Fra le polemiche delle ultime settimane ci sono le spese per la difesa. Ecco qualche informazione in più per avere chiaro di cosa stiamo parlando
Leggendo un po’ di notizie riguardo gli emendamenti alla legge di stabilità in discussione, ho ancora una volta preso atto delle decine di proposte con portafoglio sulle politiche sociali, sulla sicurezza sul lavoro, sul diritto allo studio, su un piano straordinario per le piccole opere… tutte rifiutate dal ministero per la mancanza di copertura. E’ stato perciò impossibile non sbottare di fronte all’emendamento riguardante 2 mld€ in tre anni sulla costruzione delle moderne fregate FREMM (Fregate europee multi-missione)… ma è anche troppo facile lasciare da solo questo dato in modo da fare una notizia facile; perciò prima di parlare di sprechi militari ragioniamo.
Bisogna partire dal presupposto che Francia, Spagna, Inghilterra ed Italia sono le quattro marine di rilievo in Europa. L’Italia ha assunto in sedi internazionali impegni concreti riguardo “ il supporto delle crisi internazionali per contribuire fattivamente al mantenimento della pace e della sicurezza ”. L’esigenza di una maggiore cooperazione pare essersi palesata durante la crisi Libica, dove si è resa necessaria una rapidità di reazione che non coinvolgesse le truppe militari terrestri. Nella pratica, l’Italia deve essere fornita di una adeguata flotta marittima e di una aerea da poter mettere a disposizione dell’EDTIB europeo. Fincantieri, Finmeccanica ed Iveco sono i principali protagonisti della produzione militare italiana.
La crisi economica che ha contratto significativamente le possibilità d’investimento sulla difesa, ha portato l’Italia a effettuare iniziative di promozione per esportare prodotti militari verso i paesi emergenti per arginare in questo modo il calo di domanda interna. Poco più di un mese fa, il caso della portaerei Cavour non è passato inosservato da parte di alcuni giornali e di qualche gruppo parlamentare come il M5S:
una operazione di ‘promo’ nei mari dell’Africa orientale per poi circumnavigarla con l’obiettivo esplicito, come dichiarato dal ministro Mauro, di “promuovere il sistema Italia in Africa”. La nave farà sosta in diversi porti delle monarchie del Golfo con l’obiettivo di vendere il made in Italy dell’industria bellica nazionale contando sulla volontà di riarmo delle petromonarchie, volontà giustificata con il pretesto di difendersi dall’Iran
Detto ciò, i tagli al settore della difesa ci sono stati e pare continueranno: nel dicembre 2013 la riduzione del personale al servizio del Ministero della Difesa ha riguardato 33000 militari in meno e 10000 civili. La famosa flotta aerea di F-35 dovrebbe essere ridotta di 41 unità (ma ancora non si è chiarito) ed il piano quinquennale prevede la riduzione delle strutture militari del 30%. Tutto ciò è stato fatto senza incorrere nelle pesanti penali che altrimenti avremmo dovuto pagare per non aver rispettato gli accordi firmati nelle sedi istituzionali e che di fatto avrebbero ridotto i risparmi conseguiti (16 mld€ su 30 anni).
Politico o possibile? La questione è spinosa quanto poche: si parla di lavoro, accordi internazionali e soldi. Parole che oggi come mai sembrano andare oltre la pace nel Mondo.