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La nuova centralità geopolitica dell’Asia-Pacifico: la conferenza alla Camera

Creato il 19 maggio 2014 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
La nuova centralità geopolitica dell’Asia-Pacifico: la conferenza alla Camera

Nella mattinata di mercoledì 7 maggio, presso la Sala delle Colonne di Palazzo Marini a Roma, si è tenuta la conferenza “La nuova centralità geopolitica dell’Asia-Pacifico: che ruolo per l’Italia?”. La conferenza, come spiegato dal Presidente dell’IsAG Tiberio Graziani e successivamente da Daniele Scalea, Direttore Generale dell’Istituto, è stata organizzata in occasione della pubblicazione di Asia-Pacifico: un nuovo pivot, l’ultimo numero di “Geopolitica”, la rivista dell’IsAG.

La conferenza si è svolta in un clima di produttivo confronto, grazie alla presenza di relatori del calibro di S.E. Nguyen Hoang Long, Ambasciatore della Repubblica Socialista del Vietnam, di Douglas Robert Trappett, Incaricato d’Affari dell’Australia, del Gen. B. Francesco Lombardi, Vice-Direttore di CeMiSS e ISSMI, del Dott. Massimiliano Porto, Direttore del programma di ricerca “Asia Orientale” dell’IsAG, e infine del Min. Pl. Andrea Perugini, che nonostante gli impegni istituzionali ha partecipato alla parte finale dell’incontro.

Durante il primo intervento S.E. Nguyen Hoang Long, Ambasciatore del Vietnam in Italia, ha manifestato la sua soddisfazione per l’organizzazione dell’evento, rivendicando la necessità di una discussione approfondita da parte dell’Italia sull’Asia-Pacifico, area strategica perché cuore di uno sviluppo economico estremamente dinamico. L’Ambasciatore, facendo riferimento alle antiche radici dei rapporti tra Italia e Paesi asiatici, ha posto l’accento sull’esigenza di una presenza bilanciata nell’area da parte dei grandi attori globali, che ha auspicato possano contribuire a risolvere le sfide regionali, economiche e di sicurezza.

Daniele Scalea, moderatore della conferenza, ha puntualmente ricordato l’importanza strategica assunta dall’Asia-Pacifico, soprattutto in merito alla presenza di alcuni dei maggiori centri economico-militari del mondo, nonché della significativa percentuale di commercio globale che transita attraverso gli stretti indonesiani di Malacca, Sonda e Lombok. Ha inoltre sottolineato come la conformazione del Mar Cinese Meridionale e del Mar Cinese Orientale renda la Cina un paese non pienamente oceanico.

La parola è quindi passata a Douglas Robert Trappett, Incaricato d’Affari dell’Australia che ha esordito spiegando come l’area, sebbene per molti aspetti problematica, presenti delle incredibili opportunità. Per questa ragione l’Australia ha recentemente mutato la sua prospettiva riguardo ai paesi asiatici che la circondano, percependo l’importanza di non considerarsi “estranea” rispetto ad essi. Il “centro di gravità politico mondiale” si sta effettivamente spostando dall’Europa all’Asia-Pacifico, ha notato il diplomatico australiano, rendendo quindi imprescindibile un contributo alla sicurezza dell’area, nel tentativo di creare un ambiente di reale dialogo e cooperazione sul futuro della regione.

Riguardo alle politiche europee e italiane nell’area, il fattore economico può forse sopravanzare la motivazione della non-prossimità geografica, ma in realtà quest’ultima è annullata proprio da un altro fatto geografico che è la globalizzazione. Citando Mackinder, Scalea ha così ricordato come la globalizzazione permetta a ogni accadimento di riecheggiare da un angolo all’altro del globo, non limitando più i suoi effetti a una sola area o regione come avveniva in passato. L’Italia, non potendo in alcun caso rimanere estranea ai processi in fieri dell’Asia-Pacifico, deve solo decidere se esserne attrice protagonista o ricettrice passiva.

Il Dott. Massimiliano Porto, Direttore del programma di ricerca “Asia Orientale” dell’IsAG, ha partecipato alla discussione con un intervento sul tema dell’economia cinese e quindi sull’attuale questione dell’internazionalizzazione dello Yuan. Dopo aver ricordato che il predetto è il primo caso di supporto attivo da parte di un Governo all’internazionalizzazione della propria valuta, il Dott. Porto ha puntualmente illustrato le motivazioni che hanno condotto la Cina ad intraprendere la strada dell’internazionalizzazione della propria moneta per rinforzarla, illustrando le diverse modalità di azione, commerciali e finanziarie e discutendo la questione della diffusione dei c.d. Panda Bond. L’internazionalizzazione dello Yuan è un mezzo, non un fine della politica internazionale cinese e la crescita di questa valuta, ha opportunamente rilevato Massimiliano Porto, deve servire da monito al sistema internazionale che dovrebbe forse iniziare a riflettere sulla necessità della costruzione di un proprio sistema internazionale, sfruttando anche forum informali come il G20, piuttosto che affidandosi alla guerra valutaria.

Il Gen. B. Francesco Lombardi, Vice-Direttore del CeMiSS e dell’ISSMI, ha illustrato i risultati di alcune ricerche condotte dagli istituti in parola, approfondendo tre caratteristiche fondamentali dell’area Asia-Pacifico: crescita economica rapida, potenzialità demografiche e situazione politico-strategica liquida. Sono state sfruttate due diverse chiavi di lettura, quella politico-strategica e quella militare. Nel corso del suo intervento Lombardi ha discusso le principali problematiche dell’area, costituite dalla minacciosità della Corea del Nord e dal terrorismo di matrice religiosa, nazionalistica e politica nelle Filippine, in Indonesia, in Thailandia e in Papua Nuova Guinea. Sono stati successivamente illustrati i contenziosi marittimi riguardanti le isole Kurili, le isole Dokdo/Takeshima, le isole Senkaku/Diaoyu e le isole Paracel, tutti volti a conquistare porzioni di mare territoriale e di zone economiche esclusive nel Mar Cinese Meridionale e Orientale, al fine di acquisire un maggiore potere gestionale su una delle principali rotte commerciali al mondo. Secondo la teoria del centro della civiltà, ha concluso il Gen. B. Lombardi, il centro strategico mondiale si sposta negli anni seguendo l’andamento solare e quello del domani, considerati gli elementi preposti, potrà a ragion veduta essere l’Asia-Pacifico.

In attesa dell’arrivo del Ministro Perugini, trattenuto da alcuni impegni istituzionali, è stato dato inizio al dibattito con il numeroso pubblico in sala. Durante la discussione, l’ambasciatore del Vietnam è intervenuto commentando il contenzioso riguardante le isole Paracel, che coinvolge dal 1974 Vietnam e Cina. Sono state affrontate le problematiche legate alla nine dotted line cinese e l’Ambasciatore ha poi auspicato una ratifica statunitense dell’UNCLOS, al fine di dare maggiore impulso al rispetto coerente della Convenzione suddetta. Data la natura dei contenziosi, è necessaria una vera architettura regionale di sicurezza multistrato, per la realizzazione della quale fondamentale è il contributo dell’Unione Europea e quindi dell’Italia.

Il contributo di Andrea Perugini, Direttore Centrale per i Paesi dell’Asia e dell’Oceania del Ministero degli Affari Esteri che ha nel frattempo raggiunto il tavolo dei relatori, è stato orientato sugli obiettivi dell’Italia nei rapporti con l’Asia e sul ruolo del vertice ASEM, i cui ministri delle finanze si incontreranno il prossimo autunno a Milano. Il ministro ha messo in evidenza l’enorme potenziale economico e commerciale dell’area per l’Italia e ha poi sottolineato il ruolo di impulso dell’Unione Europea riguardo alla ratifica dell’UNCLOS da parte degli Stati Uniti, sperando altresì in una maggiore presenza occidentale nei meccanismi di difesa regionale dell’Asia-Pacifico anche al fine di stabilire rapporti funzionali all’industria della Difesa italiana.


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