Ancora arancioneShort inedito da Parigi Sud 5
Blanche osserva dalla sua tana umida i Security Display di Parigi Sud 5. Occhi incollati sulle luci arancioni che lampeggiano: la pioggia acida sta per arrivare. Sua madre sta battendo all'angolo della Rue Despin, non indossa la protopelle, non è ancora rientrata. Armand, il pappone, sta facendo lavorare la sua troia sull'orlo, come sempre, in equilibrio su bordi dai quali è facile scivolare. Ancora arancione, ancora qualche minuto, sono questi i momenti in cui spuntano dal nulla i clienti migliori. Le sue mani sporche, tentacoli con le unghie, affondano tra le palle e subito dopo nel sacchetto di patatine: il pappone rumina con le labbra salate. Le nuvole si gonfiano, stanno per cacare fuoco. Ma è ancora arancione, c'è tempo. Quando si decide a fermarsi qualche figlio di puttana?
Blanche allunga il collo dalla finestra della tana, riesce a vedere, tra le curve metalliche delle protezioni dei palazzi, la sagoma di sua madre. I suoi tacchi in dilitio scintillano nel buio, segnalano disponibilità di fica a buon mercato. La ragazzina si tocca tra le gambe, il microassorbente stringe, brucia. Dodici anni, il primo ciclo, la natura che si sveglia, che si rivela nel sangue. Presto Armand la porterà sul marciapiede, proprio di fronte al posto della madre. Il pappone si prende cura di Blanche, è la sua preziosa oca da foie gras. Roba che farà girare la testa ai suoi clienti dai denti più affilati. Mangia, troietta, fatti crescere quelle tette. I miei amici amano la carne, tanta carne. Prima che quella della madre si sgonfi del tutto, un'altro intervento sarebbe troppo costoso: il quarto, pandemia di silicone, di economiche protesi a scadenza. Blanche non è mai sicura di svegliarsi vicino al corpo di sua madre, è lei davvero? Il suo culo diverso ogni mattina, la bocca estranea, smarginata, che parla a sogni strampalati, i palloncini scoppiati nel corpo, le forme e le molecole variabili, gli stagni marci della Cloud 7 che pulsano radioattivi negli occhi. Quello sguardo di metano che non la vede quasi mai.
Sua madre non tornerà mai in tempo, i Security Display diventano rossi, luce fissa. Pericolo. Coprifuoco. La maledetta pioggia di Parigi Sud 5 che brucia la pelle, che cuoce l'anima, squagliando il vestito in latex come un fiume d'inchiostro. Una pozza nera, la carcassa di una borsetta, ossa bianche abbandonate dalla carne cotta, liquefatta. Una pozza nera e rossa, con rivoli giallastri: è il brodo denso del cervello. Armand sarà incazzato, stavolta l'orlo lo ha fregato, ha rischiato troppo. Picchierà Blanche, si vendicherà della sfortuna di pochi minuti. Ma la ragazzina esce dalla tana: la strada scotta, i suoi piccoli piedi bruciano per primi, poi la pioggia la inonda. Blanche brucia velocemente tra una scarica di scintille: stelle immaginarie, intorno a lei. Ancora qualche secondo e sarà di nuovo con sua madre. Pozze che si allungano fino a toccarsi, a mescolarsi. Armand affoga la sua tristezza al riparo del Cafè Basselet. La cameriera con tre seni, l'attrazione del locale, prende l'ordinazione. Tequila, cazzo! Tre capezzoli lo fissano negli occhi, il pappone pensa che conoscono tutta la maledetta storia. Che hanno da guardare? Storie di bordi mancati, di giovani torce.
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