Quello che Michel Blazy mette in scena è un complesso sistema, dal carattere effimero, in perenne trasformazione, confacente alla riflessione tra natura e cultura. A tratti straniante per la contrapposizione tra macchina e natura ma che allo stesso tempo restituisce una visione poetica all’intera operazione. Rifacendosi alle composizioni kusamono, all’arte povera e a Beuys, l’artista assembla materiali organici e non per dare vita a sculture vegetali che evocano, tra le altre, le nature morte delle vanitas e i mirabilia delle wunderkammer. Per una riflessione sull’ambiguità dell’opera ma soprattutto sulla caducità dell’esistenza e dove la dimensione temporale e il potenziale di crescita e deterioramento la fanno da padrone dal momento che è la materia ad agire. Questi condizionamenti sono il quadro entro il quale io faccio in modo che le cose succedano.
La persiatenza della natura. Michel Blazy al MAN
Creato il 10 marzo 2016 da Robertavanali @roberta_vanaliQuello che Michel Blazy mette in scena è un complesso sistema, dal carattere effimero, in perenne trasformazione, confacente alla riflessione tra natura e cultura. A tratti straniante per la contrapposizione tra macchina e natura ma che allo stesso tempo restituisce una visione poetica all’intera operazione. Rifacendosi alle composizioni kusamono, all’arte povera e a Beuys, l’artista assembla materiali organici e non per dare vita a sculture vegetali che evocano, tra le altre, le nature morte delle vanitas e i mirabilia delle wunderkammer. Per una riflessione sull’ambiguità dell’opera ma soprattutto sulla caducità dell’esistenza e dove la dimensione temporale e il potenziale di crescita e deterioramento la fanno da padrone dal momento che è la materia ad agire. Questi condizionamenti sono il quadro entro il quale io faccio in modo che le cose succedano.