Dopo House of Cards, ecco che questo blog concede spazio ancora ad una serie TV colta, profonda e ricca di allusioni letterarie, sebbene da quella diversissima . La prima stagione di True Detective, firmata dal giovane sceneggiatore e romanziere statunitense Nic Pizzolatto, si configura non solo come un capolavoro del genere ma è anche intrisa di reminiscenze letterarie, da Faulkner a Lovecraft, a Robert W. Chambers, autore del romanzo breve più volte esplicitamente citato nella serie. Una profonda influenza, tuttavia, sembra essere esercitata anche dall'opera di Roberto Bolaño, in particolare dal romanzo 2666, e dal suo seguito, I dispiaceri del vero poliziotto (evidentemente riecheggiato nel titolo della serie) in cui la ricerca di un colpevole non è che mero esercizio intellettuale, del tutto irrilevante a fronte dell'edificazione di un sistema del Male che appare inscalfibile.
Raffinatissima nel montaggio e nel racconto, punteggiato di continui flashback (sfruttando dunque la t
La scoperta del colpevole procede per gradi, e viene inframmezzata dal racconto del rapporto sempre più difficile tra i due colleghi, con Cohle in particolare divorato dai drammi personali (la perdita di una figlia a soli tre anni, l'insonnia, la lunga pe
vuole trovare il colpevole deve necessariamente tornare ad infiltrarsi, e verrà coinvolto da Ginger, uno dei capi della banda, in un'aggressione ad una delle bande rivali che sfocerà in un conflitto al fuoco (regalandoci, a detta degli esperti, uno dei più memorabili long-take o piano-sequenza della storia del cinema e della televisione- ammesso che oggi la distinzione abbia ancora senso).
Quan
Nella sua indagine, infatti, Cohle prosegue ostinato indagando sui bambini scomparsi, e viene a scoprire che tutti frequentavano scuole religiose fondate dal potente reverendo Tuttle, fratello dell' omonimo membro del Congresso. Il programma, iniziato nei primi anni Ottanta, si era misteriosamente interrotto nel 2002, ufficialmente per mancanza di fondi,evidentemente invece per coprire forse un orrore inconfessabile.
Questo accadde nel 1993. Nel gennaio del 1993. Fu a partire da quella vittima che si cominciarono a contare le donne assassinate. Ma è probabile che ce ne fossero state altre. La prima fu Esperanza Gómez Saldana e aveva tredici anni. Ma è probabile che non fosse la prima.
"Credo che sia una città grande". "È grande, sì," disse il Porco "ci sono fabbriche, e anche problemi. Non credo che sia un bel posto".I critici non riusciranno, naturalmente a trovare Benno von Arcimboldi, ma comprenderanno almeno la necessità di allargare il proprio sguardo su ciò che li circonda, comprendendo finalmente che la presenza/assenza di Arcimboldi non è certo
seconda parte del romanzo ruota attorno alla figura di Oscar Amalfitano, professore universitario in pensione, troppo concentrato sul dolore della perdita di una moglie e sul Testamento géometrico di Raphael Dienste, un alambiccatissimo trattato di cultura occidentale more geometrico demonstrata , per prestare la dovuta attenzione a quanto sta effettivamente accadendo a Santa Teresa. Ma il suo inconscio la sa più lunga della sua ragione. I primi giorni a Santa Teresa, sono per Amalfitano un incubo, sebbene egli stesso non sappia dire perché. Il fatto è che Amalfitano ha figlia diciassettenne, Rosa, che ama moltissimo e per la quale si sente inquieto a causa della serie di omicidi che stanno sconvolgendo la città:
gli omicidi di donne.
Mentre Fate dormiva trasmisero un reportage su una ragazza, una cittadina statunitense scomparsa a Santa Teresa, nello Stato del Sonora, nel Messico del Nord. Il reporter era un chicano di nome Dick Medina e parlava della lunga lista di donne assassinate a Santa Teresa, molte delle quali finivano nella fossa comune del cimitero perché nessuno ne reclamava i corpi. Medina parlava nel deserto. Dietro si vedeva una strada e molto più lontano un'altura, che a un certo punto della trasmissione Medina indicava come l'Arizona. Il vento spettinava i capelli neri e lisci del reporter, vestito con una camicia a maniche corte
Amalfitano, tuttavia, non regge la tensione e sprofonda nella follia, iniziando a sentire nella sua testa una voce, che si rivela essere quella di suo padre, che gli intima di "fare qualcosa di utile per sé e per la figlia". Ma Amalfitano, evidentemente, non coglie la profondità del messaggio di suo padre, perdendosi dietro chimere e fantasticherie che ancora una volta lo allontanano dal vero problema, che pure è sotto i suoi occhi:
Il primo ad indagare coscientemente sull'inferno di Santa Teresa è il giornalista afroamericano Oscar Fate (il Destino), protagonista della terza parte del romanzo, inizialmente inviato nel Sonora da una testata di New York per seguire un improbabile incontro di boxe tra il campione di colore Count Pickett e il pugile messicano Mèrolino Fernandez. Oscar Fate, al secolo Quincy Miller, è un uomo tormentato dalla morte della madre e da altri fantasmi, che lo accompagnano tenaci nella sua partenza alla volta del Messico, e che iniziano a rivelarglisi in forma di incubo:
Durante l'incontro di boxe Fate sente alcuni giornalisti parlare ancora degli omicidi di Santa Teresa con il procuratore di Pickett. Quando chiede spiegazioni a Chucho Flores, un giornalista sportivo che ho conosciuto all'incontro, questi gli risponde che stavano parlando delle donne assassinate:
"Aumentano" disse. "Ogni tanto aumentano e ridiventano una notizia e i giornalisti ne parlano. Anche la gente ricomincia a parlarne e la storia cresce come una palla di neve finché non esce il sole e quella palla del cazzo si scioglie e tutti se ne dimenticano e tornano al lavoro".
"Tornano al lavoro?" domandò Fate.
"Quegli omicidi di merda sono come uno sciopero, amico, uno sciopero selvaggio".
L'equivalenza fra omicidi di donne e scioperi era curiosa. Ma Fate annuì e non disse nulla.
"Questa è una città completa, compiuta" spiegò Chucho Flores. "Abbiamo di tutto. Fabbriche, maquiladoras, un tasso di disoccupazione bassissimo, uno dei più bassi del Messico, un cartello della cocaina, un flusso costante di lavoratori che arrivano da altre zone, immigrati centroamericani, un piano regolatore incapace di reggere il tasso di crescita demografica, abbiamo soldi e c'è anche molta povertà, abbiamo fantasia e burocrazia, violenza e voglia di lavorare in pace. Ci manca solo una cosa" disse Chucho Flores.
Petrolio, pensò Fate, ma non lo disse.
"Cos'è che manca?" chiese.
"Il tempo" rispose Chucho Flores.
È attraverso Flores che Fate viene in contatto con Rosa Amalfitano e con suo padre, che supplicherà il giornalista di portare Rosa al sicuro, fuori dai confini dello Stato. Fate ci riuscirà anche grazie all'aiuto di una sua collega giornalista di Città del Messico, Guadalupe Roncal, che sta indagando sugli omicidi di Santa Teresa dopo che il suo predecessore, la cui identità si scoprirà nella quarta parte, è scomparso senza lasciare traccia, probabilmente ucciso perché era andato "troppo in fondo alla faccenda".
Continuando a parlare con Flores, Fate scopre che la maggior parte delle donne assassinate sono lavoratrici delle maquilladoras; quanto al fatto che esse siano tutte vittime di un solo assassino, secondo Flores è improbabile, perché le vittime sono troppe, oltre duecento, " troppe, anche per un assassino messicano".
"E come le
"Questo non è per niente chiaro. Scompaiono. Svaniscono nell'aria, in un batter d'occhio. E dopo un po' di tempo riappaiono i loro corpi nel deserto".
Questa frase allude naturalmente al libro-inchiesta Ossa nel deserto di Sergio Gonzáles Rodríguez, ,giornalista e scrittore, con cui Bolaño entra in contatto nel 1999, quando a Rodríguez la sua indagine era già costata un'aggressione da cui era uscito vivo a stento. Gli elementi dell'indagine, le testimonianze raccolte, lo svelamento del ruolo quantomeno ambiguo della polizia nelle indagini sugli omicidi offrono a Bolaño i dettagli che inutilmente cercava da tempo, ma lo costringono anche a rivedere il suo progetto iniziale, a cui lavora da più di un decennio, rinunciando all'identificazione univoca, e dunque consolatoria, di un singolo colpevole. Tuttavia, Bolaño non farà mai mistero del proprio debito di gratitudine verso l'amico (ché tali i due diventano in breve tempo),tanto da includerlo nel romanzo, e con il suo vero nome, Sergio Gonzáles, di professione giornalista.
Il materiale fornito e raccolto da Rodríguez confluirà nell a quarta parte del romanzo, La parte dei delitti, che davvero costituisce, come vuole Helena Janeczek, l'enorme blocco centrale verso cui la narrazione converge come una materia siderale risucchiata verso un buco nero. La teoria
"E poi videro un tipo enorme e biondissimo che entrava nella sala delle visite piegando la testa come se temesse di sbatterla sulla porta, e che sorrideva come se avesse appena commesso una birichinata, cantando in tedesco la canzone del boscaiolo perduto, e che li guardò tutti con uno sguardo intelligente e burlone. Dopo di che il secondino che lo accompagnava chiese a Guadalupe Roncal se preferiva che lo ammanettasse alla sedia oppure no e Guadalupe Roncal scosse la testa e il secondino diede una pacca sulla spalla al tipo alto e se ne andò e anche il funzionario che stava accanto a Fate e alle donne se ne andò, non senza prima aver detto qualcosa all'orecchio di Guadalupe Roncal, e rimasero soli. - Buongiorno - disse il gigante in spagnolo. Si sedette e allungò le gambe sotto il tavolo finchè i piedi non spuntarono dall'altra parte - Fate pure le vostre domande - disse il gigante. Guadalupe Roncal si portò una mano alla bocca, come se stesse inalando un gas, e non seppe più cosa chiedere".
Il Natale a Santa Teresa fu festeggiato come al solito. Si fecero posadas, si ruppero pentolacce, si bevvero birra e tequila. Anche nelle strade più umili si sentiva ridere la gente. Alcune di queste strade erano completamente buie, come buchi neri, e le risate che uscivano da chissà dove erano l'unico segno, l'unica informazione che avevano i vicini e gli estranei per non perdersi.Il motivo per cui Guadalupe Roncal ammutolisce davanti al criminale è che in realtà , anche dopo che lui è stato in carcere, i delitti a Santa Teresa non si fermano. Sulla serie dei delitti indagano gli agenti della polizia giudiziaria di Santa Teresa, onnipresenti sulle scene del crimine con la loro Peregrino nera, coadiuvati anche da un analista statunitense , Kessler, il cui contributo si rivela, inaspettatamente, del tutto irrilevante; e sul caso sono impegnati anche due esponenti della polizia di Santa Teresa,Epifanio Galindo e Noé Velasco a coadiuvare la polizia giudiziaria, " che si lamentava per l'eccesso di lavoro ".
Quando è iniziato tutto?, pensò. In che momento mi sono immerso? Un oscuro lago azteco vagamente familiare. L'incubo. Come uscire da qui? Come tenere sotto controllo la situazione? E poi altre domande: voleva davvero uscire? Voleva davvero lasciarsi tutto alle spalle? E pensò: del dolore non m'importa più. E ancora: forse tutto è iniziato con la morte di mia madre. E ancora: del dolore non m'importa, a meno che non aumenti e diventi insopportabile. E ancora[...], fa male, fa proprio male, . Non importa, non importa. Circondato di fantasmi.Dalle testimonianze raccolte da alcune ragazze amiche di una delle vittime, Estrella Luis Sandoval, , Epifanio arriva al nome di Klaus Haas, tedesco con cittadinanza statunitense, gigantesco proprietario di un negozio di computer. Quando, presentandosi, Klaus gli stringe la mano, Epifanio ha l'impressione che le ossa del tedesco siano di ferro. Haas, robusto, straniero e gigantesco, è un capro espiatorio perfetto, e viene ben presto condotto in carcere dalla polizia giudiziaria. Ma gli omicidi non si fermano, e la cosa più singolare è che tutti sembrano in realtà sapere tutto, compreso lo stesso Haas che in carcere si merita una fama di tutto rispetto, e che nessuno osa toccare o aggredire, tanto da potere addirittura indire conferenze stampa in cui dichiara non solo di essere innocente, ma soprattutto di conoscere i colpevoli, facendo nomi e cognomi e insinuando oltremodo il sospetto sulle connivenze esistenti tra grossi trasportatori, trafficanti di droga, importanti personaggi politici d' oltrefrontiera e polizia giudiziaria.
La parte dei delitti si chiude con l'immagine surreale di Santa Teresa che festeggia il Natale del 1997 all'indomani della scoperta dell'ennesimo cadavere di un'adolescente di neppure diciott'anni in un sacco di plastica, su cui f
urono condotte svogliatamente indagini per non più di tre giorni . All'orrore ci si abitua, come a tutto.
La quinta ed ultima parte del romanzo è finalmente dedicata alla figura dello scrittore Benno von Arcimboldi, di cui si racconta la storia e l'evoluzione poetica e letteraria, e i cui fatti privati si intersecano naturalmente con la grande Storia europea del Novecento; tuttavia l'immagine finale di Arcimboldi, al secolo Hans Reiter, che per correre in soccorso del nipote Klaus Haas su preghiera dell'amatissima sorella Lotte parte per il Messico alla volta di Santa Teresa definisce la struttura a spirale del romanzo, frustrando ogni speranza di rivelazione di una connessione logico-causale tra gli eventi che consenta a qualcuno- A Oscar Fate, a Guadalupe Roncal, a Sergio Gonzáles, al lettore- di chiudere finalmente il caso e lasciarsi tutto alle spalle.
RISORSE E NOTE A MARGINE
-La serie delle opere della letteratura inglese e americana da cui ha tratto spunto Nick Pizzolatto, autore della serie e a sua volta scrittore di romanzi;
-L' articolo di Nazione Indiana a firma di Helena Janeczek , dedicato a Roberto Bolaño indagatore del Male (che a sua volta contiene il link a ulteriore materiale utile);
-Per un'analisi della poetica di Bolaño, l'ottimo articolo di Nicola Lagioia su Minima&moralia;
-L 'articolo di Marcela Valdes dedicato al romanzo di Bolaño sulla genesi del romanzo e il rapporto dello scrittore con Sergio Gonzáles Rodríguez
-Le pagine dell'Archivio Bolaño a firma di Paolo Castronovo dedicate alle singole parti del romanzo, pubblicate anche su
-Un altro esplicito omaggio a 2666 è presente nel quarto episodio di True Detective, Who goes there (lett. Chi va là, titolo italiano Cani sciolti), quando Cole, sotto copertura, spiega a Ginger che la droga preparata da Ledoux andrebbe ad utilizzo esclusivo delle maquilladoras)
-Qui sotto la sigla di True Detective, a firma di The Handsome Family, epicedio perfetto anche per le vittime dell'orrore senza nome di Ciudad Juárez.