Alice Herz-Sommer è nata a Praga 110 anni fa. Il suo secolo abbondantemente superato ne fa la più anziana sopravvissuta all’olocausto. Alice , però, detiene anche un altro record, meno rilevante storicamente, ma ugualmente più sorprendente: è la più anziana pianista del mondo in attività.
Nel 1943, Alice, insieme a suo marito, suo figlio e sua madre, furono deportati nel campo di Theresienstadt , luogo di transito verso Auschwitz.
Sua madre e suo marito morirono insieme a molti altri. Alice e suo figlio sopravvissero e per sottolineare l’eccezionalità della loro salvezza è utile ricordare che in quel campo maledetto entrarono 15mila bambini e ne sopravvissero solo 93.
A Theresienstadt , la musica era stata proibita, strumenti e spartiti erano stati confiscati. Nonostante le pene severe minacciate dagli aguzzini, i prigionieri riuscivano però a riunirsi e a tenere concerti segreti spesso di musica vocale eseguita a cappella . Alice, dal 1943 fino al maggio del 1945 con la sua musica allietò gli animi dei compagni.
Prigionieri più giovani la ricordano sorridente mentre li esortava ad accogliere ogni giorno come un dono. Ancora oggi Alice racconta: “la musica mi ha salvato la vita, era il nostro cibo spirituale, attraverso la musica siamo rimasti in vita” .
Oggi Alice vive da sola a Londra nel suo piccolo appartamento , insieme al suo pianoforte verticale e ai suoi ricordi. “Ho vissuto la mia vita in musica e morirò nella musica.” dice. La sua vita è testimonianza del potere dell’immaterialità dell’arte che nutre l’anima anche quando il corpo è all’inferno.
Sulla vita di Alice Herz Sommer il documentario “The Lady in number 6”, candidato all’Oscar