LA PIRAMIDE DEL CAFFE' - Nicola Lecca

Creato il 16 marzo 2013 da Lalettricerampante
A diciotto anni, Imi ha finalmente realizzato il suo sogno di vivere a Londra. A bordo di un vecchio treno malandato ha lasciato l'orfanotrofio ungherese dove ha sempre vissuto e, nella metropoli inglese, si è impiegato in una caffetteria della catena Proper Coffee. Il suo sguardo è puro, ingenuo e pieno di entusiasmo: come gli altri orfani del villaggio di Landor, anche lui non permette mai al passato di rattristarlo, né si preoccupa troppo di ciò che il futuro potrebbe riservargli. Le tante e minuziose regole che disciplinano la vita all'interno della caffetteria - riassunte nel Manuale del caffè cui i dirigenti della Proper Coffee alludono con la deferenza riservata ai testi sacri - gli sembrano scritte da mani capaci di individuare in anticipo la soluzione a qualsiasi problema pur di garantire il completo benessere di impiegati e clienti. La piramide gerarchica che ordina la Proper Coffee sembra a Imi assai più chiara e rassicurante del complesso reticolo di strade londinesi. Dovrà passare molto tempo prima che Imi - grazie al cinismo di un collega e ai consigli della sua padrona di casa - cominci a capire la durezza di Londra e la strategia delle regole riassunte nel Manuale del caffè. Tanto candore finirà per metterlo in pericolo: e sarà allora Morgan, il libraio iraniano, a prendersi a cuore il destino di Imi, coinvolgendo nel progetto Margaret, una grande scrittrice anziana e ormai stanca di tutto, ma ancora capace di appassionarsi alle piccole storie nascoste tra le pieghe della vita.
Immagino sia già capitato anche a voi di leggere un libro con delle aspettative molto alte. Aspettative che nascono da diverse cose: parecchi commenti positivi, una copertina molto simpatica, una trama che vi attrae tantissimo. E quindi vi avvicinate a quel libro quasi emozionati, sicuri di trovarvi di fronte a qualcosa che vale, a qualcosa che vi conquisterà tantissimo e di cui sentirete la mancanza una volta finito.  E immagino conosciate altrettanto bene quel sentimento di delusione misto a rabbia che nasce non appena vi rendete conto che le vostre aspettative sono state disattese. Ecco, "La piramide del caffè" di Nicola Lecca rientra per me proprio in queste categorie. Tanta, tantissima curiosità e voglia di leggerlo. Tanta delusione una volta arrivata all'ultima pagina.
La trama racconta principalmente di Imi, un ragazzo ungherese che, una volta compiuti diciott'anni, lascia l'orfanotrofio in cui è vissuto per andare a Londra, la città dei suoi sogni. Qui, inizia a lavorare per una catena di caffetterie, la Proper Coffee. Con la sua ingenuità e il suo entusiasmo, lo considera il miglior posto del mondo: hanno un manuale in cui gli viene spiegato per filo e per segno cosa deve fare, ha buone prospettive di carriera, una paga che nel suo paese se la sogna e tante piccole agevolazioni.  Non si rende conto che in realtà le strategie della Proper Coffee sono volte a sfruttare il più possibile i suoi dipendenti in cambio di banalissimi contentini che gli si possono rivoltare contro. O meglio, se ne rende conto solo quando è troppo tardi. Per fortuna ha degli amici e tra questi c'è Morgan, che lavora in una libreria e fa consegne settimanali a una grande scrittrice premio Nobel che da anni non si fa vedere in pubblico. Sarà lei, pur senza conoscerlo, a  fare giustizia.  Parallela alla storia di Imi a Londra, ci sono delle finestre sulla vita nell'orfanotrofio e sui suoi abitanti, a cui Imi è rimasto molto affezionato. Una realtà triste, dolorosa, ma in cui, alla fine della fiera, raggiungere la felicità è più facile che in una città grigia e alienante come Londra.
Intendiamoci, non si tratta assolutamente di un brutto libro.Riesce a tenerti compagnia, a farti sorridere a volte, commuoverti altre e trasmette un bel messaggio positivo (anche se forse un tantino incredibile, di questi tempi). Eppure, non mi ha lasciato nulla. O almeno, nulla rispetto a quello che mi sarei aspettata. Sì, è una bella storia. Sì, c'è un bel lieto fine che non guasta mai (seppur ottenuto con un bel ricatto) e che dovrebbe lasciare un po' di speranza in questi tempi bui. Ma con me tutti questi begli espedienti purtroppo non hanno funzionato, e, appena chiuso il libro, la prima sensazione è stata: "beh, tutto qua?"
Forse la colpa principale è la mia pignoleria. Perché la lettura per me è stata resa molto difficile dall'uso singolare della punteggiatura all'interno di tutto il romanzo. Magari è anche corretto, magari è una scelta stilistica che solo io non riesco a cogliere, ma l'uso massiccio dei due punti al posto delle virgole, anche all'interno della stessa frase, a me è risultato davvero irritante. Ho immaginato fosse un problema del mio ebook, magari danneggiatosi per qualche motivo, ma mi è stato confermato che sia la versione cartacea sia altri ebook sono identici.  Io sono molto pignola, forse troppo (tipo la scelta di tradurre muffin con panettoncini, manco fossimo in una caffetteria milanese, potrei anche evitare di segnalarvela). Ma non sono davvero riuscita ad abituarmi a questo stile che, alla fine, ha influenzato anche la scorrevolezza della trama.
Mi dispiace, davvero, scrivere una recensione del genere di un romanzo tanto elogiato e apprezzato dai più. Ma è più forte di me, non riuscirei a scrivere altro nemmeno se volessi o mi sforzassi.  Con questo comunque non voglio sconsigliarvi la lettura! Penso semplicemente che non si sia creata la giusta empatia né con i protagonisti né con la trama né con lo stile. E ogni tanto succede, no?
Titolo: La piramide del caffè Autore: Nicola Lecca Pagine: 233 Anno di pubblicazione: 2013 Editore: Mondadori ISBN: 978-8804624592 Prezzo di copertina: 17,00 € Acquista su Amazon: formato brossura:La piramide del caffè formato kindle:La piramide del caffè (Scrittori italiani e stranieri)

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