La pausa

Creato il 26 luglio 2012 da Autodafe

di Cristiano Abbadessa

A partire da venerdì mi prenderò un paio di settimana di vacanza. Può sembrare una non-notizia, visto che siamo in piena estate, ma per quanto mi riguarda, invece, lo è. Sono infatti quasi tre anni che non mi prendo un momento di sosta vera, piena e senza cedimenti. È capitato, in questi tre anni, di avere periodi meno intensi, di stabilire che magari quella tal settimana sarebbe stata dedicata ad altro, di cercare di individuare qualche spazio inviolabile; alla fine, per una ragione o per l’altra, i buoni propositi sono però stati sempre ridimensionati: un’urgenza qua, la lettura di un manoscritto nelle “ore morte” là, qualche riflessione o progetto, una telefonata o una mail cui non puoi fare a meno di rispondere.
Le stesse pagine di questo blog sono lì a raccontare come lo scorso anno non abbia mai staccato; magari con qualche rallentamento stagionale, ma i miei interventi hanno seguito una periodicità costante e senza brusche e prolungate interruzioni, in parallelo al lavoro quotidiano. Quanto al 2010, è la storia stessa della casa editrice a far capire come posso averla trascorsa: nascita a fine marzo, le prime proposte editoriali ricevute ad aprile, i primi quattro contratti firmati tra maggio e giugno; e da lì in avanti un serrato lavoro di redazione, di grafica e di produzione, senza soste, per essere in stampa a metà settembre con ben quattro titoli, come da programma.
La vacanza che intendo prendermi ora sarà atipica nelle forme, ma assoluta per quanto riguarda la non dedizione al lavoro o a qualsiasi cosa gli assomigli. Troppe fatiche, incertezze, emergenze e progetti si sono accumulati in questi due anni; per tacere dei bisogni materiali, al cui soddisfacimento, nelle more delle difficoltà della nostra casa editrice, ho dovuto provvedere in altre forme, aggiungendo impegno a impegno, pensieri a pensieri. E, per paradosso, proprio perchè questo non è un momento particolarmente adatto (oggettivamente parlando), proprio perché il lavoro non manca e anzi reclama attenzione, proprio perché i progetti sono sul tavolo e devono essere ben calibrati e messi a punto, proprio per tutto questo ritengo, soggettivamente, che sia il momento in cui bisogna fermarsi.

Serve una pausa. Breve, purtroppo, ma intensa e radicale. Perché quel che mi aspetta (e ci aspetta) in autunno non può essere affrontato con stanchezze pregresse, accidie da saturazione, malumori figli di delusioni o battute d’arresto. È necessario che la mente si fermi, si prenda la meritata vacanza, si distragga dalle consuetudini e si ripulisca. È la condizione indispensabile per recuperare energie ma anche, si spera, per ripartire con la capacità di osservare le situazioni da un diverso punto di vista, con uno sguardo più profetico e meno legato alla faticosa gestione della quotidianità.
Mi prenderò due settimane di pausa. E siccome questo è l’ultimo intervento che faccio, prima di sbrigare le urgenze definitive di questi ultimi giorni lavorativi, e siccome non credo che tornerò a scrivere prima di Ferragosto, per quanto riguarda il blog la sosta diventerà, in pratica, di tre settimane. Ma sono certo che nessuno se ne avrà a male.
Buone vacanze a tutti.


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