Magazine Italiani nel Mondo

La piccola, inattesa, invasione ispanofona nelle radio italiane

Creato il 24 gennaio 2014 da Ilariadot @Luna84
Ve ne sarete accorti: nell'ultimo periodo un'inspiegabile invasione di musiche ispanofone ha colpito le radio italiane. Dico inspiegabile perché ci hanno abituati ad aspettarcele in estate. La lingua di Cervantes, si sa, fa tanto vacanza. Villaggio Alpitour. Veline in trasferta massiva a Formentera. Film di Pieraccioni con figone mezze nude che ballano su un tavolo. Spiagge bianchissime. Mondiali. 'Somma, tutte quelle robe lí. Il punto é che non me l'aspettavo. E, anche se l'invasione non é certo quella che mi sarei auspicata (eqquandomai, Santa Pazienza!), va da sé che ne dovessi parlare. Il "meglio poco di niente", tutto considerato, non è poi la peggiore delle filosofie.

Le novità castigliane in rotazione sui network sono, essenzialmente, due. C'è il solito Jarabe De Palo - Miglior Vip Italo-Spagnolo su Twitter nel 2012 - che torna con un Pezzo Vinavil di cui, una volta ascoltato, non vi libererete ad occhio e croce mai più. S'intitola "Somos" e vanta un videoclip davvero bellissimo. A flamenchizzare il tutto, la collaborazione della cantaora Montse Moreno, nota come "La Duende".

E poi c'è Ana Tijoux, che in realtà di spagnolo non ha niente (è nata in Francia da genitori cileni), se non la lingua in cui canta. La sua 1977, di per sè, non mi piace neanche granché. L'ho però accolta con entusiasmo per la ventata di speranza che si porta dietro. Voglio dire: il rap in spagnolo, da noi, s'era sentito poco o nulla, fino ad ora. L'introduzione di un brano così lontano dagli stereotipi tutti italici di flamenco, reggaettón e ritmi latino-americani...beh, mi fa pensare che, forse, anche per gli altri generi in castigliano possa esserci un futuro da noi.

In Spagna, peró, é di un altro disco che tutti oggi parlano. Si tratta di "Pólvora", il nuovo - atteso - lavoro di Leiva. Io non l'ho ancora ascoltato, lo devo premettere. Ho peró amato alla follia il precedente Diciembre. Ed é per questo che, con le aspettative all'ennesima potenza, questa breve carrellata dovevo concluderla cosí. Con la traccia di apertura dell'album. Con "i versi che ci spezzano", con "i lacci che ci segneranno".  Con l'auguro "qué no mueran nunca los cantantes!" (che non muoiano mai i cantanti!) che un po' si presta a morale di questo e quasi tutti i miei post.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :