Andiamo per gradi. Recentemente il parlamento britannico ha approvato il matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Le confessioni religiose che lo vorranno potranno celebrare (ma non sono obbligate) matrimoni omosessuali ma – a tutela maggiore – questa opzione è esclusa per la Chiesa anglicana che si è sempre opposta al matrimonio per le coppie gay.
Ciò nonostante un bizzarro miliardario, Barrie Drewitt-Barlow, ha citato in giudizio la Chiesa anglicana per ottenere il diritto a celebrare il matrimonio in chiesa con il suo compagno Tony: c’è da aspettarsi che la sua istanza venga rigettata e, nonostante l’uomo abbia dichiarato di voler ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo, è probabile che anche in quell’occasione la sua richiesta non venga accolta.
Nonostante nessun verdetto sia stato ancora emesso Gianfranco Amato (avvocato e presidente dell’associazione “Giuristi per la vita”) non perde l’occasione: «Questa vicenda rappresenta un’ottima lezione per tutti coloro che, in un tema così delicato, cercano di ridurre l’esperienza cristiana ad uno sdolcinato sentimentalismo, e per tutti quelli che ingenuamente credono di arginare i danni attraverso il velleitario tentativo di introdurre norme di salvaguardia, senza rendersi conto che così si apre la via ad un piano inclinato in cui la discesa diventa irrefrenabile». Attualmente non c’è nessuna discesa visto che nessuna sentenza è stata emessa e – se come ampiamente prevedibile e come auspicabile – la richiesta di Barrie Drewitt-Barlow sarà respinta ciò significherà solamente che diritti civili per le coppie omosessuali e libertà religiosa possono ampiamente convivere. Ad ogni modo buona norma vuole che si aspettino le motivazioni della sentenza prima di commentare ed in questo caso non solo non abbiamo le motivazioni ma neanche la sentenza: un po’ pochino per “titoloni ad effetto”.
Bisogna sottolineare che in Gran Bretagna nel 2012 il 47,5 per cento dei bambini è nato da coppie non sposate, nel 1988 questa percentuale era del 25 per cento e nel 1979 dell’11 per cento. Se questo trend continuerà (come prevedibile) nel 2016 la maggioranza dei bambini sarà figlio di coppie non sposate. Inoltre per la prima volta le persone sposate sono una minoranza nel paese (45 per cento). A voler essere provocatori c’è da domandarsi se in questa crisi del matrimonio i cristiani (cattolici o protestanti) si devono maggiormente preoccupare se nessuno vuole più sposarsi (né civilmente che religiosamente) o se – al contrario – una coppia omosessuale chiede di sposarsi in una loro chiesa: a loro ovviamente la scelta. Non è un problema che riguarda il cosiddetto mondo laico.
Qualcuno potrebbe pensare che la situazione italiana è ben diversa ma perfino da noi – quasi quasi – converrebbe alla Chiesa se i gay fossero ammessi al matrimonio religioso. Anche nel nostro Paese la realtà dei bambini nati da coppie non sposate è considerevole: secondo Istat, il 24,5 per cento dei bambini nati nel 2011 aveva genitori non sposati (una percentuale toccata in Gran Bretagna nel 1988) mentre nel 2008 questa percentuale era del 19,6.
Non è affatto rosea la situazione dei matrimoni. Sempre secondo Istat nel 2011 si sono sposate il 6,7 per cento in meno di coppie rispetto all’anno precedente con un trend in discesa attivo sin dal lontano 1972. La situazione non è delle migliori neanche per i matrimoni con rito religioso: nel 2011 sono state il 60,8 per cento del totale mentre l’anno precedente erano il 63,5 per cento (-2,7 in un solo anno) ed al Nord per la prima volta i matrimoni civili sono più numerosi di quelli religiosi (52 per cento contro 48). A tal proposito sempre Istat osserva che «solo 15 anni fa l’incidenza dei matrimoni civili non arrivava al 20 percento del totale delle celebrazioni».
Insomma forse per risollevare la situazione dei matrimoni religiosi la Chiesa (anglicana e cattolica) ha proprio bisogno di persone come Barrie Drewitt-Barlow e del suo compagno Tony che, in controtendenza rispetto alla maggioranza di italiani ed inglesi (e non solo), decidono di sposarsi ed addirittura con rito religioso: una vera e propria eresia ma l’alternativa sarà – prima o poi – lasciare le chiese vuote. Contenti loro….