La nuova era di Marchionne

Da Brunougolini


Gli operai, gli impiegati, i tecnici della Fca non potranno che essere felici della promessa annunciata da Sergio Marchionne circa l’incremento delle buste paga. Saranno contenti anche i lavoratori di tutta Italia, precari compresi, visto che si parla di una nuova era per tutti. Saranno soddisfatti, inoltre, i manager di altre imprese visto che il manager Marchionne gli incrementi li ha già avuti attraverso 245,7 milioni sotto la voce “specifiche transazioni” da aggiungere agli 8 milioni mensili (e sottoposti a un regime fiscale non italiano).
E’ una promessa, però, quella rivolta ai dipendenti Fca, se non ho capito male, non immediatamente sicura. E’ collegata all’aumento possibile delle vendite quindi, della produzione. Così come non si è capito se si tratta di un’“elargizione” oppure di una scelta concordata, contrattata con i sindacati (quelli considerati degni). Se fosse una pura e semplice elargizione vorrebbe dire che la conclamata nuova era non avrà più bisogno di sindacati. Il famoso rapporto tra capitale e lavoro si affiderà al solo capitale. Non ci sarà bisogno di una legge sulla rappresentanza, pur annunciata da Renzi, visto che gli attuali rappresentanti saranno cancellati. E visto che secondo la vulgata corrente tale rapporto dovrebbe riguardare solo il valore della merce lavoro e non le condizioni di lavoro, il ruolo della persona che lavora, il suo diritto a non essere trattato solo come un pacco disponibile a tutto. Un ritorno, dunque, alla fine dell’800.
C’è da aggiungere, comunque, che prima dell’era Marchionne non è che ci sia stato il vuoto a proposito di relazioni industriali non basate solo sulla conflittualità. Le cronache del lavoro parlano di tanti accordi sulla produttività raggiunti in tante aziende. Basterebbe chiedere a Giorgio Caprioli (Fim-Cisl) che ha dedicato ampi studi alla materia. E non si può dire che i sindacati italiani, Cgil compresa, sarebbero contrari a fare come in Germania con il loro ingresso nei consigli di sorveglianza delle imprese. E ancora, a proposito di nuove ere, come non ricordare la Fiom che rivendicava di potere accedere e partecipare ai “piani di impresa”, come non rievocare la “codeterminazione” cara a Claudio Sabattini, come non rileggere quel libro di Bruno Trentin intitolato ”Da sfruttati a produttori”?

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