Dapprima c'erano il Caos e la Notte e il nero Erebo e l'immenso Tartaro ma non esistevano né la Terra, né l'Aria né il Cielo; negli sterminati spazi dell'Erebo la Notte dalle fosche ali generò, fecondata dal vento, per prima cosa un Uovo dal quale col volgere delle stagioni, nacque l'amabile Eros lucente il dorso per le auree alucce e simile al turbine della procella. Egli, congiuntosi nell'ampio Tartaro, con l'alato, nero Caos, covò la nostra schiatta e la portò prima di ogni altra alla luce, quando ancora non esisteva la stirpe degli Immortali.
Aristofane, Uccelli, vv.639 e succ.