"Si chiamava Lulù. Aveva il corpo verde, la punta delle ali rosa, la fronte azzurra e la gola dorata.Ma aveva l'incresciosa mania di mordere il suo trespolo, si strappava le penne, sparpagliava i propri escrementi, spandeva l'acqua della vaschetta; - la signora Aubain, che ne era infastidita, lo diede per sempre a Felicita.Lai cominciò a istruirlo; presto Lulù fu in grado di ripetere "Bel giovanotto! Servo vostro, signore! Ave, Maria!". Era sempre vicino alla porta, nell'angolo della scala, molti si stupivano che non rispondesse al nome di Loreto, visto che tutti i pappagalli si chiamano Loreto. Lo paragonavano a una tacchina, a un pezzo di legno! - tutte pugnalate al cuore di Felicita - strana ostinazione quella di Lulù, che se lo si guardava smetteva all'istante di parlare!Malgrado ciò, cercava la compagnia; perchè la domenica, mentre le famose signorine Rochefeuille, il signor di Houppeville e alcuni nuovi habitues: Onofry il farmacista, il signor Varin e il capitano Mathieu, facevano la loro partita a carte, lui sbatteva le ali contro i vetri, - e si dimenava così furiosamente che era impossibile farsi sentire.La faccia di Bourais doveva sembrargli particolarmente buffa. Appena lo scorgeva cominciava a ridere, a ridere con tutte le forze. Gli scoppi della sua voce rimbalzavano nel cortile, l'eco li ripeteva, i vicini si mettevano alle finestre, ridevano anche loro; e, per non farsi vedere dal pappagallo, il signor Bourais strisciava lungo i muri, celando il profilo sotto il cappello, arrivava sino al fiume per entrare dalla porta del giardino, e gli sguardi che indirizzava al volatile erano privi di tenerezza."Gustave FlaubertTre raccontiPag. 42
Prima dell'altro giorno credevo di avere le idee chiare (oserei dire "certezze"!) su un bel po' di questioni. Questa, in particolare, non è di certo una di quelle su cui mi sentivo più ferrato, ma ritenevo, a quanto pare un po' ipocritamente, di poterne almeno dominare i tratti principali. Poi il mio pappagallo, Ugo, ha fatto un uovo. Gravidanza isterica sembra la diagnosi più accreditata. Ma volete mettere lo shock di vivere 12 anni in una gabbia davanti alla quale tutti quelli che passano ti chiamano come Fantozzi per poi scoprire che appartieni al gentil sesso? Vien quasi voglia di spennarsi per lo stress!Al povero Ugo/a, cenerino coda rossa che affolla la mia arca di Noè, dedico questa pagina di un libro di Flaubert che, grazie alla collezione di classici di repubblica, mi è capitato tra le mani in queste giorni. Gravidanza a parte, sembra proprio parli di lui!
"Si chiamava Lulù. Aveva il corpo verde, la punta delle ali rosa, la fronte azzurra e la gola dorata.Ma aveva l'incresciosa mania di mordere il suo trespolo, si strappava le penne, sparpagliava i propri escrementi, spandeva l'acqua della vaschetta; - la signora Aubain, che ne era infastidita, lo diede per sempre a Felicita.Lai cominciò a istruirlo; presto Lulù fu in grado di ripetere "Bel giovanotto! Servo vostro, signore! Ave, Maria!". Era sempre vicino alla porta, nell'angolo della scala, molti si stupivano che non rispondesse al nome di Loreto, visto che tutti i pappagalli si chiamano Loreto. Lo paragonavano a una tacchina, a un pezzo di legno! - tutte pugnalate al cuore di Felicita - strana ostinazione quella di Lulù, che se lo si guardava smetteva all'istante di parlare!Malgrado ciò, cercava la compagnia; perchè la domenica, mentre le famose signorine Rochefeuille, il signor di Houppeville e alcuni nuovi habitues: Onofry il farmacista, il signor Varin e il capitano Mathieu, facevano la loro partita a carte, lui sbatteva le ali contro i vetri, - e si dimenava così furiosamente che era impossibile farsi sentire.La faccia di Bourais doveva sembrargli particolarmente buffa. Appena lo scorgeva cominciava a ridere, a ridere con tutte le forze. Gli scoppi della sua voce rimbalzavano nel cortile, l'eco li ripeteva, i vicini si mettevano alle finestre, ridevano anche loro; e, per non farsi vedere dal pappagallo, il signor Bourais strisciava lungo i muri, celando il profilo sotto il cappello, arrivava sino al fiume per entrare dalla porta del giardino, e gli sguardi che indirizzava al volatile erano privi di tenerezza."Gustave FlaubertTre raccontiPag. 42
"Si chiamava Lulù. Aveva il corpo verde, la punta delle ali rosa, la fronte azzurra e la gola dorata.Ma aveva l'incresciosa mania di mordere il suo trespolo, si strappava le penne, sparpagliava i propri escrementi, spandeva l'acqua della vaschetta; - la signora Aubain, che ne era infastidita, lo diede per sempre a Felicita.Lai cominciò a istruirlo; presto Lulù fu in grado di ripetere "Bel giovanotto! Servo vostro, signore! Ave, Maria!". Era sempre vicino alla porta, nell'angolo della scala, molti si stupivano che non rispondesse al nome di Loreto, visto che tutti i pappagalli si chiamano Loreto. Lo paragonavano a una tacchina, a un pezzo di legno! - tutte pugnalate al cuore di Felicita - strana ostinazione quella di Lulù, che se lo si guardava smetteva all'istante di parlare!Malgrado ciò, cercava la compagnia; perchè la domenica, mentre le famose signorine Rochefeuille, il signor di Houppeville e alcuni nuovi habitues: Onofry il farmacista, il signor Varin e il capitano Mathieu, facevano la loro partita a carte, lui sbatteva le ali contro i vetri, - e si dimenava così furiosamente che era impossibile farsi sentire.La faccia di Bourais doveva sembrargli particolarmente buffa. Appena lo scorgeva cominciava a ridere, a ridere con tutte le forze. Gli scoppi della sua voce rimbalzavano nel cortile, l'eco li ripeteva, i vicini si mettevano alle finestre, ridevano anche loro; e, per non farsi vedere dal pappagallo, il signor Bourais strisciava lungo i muri, celando il profilo sotto il cappello, arrivava sino al fiume per entrare dalla porta del giardino, e gli sguardi che indirizzava al volatile erano privi di tenerezza."Gustave FlaubertTre raccontiPag. 42
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