Magazine Cultura

“La pimpinella” di Grégoire Delacourt: storia di un primo e di un unico amore

Creato il 10 febbraio 2015 da Alessiamocci

“Restammo a lungo così. I nostri corpi respiravano allo stesso ritmo. In quel momento eravamo una cosa sola. Victoirelouis. Louisvictoire. Leieio. Un attimo di felicità perfetta, inaffondabile. Un ricordo per tutta la vita”.

“La pimpinella” di Grégoire Delacourt: storia di un primo e di un unico amoreLa Pimpinella è una pianta erbacea della famiglia delle Rosacee che, nel linguaggio dei fiori, significa “sei il mio unico amore”, ma è anche il titolo del breve romanzo, delicato e struggente, di Grégoire Delacourt, pubblicato nel gennaio 2015 da Salani Editore. E se volessimo compendiare il tutto, potremmo dire che è la storia dei tormenti del primo amore, volto a graffiare nel profondo col suo linguaggio poetico, fino a far emergere emozioni di ricordi che custodiamo gelosamente.

Con illustrazioni di Gaia Stella, che con petali e foglie compone delicate figure, e la traduzione di Riccardo Fedriga, l’autore ci riporta all’estate del 1999, epoca in cui il protagonista ha vissuto l’emozione di innamorarsi per la prima volta, e in cui si pensava che il mondo dovesse finire.

Louis ha 15 anni e ama Victoire, che ne ha 13. Lui assomiglia al padre, morto quando aveva solo 3 anni, stroncato da un infarto mentre si trovava al volante della sua auto. Da un po’ la sua voce si è abbassata, e una peluria scura orla il suo labbro superiore, cose che precludono il passaggio all’età adulta. Lei, giovane “Lolita”, ha i capelli colore del grano e due occhi che sembrano smeraldi, ma non ricambia il suo amore. Desidera rimanergli solo amica.

I due ragazzi abitano a Sainghin-en-Mélantois, un paese del nord della Francia, vicino alla città di Lille. Victoire è figlia di un direttore di banca e di una casalinga melanconica, che si diletta a scrivere poesie. Ha una sorella diciassettenne, Jeanne, che ispira sogni erotici a Louis, sebbene lui ami Victoire. Louis ha una madre che vive nel ricordo del marito, fedele nonostante gli anni passati dalla sua morte; una di quelle donne che, in maniera ineluttabile, può avere un solo uomo.

Dal canto suo, Louis, da questo “ricordo” paterno, che non è presenza fisica né modello concreto o punto di riferimento, ha tratto la capacità di sentire le cose, prima ancora che con il cuore, con l’istinto. Alla prepotenza dei giochi dei maschi, egli preferisce i segreti che si sussurrano le femmine, le loro risate gentili, seppur maliziose. Per questo ama passare il suo tempo con Victoire, attendendo che qualcosa dentro di lei cambi, che da bambina diventi donna e sia in grado di ricambiare il suo amore.

L’estate per i due ragazzi trascorre così, fra corse a perdifiato giù al fiume, storie raccontate ai limiti della fantasia, bagni in piscina a giocare allo “squalo”. E sarà proprio ai bordi di quella piscina, alla quale Louis deve fare manutenzione ogni giorno, per volere del suo vicino di casa, che egli imparerà che la grazia non dura e che i dolori sono sempre presenti, nascosti nei nostri momenti bui.

Quell’estate c’era Victoire. E c’ero io”, e sembrava che niente li potesse separare. Essi però non avevano fatto i conti che invece qualcosa c’era, ed era proprio l’amore.

La storia di un sentimento tenace, come solo il primo amore può essere, quando sei ancora giovane ed inesperto e pensi che tutto sia possibile. Louis non smetterà di aspettare la sua “pimpinella”.

Non ne parlammo mai, ma Victoire mi mancava. Mi mancava la nostra infanzia; i nostri sogni; una mattina di una vita insieme, poi un’altra, poi un’altra ancora. Il tempo passava. Io l’amavo ancora”.

Sarà perché Grégoire Delacourt, classe 1960, oltre che scrittore è uno tra i più grandi pubblicitari di Francia, ma questo piccolo libro, di appena 88 pagine, si lascia “divorare” in un tempo brevissimo. In quanto autore di famose campagne pubblicitarie, egli deve avere appreso l’arte della sintesi, e compreso che il messaggio arriva se si è concisi. La sua prosa infatti è semplice ed essenziale, ma unica, poiché conosce l’arte di concatenare le storie. In ogni frase, sembra nascondersi un verso poetico, che tocca il cuore, e induce a realizzare che meglio di così, il concetto non potrebbe essere espresso. Per questo, con tutta la commozione che il racconto ha suscitato in me, ve ne consiglio caldamente la lettura, con quella convinzione come non mi succedeva da tempo.

“La pimpinella”, storia di un primo amore, è un piccolo capolavoro, che è riuscito ad immortalare il ricordo condiviso di un’estate della vita, in cui tutti abbiamo transitato, riscoprendoci di colpo non più bambini, ma uomini e donne disillusi. Eppure caparbi nelle nostre idee e fedeli ad un ideale.

Written by Cristina Biolcati


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :