La nascita della vera street photography

Da Alxcoghephotographer

Se cercate articoli sul web che trattino della storia della street photography vi accorgerete che partono tutti dagli albori del genere, dalla straight photography e/o dalla fotografia documentaria e di reportage.
E' giusto, ma se domando una data certa della nascita di questo genere di fotografia cosa mi rispondereste?
Io credo che si possa affermare che la vera street photography sia nata negli anni '60, anni in cui in una città emblema come New York City (che tutti riconoscono come capitale mondiale del genere di Meyerowitz e Hartel) si conobbe un' intensa rivalutazione del reportage.
Lee Friedlander e soprattutto Garry Winogrand si concentrarono sulla cattura incondizionata di immagini provenienti dalla vita di città (celebre il portfolio "New York", del 1963).
In perfetta continuity tra reportage e appunto la street nascente la Leica assurse a macchina fotografica feticcio con la quale catturare scene che vedevano soggetti ripresi inconsapevolmente, senza la minima preparazione o messa in posa degli stessi.
Winogrand e Friedlander scattarono un numero enorme di fotografie (nell'ordine delle centinaia di migliaia), guadagnandosi un fiducioso appoggio e sostentamento economico da parte della Fondazione Guggenheim; nel contesto espositivo, furono frequentemente ospitati dal MOMA, in particolare nel 1967 - con Diane Arbus - per la mostra intitolata New documents.
La street photography è intrisa di cultura pop, lo è tutt'oggi dove spesso gli scatti che riscuotono maggior successo ci ricordano quell'epoca mitica magari anche semplicemente con un paio di occhiali da sole con montatura bianca o un volto di una donna matura con capelli ipercotonati (sempre più rari a vedersi)...
E' anche per questo che la street è spesso in bianco e nero. Rifletteteci...
E la street a mio avviso ha necessità di preservare una certa estetica, lasciando la libertà di linguaggio a tutti, naturalmente, che hanno possibilità di esplorare certamente altri umori e lidi mentali, anche i più futuristi.
Ma di cultura pop la street si nutrirà sempre perchè pop è la metropoli, la giungla ideale (ma non l'unica) che faccia da location per gli snapshots dello streepher.

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