Sarà che tendo a razionalizzare come abitudine mentale, quindi applico lo stesso concetto anche nella praticità quotidiana e nell'organizzazione degli oggetti nello spazio.
Ogni volta che vado all'Ikea comprerei almeno tre servizi di piatti, vassoi, brocche e bicchieri in quantità.
Poi, non potendo spendere il patrimonio in stoviglie e temendo anche di non avere l'adeguato spazio per accoglierle, esco con nuovi... contenitori di plastica.
Stessa cosa quando vado nei vari brico-center, mi approvvigiono sempre di contenitori.
Mi sono patologicamente utili per contenere le perline e tutto il materiale che utilizzo per creare i bijoux, ma anche in cucina, per conservare i cibi nel frigo o nel freezer, nell'angolo fai da te per cacciaviti, attrezzi, lampadine, pile... Quindi utilizzo anche scatole in cartone, in latta (belle quelle vintage!), cassette in legno della frutta e tutto ciò che abbia uno spazio da riempire e magari anche un coperchio.
Allo stesso modo amo i CASSETTI: che sono contenitori organizzati e a scorrimento!
E invece ho sempre nutrito fastidio per i sacchetti. Specie quelli di plastica del supermercato. Sono disordinati, no?!
Quindi ora che non li vendono più sono contenta. Così si è costretti ad organizzarsi con i sacchetti in stoffa o in plastica semi-rigida, più o meno fashion (tipo quelli di Harrod's), salvo poi dimenticarli a casa proprio quando faremo una spesa di almeno duecento eurozzi.
Ok, ho finito la mia analisi sul mio rapporto coi contenitori. Non so che direbbe Freud.
Ma del resto ora non può più esprimersi... e guarda caso si trova anche lui in un contenitore.