Trama: Milano, 1483. Il duca Ludovico Sforza, detto il Moro, e il suo ospite, l’ambasciatore di Francia, hanno messo gli occhi su un dipinto che Leonardo da Vinci, da poco nominato ingegnere di corte, ha portato con sé da Firenze. Per stabilire chi di loro si aggiudicherà quel capolavoro, i due nobili si sfidano a una partita a scacchi viventi. Durante il gioco, però, accade l’irreparabile: il conte di Ferrara, che impersonava l’alfiere bianco, viene trovato morto nel cortile del castello. L’omicidio getta l’ombra del sospetto sulla corte e il Moro, temendo che si tratti di una congiura ordita da uno dei suoi consiglieri, chiede l’aiuto di Leonardo, l’unico uomo la cui integrità non potrebbe mai essere messa in dubbio. Il maestro accetta d’indagare sull’assassinio, ma, per poter raccogliere tutti gli indizi, ha bisogno di osservare il personale del castello senza dare nell’occhio, cosa che, data la sua fama, gli è impossibile. Perciò si affida all’abilità e alla scaltrezza del suo nuovo apprendista, Dino, e lo incarica di essere i suoi occhi e le sue orecchie. Compito non facile per il giovane, che dovrà sia aiutare Leonardo a smascherare il colpevole sia riuscire a tenere celato il proprio segreto. Un segreto che, se scoperto, potrebbe mettere a repentaglio non solo la vita di Dino, ma anche quella del maestro… 

“… La trama ipnotica si avvia rapidamente ad una conclusione drammatica che lascerà i lettori ad attendere ansiosamente il prossimo volume.” – Publishers Weekly

RECENSIONE
“La cosa più importante del matrimonio è portare rispetto al proprio marito e fargli credere che sia lui a comandare”, aveva proseguito con uno sbuffo che indicava la sua bassa opinione sulle capacità maschili. “Non toccare mai i suoi effetti personali e non ficcanasare nei suoi documenti, o almeno fa’ in modo che non se ne accorga. E ricorda: il fatto che tu sia più intelligente di lui non conta nulla. Il tuo compito è mostrarti remissiva, anche se può essere ruvido come uno straccio per tamponare le mestruazioni.”
Dopo questo discorso incoraggiante da parte della madre, Delfina dovrebbe essere felice di andare in sposa al signor Niccolò? Quello stesso signor Niccolò che ha interpretato uno dei diavoli minori nella Tentazione di Gesù (salvo poi dare lineamenti più vaghi al diavolo in questione e raffigurare il ricco mercante nei panni di uno degli angeli che difendevano Gesù)? 
Delfina Della Fazia sapeva dipingere come nessun’altra donna, riproducendo drammatiche immagini di santi e guerrieri con un talento che suscitava tanti elogi quante critiche.
Forse, un modo per sfuggire al matrimonio e dedicarsi alla sua arte c’è, specialmente da quando a Milano opera Leonardo da Vinci: se Delfina fosse un ragazzo, grazie alle sue capacità, potrebbe presentarsi ed essere ammessa fra gli apprendisti del maestro. Se solo fosse un ragazzo… Così Delfina si trasforma in Dino e fugge dal suo paese vicino a Milano, per recarsi da Leonardo, che si trova presso la corte di Ludovico il Moro a prestare la sua opera  .

Ma oltre che in ragazzo, Delfina-Dino si trasforma anche in Watson per Leonardo-Sherlock Holmes. Perché proprio come Watson, è lei a raccontarci lo svolgimento delle indagini, e proprio come l'assistente del più famoso investigatore al mondo anche lei ammirerà la capacità di ragionamento del suo Sherlock Holmes.

“La Mossa dell’alfiere” di Diane A. S. Stuckart: la prima indagine di Leonardo da Vinci

La celebre rappresentazione della partita a scacchi di Marostica

Ludovico il Moro e Monsieur Villasse, l’ambasciatore francese presso la corte sforzesca, hanno entrambi messo gli occhi su un dipinto di Leonardo. Per risolvere la questione in modo che nessuno rimanga offeso, i due hanno deciso che si aggiudicherà il dipinto colui che vincerà un gioco di abilità. Si sceglie il gioco degli scacchi, ma per rendere la sfida un evento, Ludovico decreta che la partita si svolgerà nei giardini del Castello, e che i pezzi saranno persone in carne ed ossa, come già era avvenuto a Marostica nel 1454 (la storica partita fra Rinaldo d'Angarano e Vieri da Vallonara, che ancora ai giorni nostri si svolge nella piazza del Castello da Basso ogni due anni per evocare quella prima sfida, è stata probabilmente una fonte di ispirazione per la Stuckart).  Ma durante una pausa nel corso della partita, uno degli alfieri bianchi, o meglio dei vescovi bianchi (non dimentichiamo che in inglese l’alfiere del gioco degli scacchi si chiama bishop, cioè vescovo) viene ritrovato assassinato proprio da Dino nel giardino segreto del castello. È con questa scena che si apre il libro: il morto è il conte di Ferrara, Orlando, cugino di Ludovico il Moro, che era appena stato nominato ambasciatore degli Sforza alla corte di Francia. Dino, anziché rivelare a tutti l’omicidio, scatenando un putiferio, si rivolge al suo maestro, che per prima cosa chiede al suo apprendista di rimpiazzare il conte Orlando nella partita, mandandolo dal signor Luigi, il sarto di corte, per essere vestito della tenuta bianca da vescovo. Nel frattempo Dino, dal cuore della scacchiera, potrà valutare le reazioni degli altri nobili della corte  .

“La Mossa dell’alfiere” di Diane A. S. Stuckart: la prima indagine di Leonardo da Vinci

Certosa di Pavia (interno)

Cenotafio di Ludovico il Moro e Beatrice D'Este
(Cristoforo Solari 1497)

Cominciano così le indagini sull’omicidio del conte, che si svolgeranno fra banchetti, appartamenti del castello e cripte al cimitero, con Dino che, per affiancare il suo maestro, dovrà camuffarsi ora in un elegante paggio, ora in un coppiere; perché laddove davanti a Leonardo gli indagati mascherano le reazioni, davanti ad un insignificante servitore non credono che ciò sia necessario. Il tutto con la complicità del signor Luigi, che, da abile sarto, scopre subito il segreto di Delfina-Dino. in quel dato momento.

Al Leonardo della Stuckart viene attribuita ogni sorta di invenzione, non soltanto le innumerevoli che furono realmente frutto del suo grande genio. Il maestro (o inventintore, per citare la mia collega di Diario Roberta Maciocci ne la recensione L'incubo di Leonardo) indossa un orologio da polso, ed il suo “giocattolo telecomandato (chissà come?) servirà a togliere dai guai i nostri eroi in un momento di estremo pericolo.

“La Mossa dell’alfiere” di Diane A. S. Stuckart: la prima indagine di Leonardo da Vinci

Non svelo nulla delle indagini di Dino e di Leonardo, che lascio scoprire a chi leggerà questo intrigante caso, dato che un giallo risulta appassionante quanto più si scoprono indizi nell’arco della lettura. Mi limito a dirvi che, come deve essere in ogni buon giallo, la storia cattura dalla prima all’ultima pagina. Alle indagini si alternano i ricordi di Delfina Della Fazia, che racconta la sua storia nei tempi morti, e che, con la sua menzogna, rende il racconto ancora più appassionante. Ogni capitolo è introdotto da una citazione di Leonardo, ma, mentre per i capitoli dispari si tratta di citazioni vere (tratte cioè dai suoi veri scritti, il Codice Atlantico, il Trattato della Pittura, il Manoscritto Forster II, ecc.), nei capitoli pari tali citazioni sono tratte dai Taccuini di Delfina Della Fazia che, proprio come il suo maestro, ama appuntare e fare schizzi di tutto ciò che la fa riflettere.

“La Mossa dell’alfiere” di Diane A. S. Stuckart: la prima indagine di Leonardo da Vinci

Ludovico il Moro

Pala Sforzesca
Pinacoteca di Brera

Un piccolo appunto va fatto alla precisione storica: come la stessa Diane A.S. Stuckart chiarisce nella Nota dell’Autrice che sebbene il Moro ai tempi in cui si svolge l’indagine (1483) non era di nome il duca di Milano, ma solo governatore, lo era però di fatto, avendo usurpato il potere al nipote nel 1480. In realtà fu nominato duca dal papa solo nel 1494. La Stuckhart, però, utilizza l’appellativo ducale per semplicità 
Inoltre il personaggio di Orlando, ossia la vittima, mi sembra alquanto inverosimile: cugino di Ludovico Sforza e conte di Ferrara… Ma Ferrara era un ducato e, sebbene il Moro nel 1491 sposasse Bianca d’Este, figlia di Ercole I d’Este, nel 1483 era improbabile che Ludovico avesse un cugino che fosse conte di Ferrara e che vivesse alla sua corte. Perdoniamo alla Stuckart questa inesattezza per esigenze di copione, dato che Orlando doveva essere sacrificato alla trama, venendo assassinato fin dal primo capitolo, per cui, di certo l’autrice non poteva far morire un personaggio storico in modo differente da come era accaduto in realtà. Un vero personaggio storico è invece l’arcivescovo di Milano Stefano Nardini, figura chiave nell’indagine. Ed ancora, è vero che Leonardo non conosceva il Latino (per fortuna che Delfina lo aveva studiato, dunque!). Riguardo alle tendenze sessuali di Leonardo, trattandosi solo di supposizioni e pettegolezzi, la Stuckart ha preferito tralasciare l’argomento, per quanto, nel corso delle indagini i personaggi secondari facciano battutine riguardo alla stretta collaborazione fra il maestro ed il suo apprendista Dino. Condivido in pieno la sua scelta, dal momento che qualunque presunta preferenza sessuale da parte del maestro non sarebbe potuta essere provata, ed avrebbe potuto snaturare senza un vero scopo non solo il personaggio letterario, ma anche quello storico.  Un giallo storico gradevolissimo, che ci trasporta direttamente nella Milano Rinascimentale, grazie ad un personaggio che tutti avremmo voluto conoscere, il grandissimo Leonardo da Vinci, e ad una protagonista-narratrice intelligente ed interessantissima. Non vedo l’ora di leggere il secondo ed il terzo episodio della serie!
“La Mossa dell’alfiere” di Diane A. S. Stuckart: la prima indagine di Leonardo da Vinci L’AUTRICE:
Diane A.S. Stuckart nata in Texas, nella piccola città di Lubbock. Dopo aver conseguito la laurea in Giornalismo presso l’University of Oklahoma, ha deciso di dedicare sempre più tempo agli studi storici, affascinata in particolare dal Rinascimento italiano. E proprio dall’unione di questo suo interesse con la passione per la scrittura è nata la serie che ha come protagonista un inedito Leonardo da Vinci detective. La casa editrice Nord ha pubblicato la seconda indagine, La dama di Leonardo (2010), e la terza, L’incubo di Leonardo (2011).  Sito Autrice


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