La musica di gennaio

Creato il 26 gennaio 2014 da Cannibal Kid
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Cosa sto ascoltando in questo caldo gennaio?
Innanzitutto, ho trovato un nuovo inno personale: "Cannibal" degli alternative-rockers americani Silversun Pickups. Un brano che - credo - hanno composto pensando appositamente a me. Altroché "Meno male che Silvio c'è".

Che altro sto sentendo? Ecco la playlist "Fresh Start 2014" con i miei pezzi del momento che vi potete ascoltare su Spotify.

Ed ecco alcuni album arrivati alle mie orecchie in questo primo squarcio scorcio di 2014 che mi sento di consigliarvi e uno che invece mi sento di sconsigliarvi.
Disco da consumare furiosamente del mese Warpaint “Warpaint” Ipnotico, sognante, intrippante. Il secondo album delle Warpaint è un sogno a occhi aperti, se mentre lo si ascolta si tengono gli occhi aperti. Un sogno a occhi chiusi, se mentre lo si ascolta si tengono gli occhi chiusi. Tra echi di Bat for Lashes, Bjork, PJ Havey, Radiohead periodo Ok Computer, Portishead e trip-hop vario, le Warpaint finiscono per suonare solo come loro stesse e mi hanno regalato fin da adesso quello che posso considerare uno dei miei personali dischi cult dell’anno. (voto 8/10)

Disco radical-chic del mese La Femme “Psycho Tropical Berlin” A dirla tutta, questo è un disco del 2013. Inserito tra gli album dell’anno dalla prestigiosa rivista musicale franscese Les Inrocks, ho cominciato ad ascoltarlo soltanto in questo inizio di 2014 ed è la cosa più fica che si possa trovare in circolazione oggi: un suono surf rock anni ’60 mixato a un’attitudine new-wave anni ’80, il tutto rivisitato in chiave attuale e con alternarsi di voci maschili e femminili rigorosamente in francese. Tutto très chic, tutto très bon. Tra un po' magari li sentirete in un film di Tarantino o usati come nuova sigla de Le Iene, ma non dimenticate chi ve li ha segnalati prima di tutti (almeno in Italia). (voto 7,5/10)

Disco cool del mese Sharon Jones & the Dap-Kings “Give the People What They Want” “Give the People What They Want”, annuncia Sharon Jones insieme ai suoi nel titolo di questo nuovo lavoro.
E cosa vuole la gente da loro? Dell’ottimo, esaltante funk-soul. Ed è proprio ciò che ci hanno dato. Ah, se solo anche i politici mantenessero con i fatti altrettanta fede a ciò che dicono con le parole. (voto 6,5/10)

Disco rock del mese Young the Giant “Mind Over Matter” Oh, finalmente un bel disco rock! Era dagli anni ’90 che non mi usciva una frase del genere. O forse è capitato anche più di recente, ma non troppe volte e comunque non ricordo più da quanto... (voto 6,5/10)

Disco post-rock del mese Mogwai “Rave Tapes” Dopo la splendide musiche realizzate per la serie francese Les Revenants, che se non avete ancora visto tranquilli perché vi state solo perdendo un capolavoro, i Mogwai confermano un buon stato di forma con il loro nuovo album, prevalentemente strumentale ma con qualche gradito inserto vocale. Post-rock piacevole, niente in grado di far gridare al miracolo, non si raggiunge il sublime come con i temi musicali de Les Revenants, anche se le sonorità qui sono molte vicine, ma si tratta di un buon disco, “solo” un buon disco. Eh no, a dispetto del titolo, non è musica da rave. Proprio per niente. (voto 6,5/10)

Disco ninna nanna del mese Marissa Nadler “July” Fare uscire un disco intitolato “July” a gennaio non ha molto senso. Ha però senso quando lo metti su e ti rendi conto che è un perfetto ascolto invernale. Sarebbe stato più giusto allora intitolarlo “January”, ma vabbè, al di là di queste sottigliezze premete play, avvolgetevi in una coperta e ascoltatevi al calduccio questo Janu… questo July anticipato. (voto 7/10)

Disco da evitare del mese Bruce Springsteen “High Hopes” C’è crisi, che ci volete fare, e la sente pure uno come Bruce Springsteen. Per fare qualche soldino, ecco allora che il Boss ha pubblicato un disco che la sua casa discografica vuole spacciare come un album nuovo di pacca, quando in realtà è una raccolta di cover, vecchi brani rivisitati e di scarti dei suoi ultimi lavori, che già non è che fossero il massimo della vita. Quella che ne è uscita è una modestissima selezione di pezzi di seconda scelta in cui qua e là si aggiunge la chitarra dell’ormai prezzemolino Tom Morello, di recente pure nella colonna sonora del pessimo Pacific Rim. Ma che ci volete fare, c'è crisi pure per il chitarrista dei Rage Against the Machine che oggi pare privo della sua passata Rage e probabilmente ha bisogno di soldi per acquistare una nuova Machine.
I fans più accaniti del Vasco americano, scusate, scusate tanto, volevo dire del Ligabue americano saranno comunque contenti di questa spudorata operazione commerciale, scusate, scusate ancora, volevo dire di questo "nuovo" disco. E l’etichetta discografica di bruspristi lo sarà ancora di più. Tutti gli altri possono invece girare al largo altrettanto contenti. (voto 4/10)

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