"La Natura della Mente e dell’Ego"
Da Risveglioedizioni
La mente in sé stessa non rappresenta un problema, ma è piuttosto una grande risorsa che ci permette di muoverci nel grande gioco cosmico, di avere intuizioni provenienti dalla nostra Anima e tradurre in parole il nostro sentire così da poterlo comunicare. Essa non è altro che uno strumento nato per creare la nostra realtà, memorizzare le esperienze per imparare da esse e verbalizzare le perle di saggezza provenienti dalla nostra interiorità; potrebbe essere usata per per condividere la luce interiore ed illuminare il buio, ma poiché è piena di schemi limitanti finisce per oscurare la nostra luce. Un coltello, ad esempio, può essere utilizzato per tagliare il cibo, ma se non impariamo ad utilizzarlo correttamente rischiamo di tagliarci e lo stesso avviene con la mente: se non la utilizziamo per il suo uso proprio sarà lei a usare noi, e questa condizione non può che essere nociva. Ogni strumento deve essere al servizio della coscienza, quando avviene il contrario si crea un problema, a prescindere da quale sia lo strumento. Risulta innegabile che la mente abbia dei limiti, infatti non è lo strumento adatto per sperimentare il Divino nella sua totalità, ma non per questo deve essere demonizzato. Al contrario di quanto si crede in occidente, la vera intelligenza consiste nel portare fuori la luce che abbiamo dentro, non nel riempire la mente di schemi, nozioni o dogmi, perché solo una mente vuota può essere illuminata dalla nostra luce e diffonderla nel mondo. Il problema è che invece di usarla ci facciamo usare dagli automatismi ed a questo contribuiscono gli insegnamenti scolastici e delle altre istituzioni, in pratica tutto ciò che viene dogmatizzato, cose che contribuiscono alla creazione degli schemi che ci fanno avere una visione estremamente soggettiva e distorta di ciò che accade. Gli schemi mentali come il giudizio, la creazione delle aspettative, i condizionamenti, le convinzioni limitanti, le identificazioni con le singole parti che compongono il nostro essere, quindi l'illusione della separazione o ego, restringono notevolmente la nostra prospettiva e ci ancorano alla dimensione materiale. Per uscire dal lila è necessario smettere di lottare con le illusioni, con la mente e con l'ego, perchè per lottare c'è qualcuno che lotta contro qualcos'altro, mentre la libertà sta nel divenire nessuno che paradossalmente è tutto. In altre parole la lotta perpetua la separazione tra le due parti che si oppongono, quindi l'illusione, mentre la libertà sta nell'integrazione. Inoltre lottando contro qualcosa gli diamo attenzione, lo nutriamo con la nostra energia e, dandogli importanza, gli conferiamo potere su di noi. Fino a quando ci lasceremo coinvolgere dai molti aspetti del lila (lotta, resistenza, invidia, rabbia e tutto ciò che divide), confondendo le illusioni con la realtà, senza percepire l'unità essenziale alla base di tutto ciò che esiste, rimarremo schiavi della virtualità e dei suoi meccanismi. In questo contesto possiamo affermare che la sostanza divina è una per tutte le cose e si trova nel centro spirituale di ogni essere, è soltanto la forma, l'aspetto superficiale che cambia, ma questo è mutevole ed illusoreo, frutto del gioco cosmico. Ciò che è virtuale cambia continuamente, perché il lila è composto da cicli che si susseguono. La forza dinamica del gioco è l'azione (karma) inconsapevole, automatica e guidata dall'ego, ma si può anche “agire senza agire”, ossia muoversi nel mondo rimenendo immobili nel centro della propria essenza divina. Per uscire dal lila è, in sintesi, indispensabile comprendere la moltitudine dei suoi aspetti, così' da riconoscerli quando si presentano a noi ed evitare di lasciarci coinvolgere, ripetendoci: “questa situazione o stato mentale è parte del gioco”. A questo scopo è indispensabile ripulire la mente, i cui schemi ci portano ad agiure automaticamente in modo da ancorarci all'illusione, continuando a dividere anziché unire. Per purificare la mente dobbiamo indagare su noi stessi ed imparare ad essere testimoni dei nostri pensieri e delle azioni, osservandoli senza identificazione, attaccamento o giudizio. Smettere di giudicare noi stessi e gli altri è un'altro passo importante quanto difficile e per compierlo è utile sforzarci di ricordare che niente è come sembra e sotto l'apparenza si nasconde il divino, lo stesso di cui facciamo parte anche noi, quindi giudicando gli altri stiamo a tutti gli effetti giudicando noi stessi. Autori: Ambra Guerrucci e Federico BelliniTitolo: "La Via delle Filosofie Indiane"Editore: Risveglio EdizioniData pubblicazione: 2015Formato: Libro 14,80x21Pagine: 300Prezzo: n/pInfo: risveglioedizioni@live.com
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