La nuova emergenza rifiuti in Campania è creata deliberatamente, e le alternative sono facilmente realizzabili

Creato il 23 ottobre 2010 da Corradopenna

C’era una volta…
In un piccolo paese della provincia di Treviso, una signora combattiva e suo figlio credevano in un sogno: la possibilità di cancellare dal nostro vocabolario la parola “rifiuto”. La raccolta differenziata permetteva già di riciclare molto di ciò che noi buttiamo, trasformando tanti “rifiuti” in “risorse”; rimaneva però sempre una parte, il cosiddetto “rifiuto residuo”, che sembrava impossibile recuperare. L’unico destino appariva allora quello degli inceneritori, con tutti i danni ambientali e medico-sanitari ad essi correlati.
Ma i due non si arresero. Finanziarono per anni un gruppo di ricerca e infine trovarono un modo per trasformare in risorsa anche questo rifiuto residuo. Convertito in polvere granulosa, divenne “materia prima seconda”, cioè materiale a basso costo utilizzabile dalle aziende, al posto della plastica vergine, per costruire sedie, tavoli, mattoni, piastrelle, bancali, etc. Smaltire i rifiuti in questo modo non solo elimina le spese, ma produce pure ulteriore ricchezza. La cosa divertente è che tutti gli oggetti prodotti, una volta usurati, possono essere nuovamente riciclati, all’infinito.
… funziona!
Questa tecnologia è ormai affermata: elimina i rifiuti rispettando l’ambiente. Da tutto il mondo numerosi industriali contattano la nostra protagonista, Carla Poli, per visitare il Centro Riciclo di Vedelago e importare anche nel loro paese questa semplice ma efficace tecnologia, che consente di riciclare quasi il 100% dei nostri cosiddetti “rifiuti”.
Eppure in Italia sembra ancora che non sia successo nulla. Si continua a parlare di termovalorizzatori senza considerare il rischio per la salute e l’enorme costo che essi comportano.
… ed ora?
La gestione dei rifiuti è in mano ai comuni, i quali spesso, per ignoranza o per interesse, preferiscono la strada delle discariche o dei vecchi inceneritori.
Diamoci tutti da fare perché questa soluzione, intelligente ed economica, venga adottata anche nella nostra città, per garantire un futuro migliore a noi e ai nostri figli.
Scrivi anche tu al tuo sindaco e chiedigli di imitare il modello offerto dal Centro Riciclo di Vedelago.
Per maggiori informazioni vedi il sito http://www.centroriciclo.com e guarda il video qui sotto (un servizio della RAI).

Questa parte dell'articolo è tratta da Come riciclare il 100% dei rifiuti? Ecco il Centro Riciclo di Vedelago


Da notare che, proprio mentre rimonta l'emergenza rifiuti (che come abbiamo già ampiamente dimostrato già due anni fa è assolutamente artificiale) scopriamo che a Napoli la soluzione di Vedelago è stata presentata, ma alla presentazione erano assenti gli imprenditori, l’assessore all’ambiente, il sindaco, il governatore ... probabilmente perché, come sanno tutte le persone un po' più informate, la gestione della spazzatura è un affare d'oro fin troppo spesso gestito dalla mafia (il fatto che ne parli anche Saviano nel suo romanzo Gomorra, non è quindi una grande novità). Al link precedente potete trovare anche i video della conferenza.
Come giustamente scrivono Cecilia Anesi e Giulio Rubino in un loro recente articolo, i pentiti Carmine Schiavone e Gaetano Vassallo confermano come la camorra sia sempre stata in Campania la protagonista nel ciclo dei rifiuti perché "la monnezza é oro", e che l'unico vero modo di assicurarne l'assenza e' smettere di produrli, questi rifiuti. Invece, questi rifiuti non abbiamo proprio smesso di produrli, la raccolta differenziata non e' mai partita, gli impianti di compostaggio sono fermi, e quelli di trattamento meccanico biologico non sono mai partiti.
Come mai uno Stato d'Europa manda la polizia contro delle donne con le mani alzate per imporre un business di morte? La risposta si trova, ancora una volta, nelle dichiarazioni di chi, come Gaetano Vassallo, con la "monnezza" si è arricchito per decenni.
Le discariche campane si riempiono veloci, e ne servono altre, perché là dentro non ci vanno solo i rifiuti campani, ci vanno anche i rifiuti industriali del Centro-Nord.
Valgono talmente tanto, le discariche campane, che da maggio 2008 sono ‘aree di interesse strategico nazionale', protette dall'Esercito Italiano, quasi fossero depositi di plutonio. E guai a protestare.
I soldi però, ormai sappiamo bene noi che guardiamo il cielo attentamente, non sono l'unica spiegazione a questo avvelenamento apparentemente insensato; basti vedere come veniamo continuamente avvelenati da governi che consentono l'immissione  sul mercato di un numero sempre maggiore di prodotti chimici persino negli alimenti.
A ben vedere i soldi potrebbero essere non il fine che giustifica i mezzi, ma un mezzo che serve a raggiungere un fine; è infatti molto probabile che i soldi vengano utilizzati come esca per attirare le persone e renderle disponibili a tradire i propri simili avallando un inquinamento sempre più invasivo. Su tale avvelenamento e sui suoi  possibili scopi vedi la seconda parte del dossier sulle scie chimiche nonché il precedente articolo.

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