State of Decay ritorna su Xbox One e PC nella sua forma più completa
Il 2010 e The Walking Dead hanno dato via a tutto. A un nuovo modo di concepire lo zombie-game post apocalittico: una visione maggiormente rurale, quasi western, meno incentrata sui centri urbani e più sulla provincia e le sue storie di disperazione e sopravvivenza con uno stile più sporco e viscerale. L'originale State of Decay è partito proprio su questa base, ma anche da quella di DayZ, sorprendente mod di Dean Hall che ha scritto la storia nel 2013. Se però l'esperimento di Bohemia Interactive era interamente dedicato all'online, State of Decay - che usciva nel medesimo anno - portava quell'universo in un contesto single player, diventato su Xbox 360 un piccolo cult. Dopo due anni, preceduta dall'edizione PC, arriva una nuova versione per Xbox One che racchiude tutte le espansioni uscite, ma anche modifiche più o meno sostanziali.
twittalo! State of Decay: Year-One Survival Edition è l'esperienza definitiva di Undead Labs su Xbox One e PC
La mamma ti manda fuori da solo?
Chiamato in origine col nome in codice "Class 3", State of Decay: Year - One Survival Edition rimane ancora oggi un survival horror con caratteristiche assolutamente peculiari nel mercato console, che hanno contribuito a renderlo un titolo amato da molti videogiocatori.
Il potere della comunità
La produzione Undead Labs prende le distanze da altre avventure survival open world, traendo ispirazione da lavori come The Sims, ma non solo; alle tipiche meccaniche action ne vengono affiancate molte altre di tipo strategico-gestionale. Bastano poche ore a Trumbull per ritrovarsi ospiti solo parzialmente desiderati di una comunità rifugiatasi in una chiesa, dove dobbiamo conquistarci la fiducia dei nuovi compagni migliorando non solo i rapporti tra i vari elementi (proprio come i Sims), ma anche fornendo al gruppo materiali e provviste necessari al loro sostentamento. Non siamo soli nella sterminata mappa del gioco, ci sono molti altri sopravvissuti nelle vicinanze pronti a unirsi a noi, o semplicemente desiderosi di aiuto. L'operazione però è meno semplice di quanto possa sembrare, l'anarchia imperante rende difficile nutrire fiducia verso il prossimo, come è difficile distinguere il proprietario di un'abitazione da uno sciacallo. In fin dei conti però, neanche noi siamo in grado di rimanere inermi davanti a una porta chiusa, specie quando guidati dalla feroce e cieca meccanica della sopravvivenza.
Chi ha paura della notte?
"Questo è il mio fucile. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio!". Se anche voi credete nella preghiera del sergente Hartman di Full Metal Jacket, sappiate che troverete una buffa replica del personaggio tra i sopravvissuti, ma non è questo il punto dove vogliamo arrivare, quanto quello dell'importanza in State of Decay: Year-One Survival Edition del rapporto personale con la risorsa in un mondo mutevole e, appunto, relativo.
Rifarsi il trucco
Un'edizione rivista e corretta per Xbox One per State of Decay non era un'operazione ingiustificata, il titolo è già passato attraverso l'incarnazione PC, ma c'erano ampi margini di miglioramento da quella, tecnicamente manchevole, per Xbox 360. La risoluzione è stata portata a 1080p nativi, una sorta di croce e delizia a dire il vero, dal momento che, escludendo un netto miglioramento in definizione di immagine, vengono esposti i limiti di un motore grafico che testimonia un budget non proprio stellare.
Voglia di remaster
State of Decay: Year-One Survival Edition è ancora oggi un'esperienza in grado di provocare reazioni antitetiche, potreste non capirlo, o non avere il tempo necessario per farlo, ma se scatta la scintilla, allora state attenti, potrebbe essere non facile uscire dalle sue spire. La campagna base può essere completata in un arco di circa 15 ore, ma se siete arrivati fino a questo punto sarà difficile non voler sviscerare tutti i segreti della produzione Undead Labs, in questo caso preparatevi a triplicare il valore, senza contare le due modalità aggiuntive. Anche in balia dell'infatuazione più sfrenata non possiamo comunque rimanere impassibili ai difetti, in gran parte tecnici. Il gioco è ancora leggermente sbilanciato a livello sfida, risultando eccessivamente facile, ma è anche un aspetto comprensibile se relazionato alle delicate dinamiche che caratterizzano la produzione. Sarebbe stato invece auspicabile vedere il codice ripulito dai alcuni bug che affliggono il titolo, purtroppo ancora presenti: il frame rate è limitato a 30 fotogrammi al secondo e crolla pesantemente quando il Cry-Engine 3 è messo sotto carico, rendendo problematico puntare i nemici con le armi da fuoco. Nelle fasi di guida, complice probabilmente il caricamento dei dati in streaming, si arriva a picchi sinceramente preoccupanti. Non è raro vedere le armi sparire dalle mani del protagonista, il pop-in è particolarmente aggressivo con nemici che sbucano fuori dal nulla, spesso e sospettosamente alle spalle del giocatore, mentre ci è capitato troppe volte vedere il proprio compagno - che è possibile reclutare per le missioni - scomparire nel nulla nel corso di un'azione, per poi ritrovarlo come nulla fosse al rifugio. Sempre in relazione all'azione in coppia, sarebbe stato preferibile avere qualche possibilità di scambiare oggetti col partner, visto che il bottino rappresenta sostanzialmente l'anima del gioco, un'anima che però non è intenzionata a smettere di brillare di una luce unica e ammaliante.
Pro
- 1080p nativi, texture ed effetti migliorati
- Nuovi contenuti e tutti i DLC inclusi
- Il gioco non ha perso il suo fascino
Contro
- Il motore grafico rimane piuttosto arretrato
- Rallentamenti e diversi bug
- Un po' troppo facile