La percezione dell’assoluto silenzio

Creato il 01 aprile 2015 da Thoth @thoth14

I TEMPI DURI, band originariamente prodotta da Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi per la Fado, nasce nella prima metà degli anni Ottanta tra le città di Verona e Genova città natale , quest’ultima, di Fabrizio De Andrè. Il nome della band in cui, oltre a Cristiano De Andrè, militano Carlo Facchini, Loby Pimazzoni e Marco Bisotto è un omaggio ai Dire Streets. I TEMPI DURI parteciparono, come gruppo di supporto, a tre tour di Fabrizio De Andrè del 1982: tour invernale, tour europeo e tour estivo. Carlo Facchini conobbe Fabrizio De Andrè durante l’incisione in studio del brano”Una storia sbagliata”, nel quale fu accompagnato alla chitarra da Massimo Bubola. L’esibizione spinse Fabrizio De Andrè ad invitare Carlo Facchini in Sardegna con lui e il figlio Cristiano. Fu in quell’occasione che nacque il rapporto con Cristiano, sfociato poi nella nascita de I TEMPI DURI e con l’entrata nel progetto dell’eclettico e talentuoso chitarrista Loby Pimazzoni e del batterista Marco Bisotto. I TEMPI DURI, oltre a suonare in oltre cento concerti, si esibirono anche in due edizioni del Festivalbar e presentarono i loro brani in alcune trasmissioni televisive tra cui Mr. Fantasy, condotto da Carlo Massarini; Azzurro 83, di Vittorio Salvetti; Tutti Insieme, con Gianni Morandi; Superclassifica Show, condotto da Maurizio Seymandi; Discoring, con Jocelyn, Domenica Musica e in due puntate di Blitz. La band si sciolse nel 1985. Dopo oltre trenta anni di silenzio quasi totale(eccetto una breve reunion di due giorni allo Studio Metropolis per la registrazione del brano di Carlo Facchini “Con le nostre mani”), I TEMPI DURI riprendono la loro attività artistica nel 2014 effettuando tre uscite contemporanee in un giorno solo: quella del nuovo album “Canzoni segrete”; la ristampa dello storico album “Chiamali Tempi Duri”(1982)remastered e la pubblicazione del cofanetto “Canzoni segrete” Delux Edition, che racchiude entrambi gli album.

Francesca Rita Rombolà ha conversato con Carlo Facchini storico frontman de I TEMPI DURI.

D – Vorrei iniziare chiedendo a I TEMPI DURI di menzionare un ricordo particolare e toccante(se c’è e se lo si vuole)di Fabrizio De Andrè, perchè la band lo ha conosciuto bene come artista e anche come uomo.

R – Fabrizio ci insegnò una regola fondamentale che, come un faro, ci ha guidato per tutti questi anni nello scrivere. Diceva spesso: << Un verso è bello quando è vero. Non basta che la frase suoni bene. In genere quando il verso di una canzone ha un valore e arriva agli altri, è proprio perchè è vero >>.

D – Anche l’inverno più gelido e più lungo passa. Anche la tormenta più terribile e devastante finisce. E già all’orizzonte si scorgono squarci di sereno. Il bosco si illumina di una luce soffusa. Allora comprendi che presto spunterà il sole. Come è vissuta la band negli anni del silenzio e dell’oblìo dal mondo?

R – Proprio su questo argomento, parlando de I TEMPI DURI, recentemente ho raccontato questo: << Abbiamo vissuto per anni rintanati in trincea, in pochi, lontani dal modo di vivere che avevamo inconsapevolmente adottato prima. Abbiamo atteso che passasse la tormenta, protetti da un muro di silenzi e filo spinato. Come soldati giapponesi nella Seconda Guerra Mondiale, dopo il giorno numero 1119 non abbiamo più ricevuto notizie. Abbiamo riorganizzato le nostre vite, ci simo dati da fare per nutrirci, per coprirci, pensare, imparare qualcosa. A un certo punto abbiamo sentito dire che era morto il grande capo. Quando egli viene a mancare il colpo vale per tutti, non solo per la tua piccola tribù ma anche per le altre grandi tribù. Vieni a sapere che alcuni lo hanno sotterrato ed altri lo hanno fatto santo. Da quel momento capisci di non avere più nessuno alle spalle, sai di essere solo, vai avanti. I rinforzi non arriveranno più. Non c’è la corrente elettrica, non riesci a sapere nemmeno dove si trova tuo fratello. Attendi, attendi, attendi finchè a un certo punto ti rassegni e ti decidi a continuare da solo la tua ricerca. Un giorno trovi nel bosco dei cuccioli e ti fanno pena. Questo cambia le tue prospettive. Da loro fortunatamente scopri che il ciclo appena concluso ricomincia e si ripropone di continuo. Finalmente ti dedichi esclusivamente a vivere, annotando distrattamente, su un libretto, piccoli appunti. A volte provi a mettere la testa fuori perchè ne avresti voglia e perchè, avendo i cuccioli, devi nutrirli. Ma anche gli altri esseri umani che incontri sono storditi da una tormenta forte e sempre più insensata. Meglio continuare a pensare e rimanere nascosti. Meglio aspettare di aver raggiunto la quota di mille appunti, pensando a chi verrà dopo di te. Il sole dura poco e il tempo scorre tanto lento nell’inverno ai piedi delle montagne. Puoi sentire crepitare il fuoco, a volte è possibile sentire il ticchettìo di un vecchio orologio. Dell’assoluto silenzio si riesce a percepire lo spessore. Allora capisci che il tuo posto è un posto dove vale la pena di vivere >>.

D – L’amore a volte è folle, talvolta è assoluto e abbraccia l’Universo. So che nel nuovo disco avete preso in esame ben undici tipi di amore, dedicando a ciascuno di essi una traccia musicale. Racconta qualcosa al riguardo.

R – Il nuovo album è dedicato proprio alla differenza tra i vari tipi di amore. Nella versione digitale(itunes ecc. ecc.)di “canzoni segrete” parliamo di undici tipi di amore, tutti diversi l’uno dall’altro. Non soltanto amore tra coetanei, tra uomo e donna, ma anche tra padri e figli oppure, ad esempio, tra amici. Nel CD fisico dello stesso album, i tipi di amore trattati diventano dodici perchè questa versione dell’album comprende una traccia in più dedicata a quella marea di sentimenti spesso incoerenti e di segno opposto che, a volte, legano ed aggrovigliano le vite di piccoli gruppi di persone come, ad esempio, i componenti di una band.

D – E’ importante per un musicista o un cantante il successo? E se lo è, quanto è importante? il talento, l’ispirazione, il tipo di musica e il modo di fare musica dovrebbero essere prioritari in tutto ciò?

D – Credo sia molto importante in due casi: innanzitutto quando con l’Arte ci si deve vivere ed è necessario ricavare immediatamente da essa il denaro per farlo. In questo primo caso, osservando le esperienze di altri, ho visto che è possibile finire per trovarsi in una situazione a tratti paradossale: quella di non riuscire mai a fare la musica che si vorrebbe suonare. Un secondo caso che mi è capitato di incontrare abbastanza di frequente è quello di artisti che si aspettano di soddisfare i propri bisogni affettivi individuali attraverso la loro attività artistica. Alcuni di loro sembrano preferire , all’abbraccio di un amico o di un parente, l’abbraccio dei fans. Io questo non lo saprei giudicare. In teoria, la scelta di porre l’Arte al di sopra di tutto è, in buona parte, comprensibile. Poi, se questo coconvenga o meno da un punto di vista esistenziale non mi è dato saperlo. A volte mia moglie mi ha detto: << Certo che è dura essere un artista… >>. Ma le vere ragioni della sua affermazione neanch’io le conosco. E’ dura rispetto a cosa? In fondo, io potrei facilmente rispondere: <<… E’ dura anche essere un uomo – oppure, in modo più specifico e ristretto – è dura essere una donna >>.

D – Se all’improvviso non esistesse più la bellezza, se la Poesia si estinguesse come una debole fiamma colpita da un forte soffio di vento e nessuno al mondo sapesse più cantare è tempo di lottare(e forse anche di morire)per essa o di esultare senza neanche sapere il perchè?

R – Vorrebbe dire che gli uomini hanno perso del tutto “l’anima e il senso più profondo della loro esistenza”, le uniche cose che li possono sospingere anche al di là di una loro presenza strettamente materiale in questo mondo.

www.poesiaeletteratura.it Canto e parole nell’era dei sentimenti estinti… ringrazia I TEMPI DURI, in modo particolare Carlo Facchini, e augura all’intera band tempi a venire all’insegna della poesia della vita e della speranza.

Francesca Rita Rombolà

Carlo Facchini


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