La nostra esistenza e le rivoluzioni di Kuhn

Da Roberto Di Molfetta @robertodimo

Thomas kuhn

 ” La scienza, secondo Kuhn, non avanza lungo un percorso lineare e per successive approssimazioni alla verità, ma è caratterizzata da veri propri ‘salti’ e da profonde discontinuità, le rivoluzioni. Queste discontinuità vengono a interrompere periodi di quiete, durante i quali viene praticata quella che Kuhn chiama la ‘scienza normale’.
[...] A questo ultimo risultato, Kuhn dà il nome di paradigma; l’astronomia tolemaica, l’astronomia copernicana, la fisica newtoniana e la teoria evolutiva darwiniana sono alcuni esempi di paradigmi nell’ambito della storia della scienza, per il modo in cui sono stati in grado di guidare l’attività di ricerca in un certo settore per lunghi periodi. ” – M. Bucchi, Scienza e Società, Raffaello Cortina Editore.

Ciò che voglio creare, introducendo i concetti di paradigma e rivoluzione scientifici, è un parallellismo tra la vita personale e questi concetti di filosofia della scienza.
La rivoluzione scientifica è quando si abbandona un ‘modo di pensare’, un campo teorico dominante, per abbracciarne uno nuovo, ritenuto più vero e più appropriato per spiegare la realtà, per guidare il lavoro degli scienziati. Così nella stessa maniera, talvolta, o sempre, le persone abbandonano un modo di sentire la vita, di vivere, un paradigma esistenziale, per via di fatti e sentimenti che determinano questo mutamento, interiore o esteriore che sia. Anche in noi vi sono delle ‘rivoluzioni’.

Si può cambiare il modo di sentire, di vivere, di orientarsi nel mondo, si abbandonano i valori, i principi, i sentimenti, le emozioni precedenti alle volte, per abbracciare una nuova vita. E’ la rivoluzione personale, la nostra esistenza cambia.
La chiamano frattura esistenziale, riconoscendogli l’importanza che ha per l’esistenza di un individuo.
Da ingenui si diventa cinici, da altruisti si diventa egoisti, ma può accadere anche il contrario. Non è stata forse una rivoluzione quella che ha portato San Francesco d’Assisi sulla strada della santità e della povertà ? Non si trova ad un bivio la vita di una  donna che dopo un amore infelice, cerca di ricostruire la propria vita affettiva cambiando, se stessa e la propria vita ?

Il paradigma di prima non va bene, l’orizzonte del mondo cambia, abbiamo prospettive e sensazioni diverse, quando avviene la ‘rivoluzione’ dentro di noi. Questo vale anche per gruppi, per intere nazioni: basti pensare al modo di percepire la classe politica che hanno gli italiani in questo nostro periodo di Storia, rispetto al modo in cui la percepivano nella cosidetta ‘Prima Repubblica’.
Odio, rabbia, disprezzo, hanno preso il posto, come punto di vista generalizzato, di rispetto, stima, considerazione degli apparenti meriti. Siamo passati da una classe politica a cui si pensava, con dovuti distinguo e ipocrisie, con considerazione doverosa, al continuo attacco e derisione dei social network in Rete per i nuovi professionisti della politica (B. Grillo docet).

Possiamo dire che il cambio di paradigma è una costante non solo della scienza, ma del pensiero dei singoli e dei gruppi sociali.
Lontani da aver conquistato stabilità duratura dei nostri pensieri e delle nostre azioni, non è vero che arrivando all’età adulta siamo maturi: possiamo avere nella vita più  maturità, nuove albe, in un costante, incessante ricercare il benessere individuale, che non avrà fine che con il termine della nostra esistenza.

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