La noia è uno di quegli affetti che tutti nella vita sperimentiamo, il più delle volte con dispiacere. Faremmo a meno di annoiarci, eppure a volte ci capita. Ma che cos’è la noia?
Che cos’è la noia?
La noia è quello che proviamo quando dentro di noi si muovono contemporaneamente due aspetti: da un lato il bisogno di far qualcosa, dall’altro il non sapere cosa fare. La noia è appunto l’incapacità di canalizzare questo desiderio di attività in qualcosa di specifico. Quando siamo annoiati, è come se avessimo fame ma senza sapere di cosa.
Una spinta imprecisa
La noia è dunque una spinta, una tensione verso qualcosa, come avere il motore acceso e il pedale pronto a schiacciare l’acceleratore, senza però sapere dove andare. Nella noia è come se venisse meno la capacità di organizzare le nostre risorse ed energie in direzione di una meta, di un progetto. Da questo punto di vista, la noia è l’antitesi della speranza, che è la ragionevole fiducia nel futuro e la capacità di mantenere una progettualità.
Greenson – che, per chi ama gli aneddoti, fu lo psicoanalista di Marylin Monroe – chiama questa sensazione “vuoto attivo”, proprio per sottolineare la presenza dentro la persona che si annoia di un rimescolio che non si placa. La noia è un vuoto che facciamo fatica a riempire, perché, quando ci annoiamo, siamo incapaci di coinvolgerci in quello che stiamo facendo: una persona annoiata non riesce a nutrirsi, ad arricchirsi, a trarre piacere da ciò che fa. Come se, pur mangiando, il cibo non saziasse mai.
E non è un caso che una persona tenti di distrarsi dalla noia mangiando o bevendo, entrambe strategie di gestione della noia abbastanza mediocri che aiutano ad ammazzare il tempo e non costruiscono nulla. Un modo più funzionale di superare la noia sarebbe forse smettere di cercare soluzioni all’esterno e guardare dentro di noi, sforzandoci di dirigere attenzione ed energie su obiettivi soddisfacenti e personali, su ciò che desideriamo su di un piano più profondo, sforzandoci di guardare con occhi nuovi le cose intorno a noi.
Diversamente, la noia continuerà a bloccarci nel presente e a renderci sterili, privi di immaginazione e creatività, tesi, “desiderosi che le cose vadano diversamente”, come diceva Minkowski, eppure in fuga dal cambiamento e da noi stessi.
Per approfondire
Greenson R. (1953). La noia. In Esplorazioni psicoanalitiche, Bollati Boringhieri.
Minkowski E. (1933). Il tempo vissuto. Einaudi.
Photo credit: Leandro Suarez