Care Amiche e Amici del mio blog, “rovistando” in internet ho scovato un libro fatto su misura per me. Si tratta infatti di una antologia di poesie dal titolo “La musica che scorre dai versi”, curata da Janusz Nowosad, musicologo e insegnante di musica, e pubblicata dalla Associazione degli Insegnanti di Musica (Lublino 2012). Da questo libro ho scelto e tradotto le seguenti 10 poesie di 10 differenti autori.
Ignacy Krasicki (1735-1801)
L’usignolo e il cardellino
(fiaba)
Disse il cardellino all’usignolo che se ne stava muto:
“Peccato che canti poco”. L’usignolo rispose arguto:
“Ciò che la natura mi ha dato, eseguo fedelmente.
Meglio poco, ma bene, che molto e assai mediocremente”.
Jarosław Iwaszkiewicz (1894-1980)
Musica di notte
Non inginocchiarti davanti a me amico
Il tempo tra di noi s’è inginocchiato
Il tempo suona
dicono gli Italiani
Stupendo è
il nostro grande rasserenamento
Il mondo è spaventoso
ma cantano in esso
come in un enorme acquario
betulle volpi
torrenti di fiori
strade nei campi
e case di legno
e anche i concerti di Brahms
e i valzer di Chopin
Accogliamo con umiltà
il grande stupore il grande elevamento
la discesa nel sottosuolo
Il tempo ha dato il tempo ha preso
che il suo nome sia lavato nella musica
Non inginocchiarti da’ la mano
baciamoci
con il bacio della pace
Cos’altro mai ci resta?
Maria Pawlikowska-Jasnorzewska (1895-1945)
Uccelli di primavera
Un uccellino sopra uno stecco
del giardino accanto
con una sega di vetro
suona una triste canzone. –
Poco fa suonava un flauto
di melodioso ghiaccio,
ma il sole lo ha sciolto
e in gocce lo ha sparso. –
Là ora un altro, più in alto,
ostinato come un Cinese
che scrolla il capo,
scuote una campanella di vetro. –
I crochi crescono, veloci,
in una dolcezza colorata,
come se sulla bionda terra
l’arcobaleno si fosse calato. –
L’erba cresce all’improvviso
come estratta con la mano,
profumano i candidi fiori,
le balsamine dell’aria,
e un merlo nella nera gola
modella una morbida nota,
attinta anni prima
al pozzo di Melusina. –
Józef Czechowicz (1903-1939)
La musica di via d’Oro
Il cielo muta, la sera si è placata,
il vento sussurra ancora, prima di assopirsi.
Il cielo fruscia col violetto.
Il vento – non più il vento – il sorriso.
Da via Dominikańska il canto del coro;
le ragazze lodano Maria.
Dall’Archidiakońska gli fanno eco
le arie di un violino solitario.
Il silenzio musicale delle case
è congiunto all’arcobaleno,
sulla fronte della chiesa un raggio
scende come ciocca di capelli.
Ed ora qualcuno il silenzio ha teso,
lo batte col pugno di bronzo
la campana della sera,
grondando la forza del metallo,
comincia a suonare sotto la croce:
uno – e due – e tre –
Jerzy Liebert (1904-1931)
La musica del mattino
Lontano e assai leggero
Il vento culla gli alberi e il cielo,
Gli uccelli l’azzurro dalle piccole gole
A gocce spargono nel silenzio.
Il silenzio, come vaso colmo
Fino all’orlo di dolce fluido,
Versa l’azzurro nei bicchieri
Di acacia e di gelsomino.
L’azzurro si unisce all’argento,
Spruzza un forte aroma,
Agli uccelli le ugole graffia
E nuove gocce risuonano.
Marian Piechal (1905-1989)
Musica
Sogno scorrevole, luce udibile,
con impeto nei sensi versati.
Spirito che dalla sabbia una palma
porta fin sotto le nuvole.
Trama inesplicabile
in un tempo senza spazio –
creata come essere immateriale
che non proietta l’ombra.
Puro senso nudo, essenza denudata,
ragione ultima di tutte le cose –
e proprio soltanto qualcosa
troppo ardua per la mente umana.
La casta religione, la musica,
toccherà l’impalpabile,
l’intimo paesaggio dell’anima,
davanti al quale si chiudono gli occhi.
Jerzy Hordyński (1919-1998)
Notturno in Fa-diesis maggiore di Chopin
La musica riempie la sera,
allontana la memoria,
siamo entrati nell’ora dei presagi
veramente soli.
Qualsiasi cosa adesso accadrà,
non soffocherà l’istante,
indovino la morbidezza del tuo volto
dal fruscio delle foglie.
Gli assorti nel respiro del verde
la città trascurerà,
aspettiamo che Dio ci trasformi
in dalie.
Anna Kamieńska (1920-1986)
Silenzio
Mi sono svegliata nel silenzio
come in una tomba appartata
La luce sorride come Beethoven
col sorriso dei sordi
E saranno i miei ultimi giorni
i primi come il violino
perché si sappia
che tutto è nel silenzio
Nel silenzio sei nato
nel silenzio ti rivolterai
Ludwik Jerzy Kern (1921-2010)
Cos’è la musica?
Cos’è la musica? Non lo so.
Forse semplicemente il cielo
Con le note anziché le stelle;
Forse un ponte incantato,
Sul quale gli strumenti
Ci aiutano a passare.
Tutto – come una volta qualcuno disse –
Ha una base musicale.
Perfino il chiaro di luna.
Cos’è la musica? Non lo so.
Forse semplicemente il cielo
Con le note anziché le stelle.
Jerzy Harasymowicz (1933-1999)
L’organo del villaggio
Prendi un vecchietto
Prendi un litro di miele
Prendi un temporale che brontola lontano
Prendi un gatto da dietro la stufa
Prendi un gruppetto di colombi
Prendi la più grassa perpetua
Prendi i cherubini paffuti come luna piena
morsicchiati dalle api del paradiso
Aggiungi tre sorrisi di san Francesco
La querula smorfia di un angioletto
Di’
Mettetevi in posa per una foto di gruppo
E quando l’avranno fatto aspetta che dalla finestra
entri un fascio di sole
d’oro
E quando li avrà del tutto indorati
Quando non si saprà se è un litro di miele
o un cherubino
Allora bacia la mano di legno tarlato del santo
che non lontano caccia via una gazza dalla nicchia
Fa’ così e l’organo fratello sentirai
brontolare come un leone
nel barocco della criniera
(C) by Paolo Statuti