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La nuova raccolta di Marina Minet “So di mio padre, me”

Da Viadellebelledonne

La nuova raccolta di Marina Minet “So di mio padre, me”
So di mio padre, me di Marina Minet
Prima edizione, giugno 2010
©ClepsydraEdizioni
(collana e-book di poesia a cura di Sebastiano Aglieco,  Federico Federici, Annamaria Ferramosca, Abele Longo, Ivano Mugnaini  Daniela Raimondi, Anila Resuli)

Un grano di rubino”, così complesso e prezioso, così singolare è il tema di questa raccolta di Marina Minet, una poetessa che certo arrotonda le immagini in versi semplici, scorrevoli come fossero naturali. La raccolta, divisa in due parti, nella prima prima “Tenere rovine” è come se preparasse alla seconda, con il suo lineare e delicato soffio d’infanzia, incastrata in immagini nitide e snelle tanto da sembrare visibili in noi, nel nostro stesso percorso di vita. La seconda parte invece descrive il nocciolo della raccolta e dà, pertanto, anche titolo all’intera silloge: la figura paterna. Se nella prima parte è modellata tra le immagini, l’inconsapevolezza, la freschezza dell’infanzia, nella seconda, attraverso la figura del padre, si nota la forza di questo io che cresce tuttavia consapevole, ben lucido a trasmettere l’idea di sé e la propria identità, formata forse di riflesso alla figura del padre, quasi percepito come un “ostacolo molesto”. Attraverso la figura del padre, appunto, l’io identifica e conosce se stesso. Più volte infatti viene nominata la verità tra le righe, perché dalle piccole verità di un padre, cresce e viene modellata la coscienza di un figlio: “La verità del buio è l’incoscienza”. Un disegno complesso questa figura del padre, che raffigura in pochi versi diversi sentimenti umani quale l’orgoglio, l’ira, la tenacia, la volontà ed altri. Dietro questi sentimenti si nasconde una figura paterna quasi dispotica, di forza troppo sconfinata per un figlio, quasi fosse un dio: “Niente muore del tuo regno”; ma al contempo, una figura paterna debole che cerca di vincere le proprie sconfitte. Il tutto, chiude poi quasi in modo amaro: “Lo sguardo al passato è un destino”, con la consapevolezza che tutto, i sentimenti, le nostre storie, facciano parte della nostra vita, formando il nostro destino. (Nota della Redazione)

Sono stata in un ricordo
ho smarrito affetto e braccia
e il pensiero del rimpianto.
Eri Padre come adesso
mai pianure nel sentiero
con l’oracolo versato nel bicchiere.

Due falci sciupate dal grano

Lo sguardo al passato è un destino/ se colgo le mie imperfezioni/ e in esse rivedo di noi/ ferite velate/ l’orgoglio sconfitto/ che all’alba rinasce soldato// Io figlia e tu Padre/ due falci a confronto/ sciupate dal grano.

(Marina Minet)

Scarica qui l’e-book:
http://www.clepsydraedizioni.com/?p=218



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