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La pagina di un libro/68 - Sono contrario alle emozioni

Creato il 05 agosto 2014 da Mapo
Ci stanno rubando il diritto alla nostalgia. Mentre mangiamo il gelato.
La pagina di un libro/68 - Sono contrario alle emozioni
"Vi ricordate il Carrarmato Perugina? E il Tin Tin (Alemagna, mi sembra)? E il Ritmo? E il Soflì (che poi era una tavoletta di cioccolato coi buchi e le bolle, che adesso si trova negli autogrill ma si chiama in un altro modo)?Chissà se c'è ancora la Girella, per la quale inventarono uno slogan indimenticabile, letteralmente da favola. A me piaceva un sacco il Kit Kat (le barrette di wafer staccabili, ricoperte di cioccolato), ma non posso lamentarmi della sua mancanza perché ancora lo fanno. Peccato.Io non conosco nessun over 40 che, a nominargli una merendina della sua infanzia, non manifesti un principio di commozione. E annuisca mestamente, assumendo quella postura delle sopracciglia a tettuccio di casa di campagna tipica del rimpianto archiviato, del senso di colpa per qualcosa che si sarebbe potuto fare e non s'è fatto: baciare la compagna di banco o impedire l'estinzione del Carrarmato.Uguale alla malinconia da recherche della merendina perdura è quella dei gelati confezionati di una volta. Pensate, p.es., all'Arcobaleno, il ghiacciolo multicolore alla portata di tutte le tasche, la cui suzione richiedeva almeno tre quarti d'ora di impegno e illividiva la lingua per giorni; o al Camillino (il vintage, col disegno di Jacovitti sulla confezione, non quello che fanno adesso, che non gli somiglia neanche): testimoni irreperibili di un passato rimosso che ha ceduto il posto a gelati dai sapori raffinatissimi e speziati, prodotti addirittura in serie limitata e reclamizzati da strafighe famose in abito da sera che li chiamano con nomi da biancheria intima per coppie con problemi di copula.Le aziende devono aver intercettato queste nostalgie di mezz'età, altrimenti non si spiegherebbe come mai da qualche tempo si lanciano in resurrezioni last minute che rischiano di farti prendere un colpo quando ti c'imbatti (come nelle soap opera, quando torna un personaggio che aveva tirato le cuoia nella stagione precedente).Esattamente quello che sta succedendo a me in questo momento davanti al bar che espone la locandina metallica dei gelati Algida con sopra il Croccante al cacao: una delle invenzioni, per intenderci, che hanno reso memorabili gli anni Settanta. A un certo punto, non s'è capito perché, è andato in prescrizione cedendo l'intero portafoglio clienti (e di conseguenza l'esclusiva) al concorrente all'amarena (nettamente inferiore, almeno per noialtri aficionados della versione cacaoica).L'emozione (questa sì autentica) che sul momento mi attanaglia è tale che ho la tentazione di tirare dritto e far finta di niente. Ho paura che vada a finire come con quei film che ricordi solo per frammenti sfocati, di cui non sapresti assolutamente dire titolo, interpreti e regista, ma che custodisci nella memoria con una cura particolare, in scatoloni virtuali con la scritta FRAGILE, come contenessero una grazia che in seguito non hai più trovato in nessun altro film; poi una sera accendi la tv, finisci su una rete locale e a un tratto, come un'epifania, nel sentire una battuta di dialogo o andando dietro a un'attrazione ambigua che all'improvviso t'é venuta per un minuscolo dettaglio scenografico, realizzi che è quello il film che si è nascosto nella tua memoria per tanti anni, e finalmente ogni cosa si definisce, i volti degli attori si riempiono, gli dai un nome e ne ricostruisci brevemente la filmografia sottoponendoli a un flash forward che in un lampo li porta all'apice di una carriera che allora neanche immaginavano li attendesse (questa consapevolezza ti fa sorridere, come ne fossi parzialmente artefice), e mentre tutto si compie, la storia si palesa e si semplifica lasciandosi persino prevedere (perché poi - anche se ti rincresce ammetterlo - non è che contenessero queste gran trovate), e addirittura i comprimari perdono l'anonimato e si lasciano disporre uno alla volta in questo e quell'altro film in cui t'é capitato di vederli, sicché a quel punto ti manca solo una navigata in rete per risalire al regista (sull'identità del quale, peraltro, stai anche già scommettendo con te stesso), e capisci che adesso è davvero tutto finito, che quell'esattezza ti ha sterminato l'immaginazione, l'ha invasa e rovinata per sempre. Definendoti il ricordo te l'ha tolto, l'ha fatto diventare un file che puoi aprire quando vuoi, con un semplice click, e curiosarci dentro come un comune guardone.Per cui lo faccio, fingo di non aver visto, e lascio il Croccante al cacao nella sconosciuta terra dei desaparecidos (benché muoia dalla voglia di riassaporarlo), a vado avanti per la mia strada.Diego De SilvaSono contrario alle emozioniPag. 127

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