La pagina di un libro/74 - Un sogno per la vita

Creato il 20 gennaio 2015 da Mapo
Le pagine di questo libro, lette a qualche metro di distanza da dove tutto si è svolto, sembrano prendere vita propria e ripercorrere tutte le mattine luoghi e momenti che in qualche modo sono una piccola storia è un qualcosa di emozionante che va oltre le parole usate per descrivere. E le parole, si sa, si spingono ben lontano.Dalla prefazione all'epilogo è tutto un susseguirsi di aneddoti e vicende originali ed autentiche, preziose e didascaliche per come riportano alla luce fatti che altrimenti potrebbero essere dimenticati. Se ne potrebbe scegliere uno a caso, e andrebbe comunque bene.A me piace pensare che l'unione e lo sforzo di due persone che hanno dato vita a questo ospedale siano maturate in un porto francese, in una cena in riva al mare innaffiata da qualche bicchiere di ottimo bordeaux."Che cosa aveva a che fare lei con tutto ciò? Lo ascoltava attentamente, ma faceva fatica a seguire. Andava in confusione. Era colpa del vino o del torrente di immagini e di parole? Piero credeva di parlare di medicina e di savana, di missioni e di safari. In realtà, le parlava dei suoi sogni, degli ideali di gioventù. Non sospettava che stava smuovendo in Lucille lontani ricordi. Che età, infatti, aveva lei quando aveva annunciato al padre che sarebbe diventata medico per andare "nelle Indie"? Tredici anni, non di più. Aveva però messo una pietra su quell'utopia, per aggrapparsi a un progetto ugualmente arduo ma più ragionevole: diventare chirurgo.Piero le domandò se a Marsiglia si trovasse bene. I colleghi erano tutti molto simpatici, ammise Lucille, ma lei non si sentiva abbastanza utile.Piero spinse avanti leggermente il suo piatto e appoggiò i gomiti sul tavolo.- Perchè non vieni con me in Uganda, allora?Lucille non potè trattenersi dal riderci su. Poi, vedendo che Piero era rimasto gelido, con voce sommessa gli domandò:- E' una cosa seria?- Quanto ci possa essere di più serio: tu farai gli interventi chirurgici, e io sarò il tuo anestesista.La fissò negli occhi, senza insistere. Non doveva impressionarla. Non una seconda volta. Non poteva permettersi di sbagliare, né di perdere tempo. Aveva bisogno di lei. L'ospedale anche.Spiegò che avrebbe potuto lavorare con lui per un mese o due, il tempo per mettere in piedi una sala operatoria, poi sarebbe tornata a Marsiglia. Per il futuro ospedale, precisò, era escluso che le avrebbe versato un salario. Le avrebbe offerto il biglietto d'aereo, insieme al vitto e a un alloggio.- In ogni caso - disse Lucille - non avrei mai accettato alcun salario.- Rifletti sulla mia offerta.Lei ci stava già riflettendo. D'un tratto, l'Africa diventava possibile. Il Mediterraneo, che scorgeva attraverso la finestra, non era più un mare trai due continenti ma una passerella. Rovistò a lungo, e maldestramente, nella borsetta per trovare le sigarette e l'accendino. Mentre si portava alle labbra la sua sigaretta, Piero prese l'accendino e ne fece sprigionare una fiamma che illuminò il suo volto."Michel ArseneaultUn sogno per la vitaPag. 23

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