Gli Albanesi parlano una delle più antiche e più belle lingue del mondo. Le lingue affini e coeve all’albanese si sono
Senza ombra di dubbio i Pelasgi sono il popolo ariano più antico d’Europa. Ci sono molto indizi e molti racconti che confermano che i Pelasgi, che sono un popolo antichissimo, hanno parlato questa lingua che noi Albanesi usiamo oggi giorno. I nomi degli dei a cui i Pelasgi erano devoti sono stati presi dalla mitologia greca e romana; ma anche tante parole, nomi e toponimi sono identici a quelli usati nell’albanese moderno e ci dimostrano che i Pelasgi hanno parlato per migliaia di anni l’idioma degli Albanesi di oggi, quasi senza cambiamenti, oppure con così poche modifiche che, se oggi rivivesse un antico Pelasgo, noi parleremo con lui e ci capiremmo come parlano e si capiscono un Ghego con un Tosco in Albania.
La grammatica della lingua albanese, le coniugazioni dei verbi, i pronomi, la costruzione delle parole, sono cosi belli e perfetti che non solo in nessuna delle lingue di oggi troviamo una grammatica simile ma neanche nei linguaggi antichi e morti vi è traccia di simile bellezza. Questa considerazione ci fa capire come la lingua albanese ci sia stata tramandata dalla notte dei tempi con pochi o quasi nessun cambiamento.
Il segno distintivo di un popolo è la lingua. Ogni nazione si riconosce tramite la sua lingua. Le persone che parlano la lingua della nazione in cui vivono dimenticando la loro lingua madre, col tempo diventano cittadini della nazione di cui parlano la lingua. Non bisogna credere che gli appartenenti a molte civiltà che si sono estinte siano morti o siano stati uccisi: essi si fusero con altre popolazioni, ne adottarono la lingua, divenendo in tal modo parte indistinta di essi. Così si sono estinti i Frigi, i Traci, e molte altre popolazioni che non erano pelasgiche, e cioè albanesi come noi; perciò queste popolazioni oggi non esistono più e sono state dimenticate, avendo esse perso la loro lingua. Ma i popoli che vivono in quel paese che oggi si chiama Albania hanno custodito gelosamente la loro identità lessicale, e cosi nel paese delle aquile anche oggi si parla la lingua degli antichi Pelasgi. Come è possibile che gli Albanesi abbiano conservato il proprio idioma integro e incontaminato per un così lungo tempo? Come mai la lingua albanese non è cambiata nel tempo anche se non ha avuto un suo alfabeto e libri, e non è mai stata insegnata nelle scuole, quando lingue scritte e create con tanta cura sono cambiate così tanto nel tempo che oggigiorno ci sembrano un’altra lingua, differente da quella originaria?
La risposta a queste domande è semplice: gli Albanesi hanno mantenuto la propria identità nazionale e linguistica non mescolandosi con altre popolazioni, e non permettendo agli stranieri di entrare nel loro paese. Il restare lontano da ogni cosa che non fosse albanese, e vivere sulle montagne incontaminate, ha permesso agli Albanesi di conservare la propria nazione e la propria cultura.
Per quanto riguarda la questione per cui gli Albanesi non hanno mai pensato di codificare con la scrittura il loro linguaggio, ciò è un grande mistero. Non stiamo parlando di quelle piccole tribù ( Pelasgi e Illiri) che vivevano sulle montagne e non sentivano il bisogno di scrivere, tanto da non pensare neppure ad una cosa simile, ma dei Macedoni, che avevano un impero sofisticato, così come il regno di Pirro d’Epiro e di Teuta in Illiria: come mai non hanno sentito il bisogno di scrivere nella loro lingua? Filippo di Macedonia, che voleva espandere il suo regno ed invadere la Grecia, perché non ha fatto si che si scrivesse nella sua lingua, affiancandola così al greco? E’ probabile che Alessandro il Grande non ne abbia avuto il tempo, ma i Tolomei, che introdussero la lingua greca ad Alessandria, come mai non pensarono alla loro lingua d’origine? Come mai non crearono un alfabeto, vedendo che tutti i popoli dell’Asia e dell’ Egitto ne utilizzavano uno precipuo? Gli antichi Romani impararono la filosofia studiando la lingua greca, ma avevano un proprio alfabeto e un proprio linguaggio: il latino, e possedevano una propria letteratura.
Johan George von Hahn (1811-1869), il grande filologo tedesco, che ha scritto tanto sull’Albania, ha trovato in questo paese una pietra con delle lettere incise, presumibilmente riconducibili ad iscrizioni albanesi. Queste lettere somigliano molto a quelle dell’alfabeto fenicio, ma non sono fenicie. Queste lettere non sono state ritrovate da nessun’altra parte e non ci sono indizi tali da far ritenere che si usassero in Albania. Alcune tombe ed altre iscrizioni in lettere greche rinvenute in Asia Minore, cosi come altre epigrafi scritte con lettere latine in Etruria, in Italia, sembrano essere state opera dei Frigi o degli Etruschi, e somigliano molto alla lingua albanese. I Frigi e gli Etruschi erano popolazioni pelasgiche e cioè albanesi. In varie epoche gli Albanesi hanno scritto la loro lingua con gli alfabeti che conoscevano meglio: certe volte con lettere arabe, a volte greche o latine. Questo è successo perché gli Albanesi non hanno mai pensato di redigere un alfabeto per la loro lingua. Cosi la lingua albanese è rimasta fino ai nostri tempi una lingua non scritta.
Liberamente tratto dal libro Shqipëria ç’ka qenë, ç’është e ç’do të bëhetë (1899) dell’autore Sami Frashëri