Michela Murgia è sicuramente tutto questo, ma è anche una scrittrice capace, dallo stile secco, talora scarno, ma nel contempo poetico. Non disdegna espressioni ad effetto come "le colpe, come le persone, iniziano ad esistere se qualcuno...
Murgia: Eh no, aspetta un attimo. "Cicciona" va bene, ma "ad esistere"... Quello proprio no!Io: ...Murgia: quella "d". Non va messa se la parola dopo non comincia per "a"Io: Intendi "esisiere"Murgia: tu cosa dici, Castiglioni Mariotti?Io: Capito! Chiedo venia, ma stavo scrivendo un po' in fretta, copiando direttamente dalla quarta di copertina. Sono un po' stanco e esaustoMurgia: Ignorante!Io: Ti ho appena chiesto scusa! Non ti sembra di esagerare?Murgia: Sei un ignorante, nel senso che ignori! "e esausto". Ti sembra?Io: Non contraddirti! La scrittrice sei tu e hai appena detto che la "d" si mette solo quando la parola dopo comincia per "a". Così, ad occhio, direi che "esausto" non rientra nella categoria.Murgia: Fare il saccente non ti viene per niente bene, ma apprezzo la buona volontà. La "d" si mette dopo la "a" se la parola dopo inizia con la stessa vocale. Lo stesso si fa con la "e".Io: Adesso tiro fuori un bel quaderno a quadretti e comincio a prendere appunti, maestrina dalla penna rossa!Murgia: Casomai a righe, i quadretti lasciali per i grafici della prof di matematicaIo: Il tuo libro fa schifo!Murgia: Vedo che siamo pieni di argomenti intelligenti! E poi sono certa che non lo pensi.Io: Hai ragione, non è male.Murgia: E' una poesia lunga più di 160 pagine. Se tu pensi che "non è male" renda l'idea...Io: Vanitosa! Narcisa! Superba! Tronfia!Murgia: Sputa il dizionario dei sinonimi e dei contrari. Qualche riga fa non ero cicciona, con i complessi di inferiorità e la paura del contradditorio?Io: ...Murgia: ...Io: Vado a letto, ma prima appiccico qui una pagina del tuo libro.Murgia: Ok. Quale?Io: E' un libro un pocod ostico per sceglierne un punto particolare. Pesco praticamente a caso!
"Se avesse potuto morire così, affogando nell'acqua dei sogni, sarebbe stato meglio per tutti. Invece aprì gli occhi di colpo, annaspando monco tra le lenzuola. Gli ci volle qualche minuto per ricordarsi chi e cosa era, che riemergere da sé stessi è tanto più difficile quanto più si è profondi. Soltanto allora percepì il respiro della figura magra che violava l'aria della camera, ferma contro il muro davanti al suo letto. Uomo di molte parole Nicola non era stato mai, ma in quel momento nemmeno il silenzio gli sembrò giusto da dire.- Siete venuta... - bisbigliò rauco e pallido.Lei si accostò al letto, replicando solo quando fu così vicina che a Nicola sembrò di sentirle addosso l'odore amaro dei vecchi. Quando la donna parlò, seppe di essere davvero sveglio.- Come sono venuta posso anche andarmene. Dimmi che hai cambiato idea e uscirò da qui senza girarmi. Giuro che non ne parleremo mai più, come se non fosse mai successo.Nicola rispose troppo in fretta, come non volesse lasciarsi il tempo di dubitare.- Non ho cambiato idea. Sono già morto, e voi lo sapete.Lei lo guardò negli occhi, orientando il capo per impedirgli di fare altrettanto. Ci vide quello che non cercava e sussurrò con voce stanca:- No Nicola, non lo so. Solo tu lo puoi sapere. Io sono venuta pronta, ma prega che il Signore faccia cadere su di te la cosa che mi chiedi, che non è benedetta, e nemmeno necessaria...- Per me è necessaria, - disse Nicola accettando la maledizione con un cenno lieve del capo.La vecchia intanto schiudeva lo scialle per rivelare le mani strette attorno a un piccolo contenitore di coccio con la bocca larga. Quando l'accabadora sollevò il coperchio dal contenitore si levò un filo di fumo. Nicola Bastìu accolse l'odore acre, non se lo aspettava diverso, e lo inspirò profondamente, mormorando parole sommesse che la vecchia non diede segno di aver udito. L'uomo trattenne dentro ai polmoni quel fumo tossico, chiudendo gli occhi stordito per l'ultima volta. Forse dormiva già quando il cuscino gli venne premuto in viso, perchè non sobbalzò né si oppose. O forse non si sarebbe opposto comunque, che non era cosa per lui morire diversamente da come era vissuto, senza respiro."Michela MurgiaAccabadoraPag. 89