La nuova alba missionaria : la conversione evangelica in asia, un fenomeno dilagante.

Creato il 20 luglio 2011 da Madyur

Arriva in Medio Oriente la “nuova alba missionaria” , si cerca di convertire il popolo asiatico alla religione evangelica. Nella città di Chang Rai, in Thailandia , ci sono tre grandi scuole missionarie. La maggiore è la Tieway taya kom , con tremila alunni, in gran parte dei villaggi tribali; poi c’è la Saha sat , che ne ha 2300 , e oltre 700 sono piccoli dell’etnia Akha. Se si calcola l’intera provincia gli istituti sono centinaia , con un numero incalcolabile di ostelli o scuole residenziali. Alcune congregazioni ne gestiscono 200 , altre 400 , altre ancora 80.

Gli Akha sono animisti e sono sparsi in quattro stati del Sud Est asiatico , fino al lontano Vietnam, e non sono gli unici a denunciare un processo di conversione , giunto a uno stadio sorprendentemente avanzato. Molte etnie , infatti, hanno perso la voglia di battersi contro questa omologazione religiosa. Le chiese evangeliche americane sono pronte ad invadere l’Asia , nei loro siti Internet richiedono specializzazioni manageriali per gestire in Oriente Parrocchie e scuole , di villaggio e internazionali , oppure cliniche dove si somministrano farmaci solo ai convertiti.

Una cultura ben diversa dai preti cattolici che impiantarono ospedali per curare epidemie di vaiolo , rischiarono la propria vita tra persecuzioni , pestilenze e guerre. L’evangelizzazione del Sud est asiatico è atipica anche rispetto ad altri Paesi dove la missione è tuttora associata al martirio e alle persecuzioni , ad esempio la Cina, l’India, o l’Indonesia. In Thailandia i buddhisti lascia volentieri ai ricchi farang – gli stranieri – il compito di prendersi cura dei bambini indigeni , mai registrati all’anagrafe.

. I missionari insegnano la Bibbia e i vangeli , oltre alla lingua inglese e thai. In più vestono e nutrono i bambini, e se si comportano bene otterranno anche una nuova identità e un lavoro. Una Ong thailandese, Afect, si oppone agli investimenti missionari. Da quando gli animisti sono stati convertiti è arrivata la gelosia e l’invidia, tra chi si è convertito e vive in casa e chi non vuole convertirsi e vive sotto tetti di foglie pressate. Ora non condividono più nulla, neanche l’acquisto di un maiale durante le feste rituali. Il villaggio si è spaccato , diviso tra una fede cristiana che promette salvezza eterna , e quella di uno spirito del bosco che promette la sopravvivenza quotidiana.

Molti giovani si sono convertiti e ora si fanno chiamare John o Joseph, dimenticando la tradizione degli Akha. Nei villaggi sempre meno vecchi cantano e conoscono le storie d’origine della tribù e del mondo. Il fenomeno della cristianizzazione degli Akha è il più recente , e in corso, mentre moltissimi Kachin, i Chin , Sha, Lahu, Lisu, Hmong si sono già convertiti. Non ci sono state forzature religiose, né guerre religiose , ma i nuovi missionari hanno i soldi delle lobby americane.

L’evangelizzazione negli ultimi anni si è accelerata. Appena nove anni nel distretto di Me Souoei solo 22 villaggi su 243 si erano convertiti, ora si è giunti da180 a 200. Gli Akha si potevano considerare il popolo più pacifico dell’Asia, tranne l’allontanamento di una famiglia coi gemelli per evitare tragedia al villaggio.

Secondo i dati dell’enciclopedia Barrett, a fronte di 6000 nuove conversioni in Nord America , ce ne sono 76 mila nel resto del mondo, soprattutto in Asia. E’ il numero più alto di conversioni nella storia del Cristianesimo , come sottolinea il Movimento di Losanna ispirato al celebre pastore americano e predicatore televisivo Billy Graham. Nel 1974 i delegato erano 2700 per 150 paesi, nel 2010 i paesi erano 190. Nello statuto di queste congregazioni c’è il compito di preservare la cultura locale, ma di tutto ciò nei siti web compare ben poco. E la nuova generazione Akha hanno perso lo spirito del bosco e la loro indole di vivere con la natura


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