La Nixon afferma: «ho scelto io l’omosessualità», ma questo non si può dire!

Creato il 02 febbraio 2012 da Uccronline

Cynthia Nixon ha imparato sulla sua pelle cosa voglia dire la furia della lobby omosessualista. L’attrice, nota per aver recitato nella serie “Sex and the city”, è stata travolta in una grossa polemica dal “New York Times”, che ha pubblicato una sua dichiarazione in cui spiegava che per lei essere omosessuale è stata una scelta consapevole. Oggi, anche se nessuno ha mai trovato un “gene gay”, è proibito dire che l’omosessualità non è determinata geneticamente, pena la gogna mediatica. L’estrema necessità di sostenere questa posizione antiscientifica è stata spiegata bene dall’ex omosessuale Adamo Creato nell’ottobre scorso.

La Nixon è omosessuale da otto anni, ma prima è stata per 15 anni con un uomo da cui ha avuto due figli. E’ abbastanza frequente infatti che un eterosessuale diventi omosessuale (come è stato per Cecchi Paone o Franco Grillini), ma è assolutamente proibito dire che possa esistere qualcuno che da omosessuale diventi (ritorni, meglio) eterosessuale. Questo è il secondo divieto, ma la Nixon non lo ha rispettato e ha osato dire qualcosa di diverso: «So che per molte persone non è stato così, ma per me è stata effettivamente una scelta». E ancora: «Molte persone sono preoccupate del fatto che l’omosessualità sia vista come una scelta perchè questo vorrebbe dire poter essere o non essere gay a proprio piacimento. Io credo che questo in realtà non sia importante, l’unica cosa fondamentale è che veniamo rispettati e non discriminati». Orrore! Sacrilegio!

Si dice che l’onorevole Paola Concia sia entrata nel panico più completo e abbia cominciato ritualmente e meccanicamente ad accusare Giovanardi di essere un omofobo. Altri attivisti gay, come Wayne Bese, letteralmente terrorizzati dalle conseguenze hanno dichiarato: «Cynthia non ha misurato le sue parole che potrebbero essere usate per guidare e influenzare i giovani omosessuali affinché tornino su quella che da molti viene considerata la retta via». “Tornino?” Un piccolo e significativo lapsus freudiano, forse?

Esistono comunque decine e decine di studi in cui si dimostra la grande responsabilità dei fattori familiari/ambientali nella nascita del comportamento omosessuale in una persona, come questo. D’altra parte, è la stessa American Psychologycal Association, politicamente e ideologicamente “gay-friendly”, a riconoscere che non vi sia alcun consenso sulla genesi dell’omosessualità, esaminando cause genetiche, ormonali, ambientali, sociali e culturali ha concluso che non è determinata da nessuno di questi fattori in modo specifico e predominante. Nel suo libro “When Wish Replaces Thought: Why So Much of What You Believe Is False” (Prometheus Books 1992), il prestigioso sociologo, Steven Goldberg , presidente del Dipartimento di Sociologia al City College di New York, ha scritto un capitolo sulla bufala del “gene gay”, dicendo: «Praticamente tutte le prove che abbiamo sono contro l’argomento che vi sia un determinante fattore fisiologico causale dell’omosessualità e non conosco nessun ricercatore che crede nell’esistenza di un tale fattore [...]. Esistono fattori che svolgono un ruolo di predisposizione, non un ruolo determinante [...], non conosco nessuno nel campo che sostiene che l’omosessualità possa essere spiegata senza fare riferimento a fattori ambientali».


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