Del peso di mezza tonnellata scarsa e delle dimensioni paragonabili a quelle di una cabina telefonica, l’osservatorio ospita un unico strumento scientifico, costituito da tre spettrometri ad infrarossi alimentati da un telescopio comune. Da un orbita quasi-polare a un’altezza di 705 km, la sonda raccoglierà ogni giorno circa 100.000 misurazioni di CO2 in tutto il mondo, per contribuire a determinarne con precisione l’origine e i flussi trasformativi, nel tentativo di capire come le attività umane influiscano sul cambiamento climatico e come si possano mitigarne gli effetti. All’alba della rivoluzione industriale c’erano circa 280 parti per milione (ppm) di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre, mentre oggi il livello di CO2 è salito a circa 400 parti per milione.
Secondo la NASA, la missione OCO-2 fornirà un quadro globale sia delle fonti, naturali e umane, di anidride carbonica, che dei “pozzi di assorbimento”, quei processi di immagazzinamento della CO2 che avvengono naturalmente nell’oceano e sulla terraferma. “L’anidride carbonica in atmosfera gioca un ruolo critico nel bilancio energetico del nostro pianeta, ed è un elemento chiave per capire come il nostro clima stia cambiando”, ha commentato Michael Freilich, direttore della Divisione Scienze della Terra della NASA. “Con la missione OCO-2, la NASA contribuirà con una nuova importante sorgente di osservazioni globali alla sfida scientifica per meglio comprendere la nostra Terra e il suo futuro”.
Fonte: Media INAF | Scritto da Stefano Parisini