LA PIRAMIDE DEL CAFFE' - di Nicola Lecca

Creato il 14 marzo 2013 da Ilibri

Titolo: La piramide del caffè
Autore: Nicola Lecca
Editore: Mondadori
Anno: 2013

«I sogni sono la droga dei poveri. E i poveri ne diventano dipendenti

Imi, da un orfanotrofio di un piccolo villaggio dell'Ungheria, parte alla volta di Londra, pieno di sogni da realizzare. Viene assunto da una famosa catena di caffetterie, che ai suoi occhi sembra il paradiso del caffè e dei lavoratori e spera di scalarne la piramide, crescere, fare carriera.

Sulla sua strada incontra personaggi che lo 'educano' alla vita, alla città che è Londra: Lynne lo inizia alla spensieratezza e agli inglesi; la signora Haines, Andrew e Victoria gli fanno capire che cos'è la rigidità intellettuale (potremmo dire anche stupidità, per farla semplice) e Morgan fa un po' da grillo parlante. Gli fa vedere le cose belle di Londra, ma gli apre gli occhi anche su quelle brutte. Margaret Marshall, il premio Nobel che non scrive più niente, sarà una sorta di deus ex machina, anche se, a sua volta, compie un preciso cammino di consapevolezza e formazione.

Nicola Lecca però non ci racconta solo una bella favola moderna. Più Imi cresce e va avanti, più leggiamo anche il suo passato: da dove viene, chi sono gli orfani cresciuti con lui, chi sono le 'neni' e il direttore dell'istituto. In questo modo non ci fa mai perdere il contatto con una realtà che vive e pulsa.
Ci racconta di Imi, che è una storia positiva, ma ci racconta anche la storia di tanti bambini che cercano di vivere un'infanzia felice e che non sempre hanno di fronte a loro un destino in discesa. E tenere sempre presente il passato di Imi ci fa capire il suo sconcerto quando si 'ribella', la sua forza di opporsi a un'ingiustizia, ma anche la sua disperazione subito dopo.

Ho trovato questo libro di una piacevolezza immensa. Scritto bene, con molti riferimenti culturali e letterari non è diventato però pesante. L'ironia (celata attraverso gli occhi ingenui di Imi) con cui l'autore racconta le dinamiche 'aziendali', dove le iniziative personali, creative e migliorative, non sono ammesse per mancanza di flessibilità, mi ha divertita: viviamo e lavoriamo in aziende che hanno tutte lo stesso modus operandi.

Sembra una favola, ma ho trovato il tutto molto concreto, anche perché non solo Imi, anche gli altri personaggi nel loro piccolo non restano fermi, ma si muovono e maturano. La piramide del caffè ci dice che da una parte ci sono i sogni e dall'altra c'è la vera vita a cui siamo portati, destinati per indole, perché il cuore ci dice così. E le persone sincere, quando ne hanno finalmente la possibilità, scelgono proprio quella. Possiamo cercare il nostro futuro ovunque, anzi, dobbiamo farlo, ma poi a un certo punto ci accorgiamo che bisogna fermarsi o semplicemente tornare indietro, senza rimpianti. E mettere da parte le piramidi

  


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