Nel caso tu non lo conosca, ti posso assicurare che tutti (o quasi tutti) gli esseri umani lo praticano, anche tutti i giorni.
Non è un gioco di quelli che si vendono in un negozio di giocattoli o un gioco di movimento: il Gioco del Biasimo è un istinto naturale dell'uomo.
Quelli che hanno a che fare con i bambini conoscono bene tale gioco: " Non è colpa mia!", " Non sono stato io, è stato lui!" Oppure: " Non potevo, perché ... "
Purtroppo non sono solo i bambini a giocare così, ma anche e soprattutto gli adulti nelle relazioni di tutti i giorni, nel lavoro, nello sport, nella politica e nella vita sociale.
Fin da bambini, impariamo inconsciamente il gioco del biasimo dagli altri, per esempio vedendo come i nostri genitori e fratelli litigano accusandosi a vicenda per i loro problemi.
Non appena cresciamo, impariamo a fare il gioco del biasimo quando non abbiamo successo, per esempio, non ottenendo un buon voto a scuola spesso incolpiamo l'insegnante, piuttosto che ammettere di non aver studiato bene a casa.
Alcuni, poi, diventano dei professionisti del gioco del biasimo, prosperando sugli altri e vincendo solo perché sono abili a portare argomentazioni rapide che spiazzano la controparte, che nonostante abbia ragione, è costretta a rinunciare alla disputa.
Se noti attentamente in ogni giornale che leggi, in tutti gli show della TV o nei telegiornali che guardi, c'è sempre un continuo incolpare gli altri per le cose che non vanno bene.
Tutti incolpano tutti, per evitare di assumersi la responsabilità di quello che si è fatto o, ancor peggio, non si è fatto.
Il gioco del biasimo diventa il gioco della deresponsabilizzazione.Di questo gioco i migliori giocatori li troviamo in grande maggioranza tra le persone impegnate in politica.
Se vuoi essere una persona che sa combinare il successo con l'etica, devi inserire tra le tue strategie di successo quella capacità di saper individuare il momento in cui sei tentato dal gioco di incolpare gli altri, ammettendo i tuoi errori e concentrandoti per risolverli.
Il vero successo non si costruisce sul biasimo
È molto allettante per quasi tutte le persone prendersi il merito quando le cose vanno bene, mentre si scarica la colpa ad altri quando invece vanno male.
Noi tutti vogliamo essere riconosciuti per i nostri sforzi e le nostre realizzazioni, ma non vogliamo riconoscere il nostro fallimento quando le cose vanno male.
Dove guardiamo quando vogliamo incolpare il mondo esterno a noi? Non troppo lontano. Troviamo subito l'oggetto da biasimare come le persone o le circostanze.
Ciò che, invece, rende le persone di successo diverse dalle persone di non successo è proprio la loro capacità di adattarsi, cambiare per far accadere le cose e capire che certe volte il fallimento è inevitabile, non incolpando gli altri (e neanche se stessi) per quello che non va bene.
Quando ti siedi e aspetti che il cambiamento accada, la tua inerzia ti crea una serie di problemi.
Essa incoraggia la mentalità del " non è mia competenza " e, per sua stessa natura, l'atto di attesa significa che sarai solo reattivo agli eventi, invece di essere proattivo e guidare il cambiamento.
Smetti allora di incolpare gli altri e trovare delle scuse per tutto quello in cui sei coinvolto. In realtà non fa nessuna differenza se i tuoi problemi nella vita sono stati causati da qualcun altro.
Tu sei l'unica persona su cui veramente puoi contare per risolvere i tuoi problemi.
Sette passi per evitare il gioco del biasimo
Se vuoi che le cose vadano meglio, devi fare di meglio e devi accettare la responsabilità di ciò che fai.
Quando accetti la tua responsabilità, accetti anche che sei tu che hai creato la tua situazione attuale, quello che hai, quello che fai, e quello che sei.
Ecco per te sette passi che sono da seguire per evitare di rimanere intrappolato nel gioco del biasimo.
- Cerca la causa di quello che non ha funzionato, ma non una qualsiasi causa, altrimenti in modo creativo e sbarazzino, troverai subito una ragione per incolpare qualcun altro.
- Prenditi un po' di tempo e rivedi la situazione, provando a guardarla diversamente, chiedendoti se c'è un altro modo di interpretare quello che è accaduto e come uscirne.
- Ammetti che tu stesso potresti avere contribuito a creare il problema, uscendo immediatamente dal gioco del biasimo, anche se questo non significa che anche altri non abbiano contribuito al problema.
- Lascia andare il tuo attaccamento al problema, poiché provando a controllare il problema, l'evento, la situazione, la persona, tu rimarrai più attaccato a esso ed esso rimarrà più attaccato a te.
- Impara a crescere percependo un vero feedback su di te e sul tuo comportamento, non avendo nessuna vergogna nell'ammettere a te stesso, e agli altri, che hai fatto degli errori, anzi questo mostra una vera forza di carattere.
- Credi che ci sia una lezione da imparare (e di conseguenza fanne tesoro), poiché anche se ciò può essere doloroso, ti permetterà di vedere la situazione come una buona opportunità per crescere.
- Concentrati su dove vuoi andare, dimenticando la colpa e il biasimo, abituandoti nel dire a te stesso che ormai è accaduto e, piuttosto che fermarsi, è meglio concentrarsi sul fare le cose migliori.
In tutte le cose che fai, non sarai mai in grado di vedere la soluzione positiva o la lezione che puoi imparare, se poni l'attenzione solo su tutti i piccoli dettagli di ciò che ti sembra sbagliato. Lasciar andare potrebbe avere molte forme. Potresti vedere il buono nella persona che ti sembra cattiva o difficile. Potresti accettare una situazione per quella che è oppure scoprire il lato buono della medaglia.
Ogni volta che lasci andare il tuo attaccamento a ciò che è andato storto, o a che cosa sarebbe dovuto accadere, crei una possibilità di crescita e spiani la strada per ottenere risultati positivi.
Purtroppo il mondo è pieno di persone che prendono scorciatoie emotive, incolpando le altre persone ingiustamente o aggressivamente.
Per il bene del genere umano, non essere uno di loro!
Non biasimare è una delle 40 strategie di successo etico contenute nel mio libro L'Altra Strada per il Successo, che ti consiglio di leggere.