Oggi vi faccio vedere la nostra cucina, ora che finalmente è completa, pulita e presentabile. Ve la faccio vedere perché la trovo adorabile (ma è ovvio, è la nostra) ma soprattutto perché potrebbe essere d’aiuto a chi si trova a dover gestire spazi simili e non sa da dove cominciare. Quando abbiamo comprato questa casa, il nostro angolo cucina ci sembrava fattibile ma ad occhio un po’ piccolino, e non sapevamo di preciso cosa saremmo riusciti a farci stare e in che modo, quali sarebbero stati gli spazi effettivi per lavorarci quando sarebbe stato tutto finito. Alla fine è venuta fuori molto più spaziosa di quanto ci aspettassimo, e siamo riusciti a farci stare tutto quello che serviva.
Cominciamo dall’inizio. Lo spazio che avevamo a disposizione era questo:
- Prima
- Prima (angolo cucina insieme a metà del salone)
Le due pareti misurano 2.25 m (quella con la finestra) e 2.13m. Abbiamo sia una spalletta che delimita l’angolo cucina che, appunto, una simpatica finestra (comoda eh, ma i pensili?) che taglia completamente l’angolo. Abbiamo subito deciso che trovare spazio per una penisola fosse un imperativo. Il secondo imperativo era trovare un modo per coprire (o cambiare colore) a quelle mattonelle tremende che rivestivano l’angolo della parete.
Inizialmente la nostra idea era quella di avere una cucina abbastanza scura, sul grigio ma presto ci siamo resi conto che non era una buona soluzione visti gli spazi limitati, visivamente sarebbe risultata troppo cupa quando noi invece avevamo bisogno di dare luminosità al tutto, quindi alla fine ci siamo indirizzati sul bianco, magari spezzando con un piano di lavoro scuro. Ovviamente il nostro budget era molto limitato, ma ragionando per questioni di priorità abbiamo deciso che comunque non volevamo una cucina “da battaglia” con materiali che avevano una vita “limitata”. La cucina si fa una volta e non si cambia più (almeno quella è l’idea) quindi abbiamo preferito ragionare per “investimento”, tagliando dove possibile per poterci permettere qualcosa in più da altre parti. Questo mi è venuto in mente parlando del colore bianco perché, sapevatelo, in genere è il colore che costa meno. Le laccature e i colori fighi spesso fanno alzare di molto il prezzo finale, anche se siete partiti da un modello baracca (per dirla con Aldo Giovanni e Giacomo).
Dunque, questa è la nostra cucina:
Oggi!
La nostra è una cucina Sicc modello S55, con il frigo a libera installazione LG alto 2mt e largo 59.50 cm (scelta obbligata la larghezza perché uno da 60cm non ci sarebbe stato), un piano di lavoro (una delle cose su cui non abbiamo voluto risparmiare) in granito nero africa che è nero screziato di grigio. Prima di decidere per il granito abbiamo preso in considerazione più e più volte tutte le altre possibilità. Abbiamo visto i laminati, che però hanno una lunga serie di punti deboli, quelli di qualità un po’ più buona costano comunque abbastanza e il paragone con il granito in rapporto qualità/prezzo non reggeva. Abbiamo preso in considerazione l’Okite e tutte le varie marche di prodotti simili, ma alla fine non ci ha convinto. A prescindere dal fatto che costano uno sproposito (a seconda del colore scelto ci veniva a costare quanto il granito o addirittura di più), di tutte le marche che abbiamo visto non c’era un colore che ci convincesse. La grana era di quel finto che vuole sembrare naturale ma non lo è, che io non sopporto. I grigi che abbiamo visto non ci convincevano per niente, e se dobbiamo spendere un occhio della testa tanto valeva investire nella pietra naturale, bellissima e resistente. Abbiamo il granito da sempre a casa dai miei e ci facciamo davvero qualunque cosa senza problemi. Inutile dire che sono soddisfattissima della nostra scelta.
Un altro imperativo (mio ovviamente) era quella di avere il forno a colonna, e poi, un colpo di genio improvviso mi ha fatto chiedere alla nostra fantastica mobiliera se si riusciva a farci stare anche il microonde (che avremmo voluto sicuramente e che altrimenti avremmo dovuto sistemare nel poco spazio che rimane di piano di lavoro). Entrambi i forni sono Whirlpool. Il microonde in particolare è uno di quelli con la funzione crisp, con cui ci cuciniamo quasi qualunque cosa, è stata sicuramente un’ottima scelta.
Capitolo penisola: le basi della penisola sono le normali basi della cucina profonde 40cm che abbiamo chiesto con il retro rifinito bianco lucido come il resto degli sportelli. Tre delle quattro basi sotto la penisola si aprono verso l’interno della cucina mentre l’ultima, quella tra l’angolo e la spalletta si apre verso la porta d’ingresso (nel lato degli sgabelli per capirci).
Basi della penisola. L'ultima a sinistra si apre da questo lato.
In questo modo siamo riusciti a sfruttare tutto lo spazio disponibile nel migliore dei modi. Le basi della penisola sono alte 80cm come tutte le altre, ma qui poi c’è stato un piccolo giallo. Una volta montata la cucina, ma prima del sopralluogo del marmista (che viene a prendere le misure soltanto dopo che la cucina è montata), ci siamo resi conto che 80cm di altezza per una penisola è poco. E’ la normale altezza a cui si mangia seduti a tavola, mentre una penisola di logica va usata con degli sgabelli e dovrebbe essere più alta. Panico. Dopo aver chiesto i pareri del nostro fantastico architetto di famiglia, della mobiliera e del marmista, abbiamo trovato una soluzione per alzare di altri 10-12 cm le basi, in un modo esteticamente accettabile, prima della posa del marmo. Soluzione non semplice perché qualunque spessore avessimo scelto doveva essere in grado di reggere il peso (non indifferente) di tutta la lastra di marmo. Insomma abbiamo usato uno scatolato di alluminio (qualcosa di simile a questo) in pratica dei grossi tubi di alluminio a sezione quadrata, fissati alle basi. In questo modo lo spessore che si vede è comunque color alluminio e non avrebbe creato problemi esteticamente.
Il marmo è stato quindi fissato alle basi, agli angoli della spalletta, e poggia su un gambone che arriva a terra, e sporge di 30cm oltre le basi (lo spazio giusto per le gambe). Gli sgabelli (comodissimi) li abbiamo pagati una sciocchezza (mi pare 79 euro l’uno) rispetto ai prezzi che abbiamo visto in giro e li abbiamo presi da Ovvio.
Per avere le luci sulla penisola abbiamo fatto due tracce sul soffitto, e le lampade sono state fatte apposta per noi dal nostro architetto, sono verniciate di nero con l’interno verde acido (colore che riprende altri dettagli del salone).
Lo spazio per i pensili è molto limitato, e se avessimo scelto una cappa a vista il risultato sarebbe stato visivamente troppo discontinuo, quindi abbiamo preso una cappa a filtro Rex che è nascosta da un pensile (in cui c’è spazio sfruttabile, visto che non ha tubo di aspirazione). L’altro pensile è ovviamente lo scolapiatti.
Il piano cottura è quattro fuochi Franke, con base in vetro nero. Bellissimo esteticamente e anche facile da pulire.
Piano cottura Franke
Il lavello è stata un’altra di quelle decisioni travagliate. Lo spazio non era sufficente per avere la doppia vasca e lo sgocciolatoio, acciaio non lo avremmo mai preso, senza lo sgocciolatoio io non avrei saputo come fare anche se un bel lavello sotto-top solo vasca fa la sua porca figura. Io ho insistito per avere una vasca e mezza con un piccolo sgocciolatoio, e devo dire che mi ci trovo benissimo. La marca è Plados (con il rubinetto abbinato, con doccetta estraibile), in Ultragranit nero. Avevo letto pareri molto contrastanti su questi materiali sintetici, io mi ci trovo benissimo e lo pulisco molto facilmente.
L’asta per gli attrezzi è naturalmente Ikea, così come il portaposate. L’apribottiglie a forma di chitarra elettrica è un regalo (♥) mentre le tazze sono quelle su cui si può scrivere col gessetto e li trovate in posti tipo Coin e Rinascente in vari colori. I più attenti noteranno che le piastrelle sono diventate bianche. Quattro mani di smalto apposito e passa la paura.
Lavastoviglie: non pervenuta. Non c’era spazio, non c’erano i soldi, e in generale non l’avremmo voluta, si vive tranquillamente anche senza.
Nella parete in alto fa bella mostra il nostro Pugg opportunamente tinto di verde acido. La luce della cucina (un cilindro di vetro bianco satinato) l’abbiamo presa da Leroy Merlin.
Lavello Plados
Voilà, la nostra cucina. Spero che questo possa essere d’aiuto a chi si trova a progettare, contare i centimetri e scegliere gli elementi. A me, qualche mese fa, una cosa del genere avrebbe fatto molto, molto comodo.