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la notte di villa diodati e gli albori del romanzo gotico

Creato il 20 luglio 2014 da Lucia Savoia
villa diodati

Nel sobborgo ginevrino di Cologny, in Svizzera,  si trova un luogo avvolto da un’aura di affascinante mistero: Villa Diodati. 

È qui che, la sera del 16 giugno 1816, un gruppo di letterati  si riunisce mentre fuori imperversa il mal tempo. Scrittori e poeti di grande levatura, letti ed apprezzati da pubblico e critica: Lord Byron ed il suo medico personale John William Polidori, Percy Bysshe Shelley e la sua futura moglie Mary accompagnata dalla sorellastra nonché amante di Byron Claire Clermont.
Ispirato dalla lettura di Phantasmagoria, un vecchio volume di racconti gotici tedeschi e suggestionato da quelle atmosfere tenebrose, Byron propone una gara insolita, una “scommessa” letteraria: ciascuno di loro dovrà scrivere un racconto terrificante, da leggere e confrontare con gli altri nelle sere successive.

villa diodati

Villa Diodati

Richiamando le atmosfere oniriche e fantastiche del "Christabel" di Coleridge, i tratti orrorifici già abbozzati da Percy Shelley nel suo "The Nightmare" e il semi-vampiro byroniano di Giauor, gli ospiti di Villa Diodatisi mettono all’opera; nascono così  "Frankestein" di Mary Shelley, "La sepoltura" di Lord Byron e "Il Vampiro" di Polidori. Opere che gettano le basi per alcuni dei più prosperi generi letterari, dalla fantascienza al romanzo gotico e in cui troviamo personaggi destinati a turbare (non senza affascinare) la nostra coscienza.

Il dottore di George Gordon Byron dà vita ad una figura inquietante, dai tratti gelidi e demoniaci, con uno sguardo “grigio e freddo come la morte”. 

La leggenda e i maligni di turno vogliono che Polidori, descrivendo la sua creatura, volesse alludere a Byron stesso, nei confronti  del quale desiderava prendersi una piccola rivincita. Di cosa però, non è dato sapere.

La ben più nota creatura del dottor Frankenstein nasce invece dalla penna di Mary Wollstonecraft, coniugata Shelley. 

Villa diodati
Con l'invenzione del mito di un “moderno Prometeo” che bramando il potere divino di dare la vita, genera un mostro stimolando con l’elettricità le membra di cadaveri assemblati per l’occasione, la promettente scrittrice appena diciannovenne segnerà per sempre il corso della letteratura gotica.
A rendere ancora più misteriosamente attraenti quelle notti a Villa Deodati è una misteriosa maledizione che colpirà tutti i partecipanti (o almeno così piace pensare);  gli ospiti dello scapestrato Lord Byron, nonché lui stesso, moriranno infatti in tragiche circostanze nell’arco degli otto anni successivi. 
Tutti, tranne Mary Shelley.Articolo originale di Sentieri letterari. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore. I contenuti sono distribuiti sotto licenza Creative Commons.

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