Ad oggi, l’obiettivo ufficiale della Nasa è quello di mandare un equipaggio umano su Marte entro il 2030. Il “come fare” per realizzare l’ambizioso proposito è oggetto di discussione. Il giornalista scientifico Eric Berger ha recentemente affermato che l’agenzia spaziale americana in realtà ha intenzione di tornare prima sulla Luna, come tappa intermedia per raggiungere l’obiettivo finale. Come si legge nell’articolo comparso sul blog My San Antonio, sebbene Obama nel 2010 abbia delineato come obiettivo principale quello di spedire un equipaggio umano su Marte nel 2030, Berger ritiene che la Nasa stia considerando “silenziosamente” la possibilità di tornare prima sulla Luna. Secondo Berger, gli studi interni considerano il nostro satellite naturale un significativo trampolino di lancio verso il pianeta rosso. «William Gerstenmaier, capo del settore delle esplorazioni umane della Nasa, pensa che il progetto esistente di una missione diretta di 900 giorni verso Marte non sia un obiettivo realizzabile», scrive Berger. Alla perplessità di Gerstenmaier si aggiunge un ampio rapporto di 286 pagine sviluppato dal National Research Council (NRC) nel giugno 2014. Secondo il documento, l’obiettivo di raggiungere Marte sarà destinato al fallimento se non si apportano significative modifiche al piano concepito dalla Nasa. Senza lo stanziamento di adeguate risorse finanziarie, un obiettivo chiaro o l’aiuto di nazioni emergenti come la Cina, la Nasa non sarà in grado di far fare un nuovo “passo da gigante” all’umanità. Il National Research Council ha esaminato tre opzioni per raggiungere Marte, due delle quali prevedono il ritorno sulla Luna per testare le tecnologie più favorevoli al viaggio verso Marte. Una delle idee sul tavolo è quella di dismettere la Stazione Spaziale Internazionale e di creare un “molo spaziale” in orbita attorno alla Luna. Gli astronauti utilizzerebbero la stazione per eventuali discese sulla Luna e come “stazione di servizio” per fare rifornimento sulla strada per Marte. «La prossima destinazione logica? Ovviamente, la Luna che è a soli tre giorni di distanza», ha detto l’ex astronauta Chris Hadfield. «Se c’è qualche problema, si può sempre girare e tornare indietro», ha spiegato illustrando i motivi per i quali la Nasa dovrebbe prendere in considerazione di tornare prima sulla Luna. «Sembra esserci una gran fretta di andare su Marte, ma non c’è ancora una tecnologia per rendere il viaggio abbastanza sicuro e conveniente». Nel marzo di quest’anno, il dottor Orfeu Bertolami, fisico teorico presso l’Università di Porto, ha completato uno studio nel quale è dimostrato che non esiste ancora un modo praticabile per arrivare su Marte nei prossimi decenni. «Nonostante quello che dice la gente, siamo ancora lontani del raggiungere Marte», ha detto Bertolami. Ma non è tutto negativo come sembra. Recentemente, la Nasa ha finanziato con un assegno di 10 milioni di dollari una società con sede in Texas chiamata Ad Astra per lo sviluppo di un motore spaziale in grado di raggiungere Marte in soli 39 giorni. Il sistema, chiamato VASIMR, richiede un reattore nucleare e utilizza il plasma come propellente, consentendo di abbattere la durata del viaggio da mesi a settimane. In ogni caso, la missione su Marte non potrebbe durare meno di due anni, dato che è possibile accorciare le distanze lanciando solo quando Terra e Marte sono allineati, fenomeno che avviene per l’appunto ogni due anni. Tuttavia, se questo nuovo motore dovesse vedere la luce, forse l’obiettivo della Nasa di compiere il “passo da gigante” verso Marte sarà realizzabile. Altrimenti, il ritorno sulla Luna potrebbe essere la migliore alternativa. Fonte: www.ilnavigatorecurioso.it
Ad oggi, l’obiettivo ufficiale della Nasa è quello di mandare un equipaggio umano su Marte entro il 2030. Il “come fare” per realizzare l’ambizioso proposito è oggetto di discussione. Il giornalista scientifico Eric Berger ha recentemente affermato che l’agenzia spaziale americana in realtà ha intenzione di tornare prima sulla Luna, come tappa intermedia per raggiungere l’obiettivo finale. Come si legge nell’articolo comparso sul blog My San Antonio, sebbene Obama nel 2010 abbia delineato come obiettivo principale quello di spedire un equipaggio umano su Marte nel 2030, Berger ritiene che la Nasa stia considerando “silenziosamente” la possibilità di tornare prima sulla Luna. Secondo Berger, gli studi interni considerano il nostro satellite naturale un significativo trampolino di lancio verso il pianeta rosso. «William Gerstenmaier, capo del settore delle esplorazioni umane della Nasa, pensa che il progetto esistente di una missione diretta di 900 giorni verso Marte non sia un obiettivo realizzabile», scrive Berger. Alla perplessità di Gerstenmaier si aggiunge un ampio rapporto di 286 pagine sviluppato dal National Research Council (NRC) nel giugno 2014. Secondo il documento, l’obiettivo di raggiungere Marte sarà destinato al fallimento se non si apportano significative modifiche al piano concepito dalla Nasa. Senza lo stanziamento di adeguate risorse finanziarie, un obiettivo chiaro o l’aiuto di nazioni emergenti come la Cina, la Nasa non sarà in grado di far fare un nuovo “passo da gigante” all’umanità. Il National Research Council ha esaminato tre opzioni per raggiungere Marte, due delle quali prevedono il ritorno sulla Luna per testare le tecnologie più favorevoli al viaggio verso Marte. Una delle idee sul tavolo è quella di dismettere la Stazione Spaziale Internazionale e di creare un “molo spaziale” in orbita attorno alla Luna. Gli astronauti utilizzerebbero la stazione per eventuali discese sulla Luna e come “stazione di servizio” per fare rifornimento sulla strada per Marte. «La prossima destinazione logica? Ovviamente, la Luna che è a soli tre giorni di distanza», ha detto l’ex astronauta Chris Hadfield. «Se c’è qualche problema, si può sempre girare e tornare indietro», ha spiegato illustrando i motivi per i quali la Nasa dovrebbe prendere in considerazione di tornare prima sulla Luna. «Sembra esserci una gran fretta di andare su Marte, ma non c’è ancora una tecnologia per rendere il viaggio abbastanza sicuro e conveniente». Nel marzo di quest’anno, il dottor Orfeu Bertolami, fisico teorico presso l’Università di Porto, ha completato uno studio nel quale è dimostrato che non esiste ancora un modo praticabile per arrivare su Marte nei prossimi decenni. «Nonostante quello che dice la gente, siamo ancora lontani del raggiungere Marte», ha detto Bertolami. Ma non è tutto negativo come sembra. Recentemente, la Nasa ha finanziato con un assegno di 10 milioni di dollari una società con sede in Texas chiamata Ad Astra per lo sviluppo di un motore spaziale in grado di raggiungere Marte in soli 39 giorni. Il sistema, chiamato VASIMR, richiede un reattore nucleare e utilizza il plasma come propellente, consentendo di abbattere la durata del viaggio da mesi a settimane. In ogni caso, la missione su Marte non potrebbe durare meno di due anni, dato che è possibile accorciare le distanze lanciando solo quando Terra e Marte sono allineati, fenomeno che avviene per l’appunto ogni due anni. Tuttavia, se questo nuovo motore dovesse vedere la luce, forse l’obiettivo della Nasa di compiere il “passo da gigante” verso Marte sarà realizzabile. Altrimenti, il ritorno sulla Luna potrebbe essere la migliore alternativa. Fonte: www.ilnavigatorecurioso.it
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