E così si parte, per un week-end che ci porta, tra l’altro, su altri set fotografici sfruttati da McCurry per Sensational Umbria: Spoleto e Norcia. In più ci abbiamo aggiunto le Fonti del Clitunno, perché una sosta nel verde e nella pace fa sempre piacere.
A Spoleto ci siamo fermati nella mattina di sabato. La città è tutta in salita, le sue strade salgono tra alti edifici medievali, qua e là spunta qualche lacerto delle antiche mura romane e delle strade basolate della città romana, che a suo tempo fu molto fiorente e che in età longobarda fu capitale del Ducato di Spoleto. Per deformazione professionale volevo visitare il tempio di Sant’Ansano con la cripta di Sant’Isacco: un tempio romano del I secolo d.C. che nel VI secolo, quando ormai l’impero romano non esisteva più e con esso gli antichi culti pagani, fu abbandonato e affiancato da un luogo di culto che accolse la tomba di Sant’Isacco. Qualche secolo dopo al di sopra del podio del tempio e della piccola cappella fu costruita la chiesa di Sant’Ansano che ha mantenuto la cripta di Sant’Isacco e si imposta direttamente sul piano di pavimento dell’antico tempio. Un piccolo complesso che piace agli archeologi… ;-) Accanto sorge l’arco di Druso, del I secolo d.C.: sono i resti più evidenti delle origini romane della città.
Spoleto, la scenografica piazza del Duomo
Si sale e si sale, e si arriva a costeggiare il palazzo arcivescovile e andando avanti ad un certo punto ti volti e la vedi, laggiù in fondo, sulla tua sinistra: la piazza del Duomo. Anch’essa immortalata da McCurry, che ha fotografato Spoleto durante il Festival dei Due Mondi (l’edizione 2014 si svolgerà a partire dal 27 giugno), è di fortissimo impatto: la chiesa si staglia sul fondo di un’ampia piazza che si trova in fondo ad una discesa rispetto al punto di vista dell’osservatore. Per quanto tu possa averla vista in fotografia mille volte, vederla dal vero è una grande emozione.
La fioritura delle lenticchie a Castelluccio
Nel pomeriggio ci andiamo a sistemare nel nostro agriturismo, Fonte Antica in frazione Campi di Norcia, in una zona bellissima paesaggisticamente: ai piedi dei Monti Sibillini, tra campi coltivati, pascoli e borghi antichi, con qualche castello diruto a testimonianza del passato medievale della zona. E poi ci rimettiamo in marcia: destinazione Castelluccio di Norcia, un po’ per ritrovare l’inquadratura di McCurry, un po’ per vedere tutti i campi fioriti che fanno la fortuna turistica della zona. Nella splendida valle su cui domina la piccola Castelluccio, tra allevamenti di cavalli e campi di lenticchie, prevale il giallo dei piccoli fiorellini della lenticchia. Il posto è molto bello, la valle è molto ampia, si stende a perdita d’occhio, fino al Monte Vettore sulla cui cima si devono ancora finire di sciogliere le nevi. È bello stare in mezzo a luoghi così sconfinati, la giornata di sole pieno rende tutto ancora più bello. Il borgo di Castelluccio è proprio piccino e semiabbandonato. Da quassù la vista sulla valle è spettacolare. Questi spazi aperti regalano un senso di pace e di pienezza che non ha pari!
La sera ceniamo in agriturismo, poi stanchi della giornata ci tuffiamo a letto.
Domenica mattina andiamo a Norcia, dove McCurry ha realizzato un’altra foto-capolavoro, nella piazza principale del borgo. Racchiusa da un circuito murario molto ben tenuto, il borgo è molto turistico, e mi fa un po’ effetto Aigues Mortes (Camargue): un borgo quasi finto, totalmente a misura di turista. Le norcinerie sono ovunque, e d’altronde se si chiamano norcini un motivo ci sarà… La piazza immortalata da McCurry è oggettivamente molto bella: su di essa si affacciano gli edifici medievali principali di Norcia, e la statua centrale costituisce un punto di fuga notevole che infatti non è sfuggito a McCurry nel comporre la sua fotografia.
Norcia
Ormai sulla via del ritorno deviamo dal McCurry Tour per andare alle Fonti del Clitunno: un posto magico, luogo di pace e di natura rigogliosa da sempre ritenuto sacro (nei pressi vi sorgeva un santuario preromano, poi nel V secolo d.C. fu costruita poco distante la piccola chiesa di San Salvatore a forma di tempietto, da cui il nome Tempietto del Clitunno). Addirittura lo scrittore romano Plinio il Giovane ne rimase affascinato. E la sua bellezza, mutata poco nei secoli, esercita una certa attrazione ancora su di noi. Un laghetto con cigni e paperelle, un salice piangente, acqua pura di sorgente e una bella giornata di sole: un luogo romantico come pochi, e infatti c’è una coppia di sposi che si fa fare il servizio fotografico. Ci rechiamo anche al Tempietto del Clitunno, ma ahimè troviamo chiusa l’area archeologica, che è aperta a domeniche alterne (e naturalmente non questa). Pazienza.
Il romantico laghetto delle Fonti del Clitunno
Prima di ripartire pranziamo qui nei pressi.
E poi via, si torna a casa, pronti per la prossima gita fuoriporta!