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La motivazione personale: vista da Oriente e vista da Occidente

Creato il 07 novembre 2011 da Milleorienti

Cari lettori, qui di seguito la mia rubrica “MilleOrienti” pubblicata sul numero di ottobre 2011 del mensile Yoga Journal. Attendo le vostre opinioni, buona lettura.

Ognuno di noi si è posto il problema di darsi una giusta motivazione, sia per superare le avversità della vita sia semplicemente per migliorare la propria condizione. Una questione importante, la motivazione, che è legata a due temi altrettanto significativi: quello del “controllo” e quello dello “scopo”.
Occidente e Oriente concepiscono la resistenza alle avversità in modi opposti: il primo persegue il controllo della realtà, il se

La motivazione personale: vista da Oriente e vista da Occidente
condo persegue il controllo di sè, ovvero la consapevolezza.  Facciamo un esempio. Un uomo va in barca a vela quando improvvisamente si accorge che il vento è caduto e la barca è quasi ferma. La realtà è sfuggita al controllo dell’uomo: che fare? Ci sono tre atteggiamenti possibili: il pessimista si lamenta per la mancanza di vento, l’ottimista rimane convinto che il vento tornerà, il realista aggiusta tranquillo le vele per catturare ogni refolo.

L’importante è dunque avere un’attitudine flessibile: far fronte alla realtà senza opporci ad essa. Un’attitudine che ci servirà per identificare i nostri scopi trovando la giusta motivazione.
Secondo il Buddhismo, lo scopo del meditante è raggiungere l’illuminazione e diventare un Buddha. Eppure un koan Zen dice: «Se incontri il Buddha uccidilo». Significa che non si deve cadere nella trappola dell’attaccamento allo scopo, perché l’eccessivo attaccamento – alla realtà, ai bisogni, ai desideri, alle mete, foss’anche quella di diventare un Buddha – è il contrario della via che può (“può”, non “deve”) portare all’illuminazione.

Il controllo di sé e la capacità di non identificarsi con falsi scopi sono dunque due elementi fondamentali per darsi una giusta motivazione nella vita. Accanto ad essi c’è un terzo elemento: l’arte della speranza. Che consiste nella capacità di rappresentare gli eventi negativi come limitati e temporanei, non definitivi. Meditando su questi tre elementi possiamo trovare la giusta motivazione per noi stessi, per il nostro viaggio. Senza dimenticare, naturalmente, che la cosa importante del viaggio non è la meta, ma il viaggio in sè.


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