Alta Fedeltà è un film del 200o del regista Stephen Frears con John e Joan Cusack, Jack Black, Tim Robbins, Catherine Zeta Jones e Lisa Bonet.
Il film, basato dall’omonimo romanzo di Nick Hornby (qui la recensione), racconta la storia di Rob Gordon, un trentenne direttore e primo commesso del Championship Vinyl, fornitissimo negozio di dischi della periferia di Chicago. Insieme agli amici/dipendenti Barry e Dick, il giovane commerciante è solito stilare delle classifiche, chiamate Top Five, su ogni aspetto della vita, dai lavori preferiti alle ex ragazze: un argomento che lo ossessiona.
Una breve scena del film..
Rob è un maestro di contraddizioni e un guru della spocchia che solo i veri intenditori di musica sanno avere, per lui la vita è tutta una classifica in cui quello che succederà in futuro deve per forza essere migliore di quello che è già successo. Il ragazzo pasticcia con i suoi sentimenti e con quelli delle ragazze che ha frequentato e che critica, spesso aspramente, per averlo abbandonato senza un valido motivo.
Purtroppo per lui il suo ego è tanto smisurato quanto è fornito il suo negozio.
Da questa storia viene fuori una colonna sonora non indifferente che riesce a coniugare bellezza e ricercatezza proponendo brani poco conosciuti, e quasi di nicchia, di artisti molto conosciuti.
Le musiche sono state gestite dal grande Howard Shore (Il Signore Degli Anelli, Il Silenzio degli innocenti e Philadelphia) che ha scelto pezzi ad hoc in linea con il carattere altezzoso e spocchioso di Rob. Ci sono i Kinks, i Velvet Undeground, Bob Dylan e Stevie Wonder ma il brano che vi voglio fare ascoltare è, a mio avviso, uno dei più belli e significativi dell’intero panorama della storia della musica, che oltrepassa i generi e le mode e che delinea un confine marcato tra quello che era la musica prima e quella che sarà dopo.
Signori, a voi il grande Marvin Gaye con Let’s Get It On