In quel momento prende la decisione totale e determinata di costruirsi la vita come desidera sul serio: al limite della legalità. Si reca da Bianco, una figura all’apparenza quasi caricaturale di “gangster” all’italiana, ma che fa sul serio affari loschi e molto remunerativi, che ha bisogno del braccio fermo e della determinazione al male di Ettore. Per quanto abbia scelto la sua dimensione, non è totalmente libero di dedicarvisi; nella sua vita esiste anche Wanda, una sorta di “fidanzata”, che rimane incinta. La vicenda di questa ragazza, iniziata come una storia semplice, senza tanti desideri di complicazione, almeno dalla parte di lui, è quella che imprime una svolta drastica alla vita di Ettore. Finora è sempre stato responsabile soprattutto di se stesso, delle sue azioni e delle sue scelte, e se n’è sempre gloriato. Ora, aver messo incinta una ragazza al di fuori del matrimonio, espone lei e i suoi stessi genitori alla punizione, alla riprovazione sociale, alla vergogna pubblica, all’essere fuori dalle regole e del comportamento socialmente accettato. Hawthorne umiliava Esther con la lettera cucita sul petto, Wanda viene rinchiusa e nascosta. Sotto gli abiti e l’atteggiamento “criminale” Ettore scopre di avere sentimenti e ripensamenti, e questo lo rende smarrito, inesperto, molto umano. E’ uno dei momenti che ho apprezzato di più nel libro. Con il suo stile splendidamente arcaico per i nostri tempi, Fenoglio dipinge la sensazione di smarrimento di Ettore, che vede vacillare il mondo in cui era convinto di regnare freddo e ferreo. Guarda la famiglia di Wanda, i loro modi rozzi che lo ripugnano dalle radici, e non sa districarsi nel groviglio di sensazioni che gli occupano i visceri: l’idea di stare facendo la cosa giusta, e l’insofferenza e il giudizio negativo verso persone così distanti dalle sue aspirazioni, da quello che vorrebbe avere nella sua vita, unite alla spaventosa certezza che non potrà liberarsene mai più. E’ un punto della narrazione che mi si è inciso dentro, perché io ho vissuto la stessa contraddizione interiore altrettanto lacerante in un paio di momenti della mia vita fuori dal pc, e l’ho trovata magnificamente dipinta in quelle parole antiche, incastrate in una sintassi fluida e straniera allo stesso tempo. Ho davvero amato Fenoglio in quei minuti che mi sono serviti a leggere quelle scene, proprio per il motivo che Italo Calvino sottolinea così giustamente: “Fenoglio sa centrare situazioni psicologiche particolarissime con una sicurezza che mi sembra rara”.
In quel momento prende la decisione totale e determinata di costruirsi la vita come desidera sul serio: al limite della legalità. Si reca da Bianco, una figura all’apparenza quasi caricaturale di “gangster” all’italiana, ma che fa sul serio affari loschi e molto remunerativi, che ha bisogno del braccio fermo e della determinazione al male di Ettore. Per quanto abbia scelto la sua dimensione, non è totalmente libero di dedicarvisi; nella sua vita esiste anche Wanda, una sorta di “fidanzata”, che rimane incinta. La vicenda di questa ragazza, iniziata come una storia semplice, senza tanti desideri di complicazione, almeno dalla parte di lui, è quella che imprime una svolta drastica alla vita di Ettore. Finora è sempre stato responsabile soprattutto di se stesso, delle sue azioni e delle sue scelte, e se n’è sempre gloriato. Ora, aver messo incinta una ragazza al di fuori del matrimonio, espone lei e i suoi stessi genitori alla punizione, alla riprovazione sociale, alla vergogna pubblica, all’essere fuori dalle regole e del comportamento socialmente accettato. Hawthorne umiliava Esther con la lettera cucita sul petto, Wanda viene rinchiusa e nascosta. Sotto gli abiti e l’atteggiamento “criminale” Ettore scopre di avere sentimenti e ripensamenti, e questo lo rende smarrito, inesperto, molto umano. E’ uno dei momenti che ho apprezzato di più nel libro. Con il suo stile splendidamente arcaico per i nostri tempi, Fenoglio dipinge la sensazione di smarrimento di Ettore, che vede vacillare il mondo in cui era convinto di regnare freddo e ferreo. Guarda la famiglia di Wanda, i loro modi rozzi che lo ripugnano dalle radici, e non sa districarsi nel groviglio di sensazioni che gli occupano i visceri: l’idea di stare facendo la cosa giusta, e l’insofferenza e il giudizio negativo verso persone così distanti dalle sue aspirazioni, da quello che vorrebbe avere nella sua vita, unite alla spaventosa certezza che non potrà liberarsene mai più. E’ un punto della narrazione che mi si è inciso dentro, perché io ho vissuto la stessa contraddizione interiore altrettanto lacerante in un paio di momenti della mia vita fuori dal pc, e l’ho trovata magnificamente dipinta in quelle parole antiche, incastrate in una sintassi fluida e straniera allo stesso tempo. Ho davvero amato Fenoglio in quei minuti che mi sono serviti a leggere quelle scene, proprio per il motivo che Italo Calvino sottolinea così giustamente: “Fenoglio sa centrare situazioni psicologiche particolarissime con una sicurezza che mi sembra rara”.
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