"Nothing lasts forever..."
Bea vaga senza metà per le stradine della città che l’ha accolta nel suo ventre materno otto anni fa. Osserva ogni dettaglio con estrema attenzione, come se vedesse quegli scorcifamiliari per la prima volta. E’ uno dei primi giorni di giugno, prologo di un’estate alquanto anomala, caratterizzata da pioggia discontinua e leggera brezza novembrina.Continua a camminare imperterrita, anche con le scarpe di tela leggera inzuppate di acqua. Si scopre stranamente in pace con tutto ciò che la circonda, senza però prendere coscienza di quello che accade intorno a lei. Come racchiusa in una bolla d’aria che rimbalza docile sul terreno bagnato. I rumori esterni non riescono a penetrare il suo rifugio, gli unici suoni provengono dalle note della canzone che sta ascoltando con l’ipod.
...‘Sometime I need some time on my own, sometime I need some time all alone’...Sul finire del pomeriggio smette di piovere, Bea alza lo sguardo in direzione dell’orizzonte: il sole, prima di scomparire del tutto, sta esalando l’ultimo respiro, l’ultimo splendido raggio. Non così luminoso, come può essere quello del mattino, ma lieve e rossastro, un preludio ai tenui raggi lunari. Sorride estasiata alla visione che si sta dissolvendo, attimo dopo attimo, davanti ai suoi occhi. …‘Nothing lasts forever…even cold November rain’…